FOCUS - Da Victor Ruiz a Vargas, maledetto gennaio: Pavoletti pronto a sfatare il tabù

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FOCUS - Da Victor Ruiz a Vargas, <i>maledetto</i> gennaio: Pavoletti pronto a sfatare il tabù

di Leonardo Vivard - Twitter: @LeonardoVivard

Un mercato difficile, complesso e quasi mai decisivo. Più volte i tifosi hanno sperato che nella sessione di gennaio ci fosse la svolta, l'affondo decisivo per inserire elementi in una squadra non perfetta ma che lottasse per i vertici. Non è quasi mai stato così. Dal 2004 ad oggi, il presidente De Laurentiis non ha mai visto di buon occhio questa sessione di mercato: perché i prezzi aumentano e i club difficilmente scelgono di privarsi di giocatori validi a stagione in corso. In molti la scorsa stagione hanno gridato allo scandalo quando un Napoli laureatosi campione d'inverno si rinforzò con Grassi e Regini. Dopo sei mesi si registrarono le prime chiamate per "Chi l'ha visto"... Eppure per molti in quel momento si sarebbe dovuta fare la differenza, magari non acquistando un giovane di prospettiva e una meteora che sarebbe tornata alla Samp in punta di piedi. Ma nel mercato di gennaio è possibile chiudere grandi colpi? E' un cane che si morde la coda...

Proprio per questo abbiamo cercato di tornare indietro con gli anni vedendo fino ad oggi quali calciatori abbiano avuto un'incidenza più o meno positiva con la maglia azzurra, con un occhio anche al neo arrivato Pavoletti.

Di sicuro tra i top dobbiamo inserire gente che nel Napoli ci ha trascorso diverse stagioni e che ha fatto la storia di questa maglia. Uno su tutti Gianluca Grava, uomo spogliatoio partito dalla serie C e divenuto uomo spogliatoio anche per Mazzarri. Sulle sue tracce anche Emanuele Calaiò, idolo della tifoseria partenopea con quell'arco e freccia che ha più volte colpito le curve del San Paolo dopo i suoi goal. Michele Pazienza, altro elemento imprescindibile nel centrocampo di Mazzarri che aggiunse valore alla squadra a stagione in corso. Ma il vero e proprio jolly De Laurentiis lo pescò con Jorginho e Ghoulam. Due arrivati a stagione in corso, ma soprattutto che non convinsero fin dai primi tempi. Entrambi presi nel primo anno di Rafa Benitez ma spesso criticati da tifoseria e stampa. Il primo inserito in un centrocampo a due del tutto inadatto a lui. Il secondo accusò l'impatto con il campionato italiano pagando dazio sul piano tattico. Ad oggi considerati tra i migliori acquisti in prospettiva dell'era De Laurentiis. 

Storia a parte il capitolo Gabbiadini. L'ex doriano arrivò al Napoli con i clamori di tifoseria e stampa. Per il biennio Benitez impiegato sull'out di destra, così come utilizzato a Genova da Mihajlovic. Poi con Sarri un anno e mezzo da prima punta. Prima oscurato da Higuain, poi da sè stesso... Arrivato da top, sta chiudendo da flop la sua storia partenopea. E con ogni probabilità lascerà in questa sessione di mercato invernale. 

Ma una voce sostanziosa dei colpi di gennaio nella storia recente del Napoli è rappresentata dai flop. Tanti, forse troppi per ricondurli a solo cinque. I più clamorosi e anche quelli più ricordati dai tifosi: 
Jesus Datolo, si diceva un gran bene di lui. Ma nessuno ha capito realmente né che ruolo fosse né quali fossero le sue spiccate caratteristiche. In molti, invece, hanno bene in testa la sua spiccata "non velocità". Victor Ruiz, 6 milioni più il cartellino di Datolo. Ma Mazzarri non lo ha mai inserito nelle sue formazioni tipo. Considerazione tutt'altro che alta. Anche se per fortuna delle casse del Napoli, lasciò l'azzurro con una plusvalenza di circa 2 milioni. Edu Vargas, il secondo giocatore più forte del Sud America dopo Neymar: pallone d'argento. Da capire chi fossero gli altri o quale fosse la distanza (netta) dal fenomeno che oggi gioca nel Barcellona. Tre goal contro l'Aik Solna, poi nulla più. 
Vasco Regini, acquisto di metà stagione di cui ancora si stanno chiedendo il motivo. Una presenza e stop. Preso in prestito, giusto sei mesi e poi tornò alla Sampdoria. 
E poi il mistero Grassi. Anche se più che un flop resta un giocatore ancora indefinito. Non tanto per le qualità tecniche del ragazzo, quanto per il percorso professionale che sta conducendo.  Giocatore acquistato con un investimento di 8 milioni di euro. Anche per lui sei mesi e poi rientro alla base bergamasca, se pur in prestito. Ma l'arcano si aggroviglia proprio qui: la società partenopea spedisce Grassi all'Atalanta dove ci sono elementi di proprietà che il club bergamasco vuole mettere in vetrina come Gagliardini e Kessie. Non a caso, 6 presenze totali in stagione per l'azzurro. 

E Pavoletti? Opinioni spaccate: alcuni lo considerano un colpo preciso, mirato. L'attaccante che ci voleva. Altri, abbagliati dalla luce di Mertens, lo considerano un di più in vista del ritorno di Milik. Ma, considerando che il polacco sarà calcisticamente utile non prima dell'inizio di febbraio e che l'ansia per i legamenti è la peggior medicina, ben venga Pavoletti. Anche perché per mesi si è gridato all'orrore per una mancanza in rosa in quel ruolo. Per ora, non si può considerare nè un flop né un top. Di sicuro, potenzialmente un grande acquisto, ma è quel potenzialmente che lo fa inserire nel grafico con un punto interrogativo al centro. 

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