Alfredo Pedullà ha rilasciato alcune dichiarazioni a Sportitalia:
“Mi fa piacere che il Napoli non si sia svenato per Dan Ndoye. L’attaccante è forte, se volete potenzialmente fortissimo, ma non vale 40-42 milioni più bonus fino a 45 (non tutti semplici) più percentuale per sfiorare eventualmente quota 50. Il Nottingham, come molti inglesi, è abituato ad aggiungere come se fossero noccioline, meglio per il Bologna. A proposito, vanno fatti i complimenti ai collaboratori di Saputo, soprattutto a quelli che si occupano a tempo pieno di mercato. Anzi, con rispetto per Di Vaio, stringiamo: i complimenti li giro a Fenucci e Sartori, sanno vendere come se fosse platino e non semplicemente oro, dettano le condizioni e non si spostano di un millimetro. Lo hanno fatto con Zirkzee, con Calafiori, con Beukema, tengono sempre più alto il nome del “bilancio in attivo”, un marchio di fabbrica che merita applausi.
Poi sulla strategia delle situazioni in entrata si può non essere d’accordo: Immobile magari farà gol, ma non avrei riportato in Italia un signore che la scorsa estate era andato via perché era una scelta di vita (ma quale?) che poi si è rimangiato nel giro di pochi mesi. Italiano ha il controllo della situazione e magari si ripeterà, ma cerco di spiegare per quale motivo Ndoye non può valere una cifra ben oltre i 40 milioni. Se così fosse, l’Atalanta dovrebbe chiedere 90 per Lookman e il Napoli si sarebbe dovuto avvicinare a 100 per Kvaratskhelia. Mi hanno sempre detto che la valutazione è una logica conseguenza del rendimento, se sei sotto la doppia cifra di gol segnati e assist non si può pensare di chiedere la luna. In Inghilterra evidentemente non sempre ragionano così, guardano spesso al potenziale piuttosto che al pregresso. Ognuno è libero, ci mancherebbe. Ma la felicità del Bologna dal mio punto di vista si sposta con la serenità del Napoli per non aver fatto un investimento che, al capitolo qualità-rendimento-prezzo, avrebbe potuto riservare sgradevoli sorprese”.