Calcio Napoli - Pepe Reina ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport dove ha parlato della sua esperienza a Napoli ed anche della prossima amichevole che lo vedrà protagonista al Maradona con il suo Villarreal tra qualche giorno.
Di seguito le parole più importante di reina al Corriere dello Sport evidenziate dalla redazione di CalcioNapoli24:
Reina-Napoli è stato amore a prima vista.
«Mi sono inserito subito nella città, che ha accolto me e la mia famiglia con sentimenti travolgenti. Mia moglie e i miei cinque figli verranno a vedere la partita, un pretesto per starsene un po’ in giro in quelli che sono stati i luoghi dei nostri quattro anni ma anche un modo per andare a salutare tutti gli amici. E ne abbiamo tanti, mi creda. A Napoli c’è un popolo che ti conquista».
Benitez l’ha celebrata recentemente in tv: Reina fu il nostro uomo-chiave, il leader; era lui che faceva la differenza.
«Con Rafa - al quale va il mio grazie - c’è un rapporto straordinario che si perde nei secoli, mi verrebbe da dire scherzandoci su. Ma il segreto di quel Napoli fu quel capolavoro di mercato, l’allestimento di una squadra che è durata e poi la forza del gruppo. In una società che si era comportata già egregiamente, come sottolineavano i risultati, l’irruzione di Benitez diede nuovo slancio e servì per completare il Progetto ed ampliarlo.».
La Coppa Italia, con lei in porta; poi la Supercoppa, a Doha, quando Reina era andato al Bayern.
«Il Napoli cominciò ad avere un respiro internazionale. E da quel momento il suo ruolo si è ingigantito, perché ha continuità a livello europeo, fa le Coppe sempre, ora è addirittura protagonista in campionato e in Champions e con un calcio che è spettacolare. Vuol dire che c’è del buono in quello che è stato costruito nel passato».
Lo scudetto è stato vicino due volte: nel 2016 e lo perdeste a Udine, in una domenica in cui lei era influenzato; nel 2018, a Firenze.
«Una ferita che è rimasta aperta, perché non puoi non vincere con 91 punti. Ma andò così e il dolore venne acuito dalla considerazione che quel Napoli lì giocava un calcio stellare, capace di spargere allegria. Un po’ come questo di Spalletti, mi pare».