Tutto sul tabellone, la vera storia del 'fratello' assente al San Paolo

Zoom fonte : areanapoli.it
Tutto sul tabellone, la vera storia del 'fratello' assente al San Paolo

Arrivano i LED al San Paolo: mostreranno orario, risultato della partita, notizie dagli altri campi. Ma tra Napoli e Comune è querelle sul maxischermo, storico grande assente dello stadio di Fuorigrotta. La sua mancanza si è sempre sentita, tanto che i tifosi della curva B, in occasione di un Napoli-Villarreal di Europa League, ne esposero uno posticcio, dando ironicamente il bentornato al "fratello tabellone". In effetti, il San Paolo è praticamente l'unico stadio europeo, di quelli a grande capienza, a non averne uno. Non è certo una mancanza fondamentale ma sarebbe ugualmente il caso di rimediare. Lo sa il Napoli (che da convenzione sarebbe tenuto ad installarli), che proprio con i LED sta tentando di correre ai ripari. Il club di De Laurentiis con un comunicato diramato martedì ha lamentato di aver trasmesso al Comune già nel marzo 2011 la documentazione necessaria all'installazione del maxischermo, senza ricevere risposta: una dura presa di posizione dopo le parole dell'assessore Tommasielli che aveva rivelato la poca voglia della società azzurra di montare il tabellone, in nome di una minore capienza derivante dall'installazione. Per la verità, l'intenzione del Napoli sarebbe quella di porre l'impianto nella zona del terzo anello, chiuso da anni al pubblico. Probabilmente, bisognerebbe effettivamente rimuovere qualche posto nelle curve, dove dovrebbe essere costruita la pedana su cui montare lo schermo, ma la rinuncia sarebbe davvero di poco conto. Problematiche tecniche ben note al Napoli, che aveva già un'intesa di massima con la Philips. Lo rivelò nel giugno 2011 Marco Matarrese, responsabile della casa olandese in Campania, che diede anche un termine per la fruibilità dei maxischermi: il 28 agosto dello stesso anno. Non se ne fece niente, nonostante la Philips avesse portato a termine tutta la documentazione tecnica del caso. Forse, proprio quella che il Calcio Napoli sostiene di aver trasmesso al Comune. Da quel momento ad oggi, l'unica novità si è avuta qualche giorno fa con la rimozione dei vecchi display risalenti ad Italia '90, che faranno posto ai nuovi LED. I tifosi torneranno a conoscere minuto e risultato, dopo un black-out di una ventina d'anni. Strano essere meno fortunati, dal punto di vista tecnologico, rispetto a o che sono vissuti negli anni ottanta.

La storia di amore-odio del San Paolo con i tabelloni inizia alla fine degli anni settanta. All'Italia vengono assegnati gli Europei di calcio del 1980 e tra le città ospitanti non manca Napoli. Naturalmente, si gioca allo stadio San Paolo. La fase finale dei campionati europei all'epoca aveva ancora un format ridotto e non presupponeva un profondo restyling degli stadi. Ma qualche accorgimento, venne preso ugualmente. All'impianto di Fuorigrotta venne apportata qualche miglioria ad alcuni settori e venne montato il tabellone elettronico. Posto in curva A vicino ai Distinti, dotato di orologio, era abbastanza grande per contenere alcune stringhe di testo, poteva addirittura riprodurre piccole immagini in modo elementare e scritte a tutto schermo, come il famoso "GOL" dopo ogni rete del Napoli. Fu protagonista lungo gli anni ottanta, segnando le vittorie del Napoli di Krol e i trionfi partenopei di Diego Armando Maradona. Nel 1984, però, la FIFA assegnò l'organizzazione dei mondiali del 1990 all'Italia ed a differenza degli europei di quattro anni prima, si mise in moto una mastodontica organizzazione volta a rinnovare gli stadi. Il San Paolo, nonostante alcuni dubbi, venne designato come sede mondiale. Subito prese quota l'idea di dotarlo di una copertura. La prima ipotesi fu quella di una piastra coprente alla quale agganciare il nuovo tabellone e fu scartata dalla Sopraintendenza in quanto troppo invasiva. Si decise allora di ergere una copertura in persplex e lega metallica che proteggesse l'85% degli spalti. La situazione, però, si fece presto fosca. I lavori, che dovevano partire il 15 ottobre 1987, presero il via solo il 6 maggio 1988. Lo stanziamento iniziale per l'ammodernamento dello stadio di Fuorigrotta di 75 miliardi fu presto sforato, fino allo sprofondo finale di 140 miliardi di lire. Il tabellone riuscì a resistere al suo posto fino alla primavera del 1989, quando venne smontato dopo la finale di coppa UEFA tra Napoli e Stoccarda per far posto alla copertura. Non solo, vennero rimossi anche i riflettori e il San Paolo, per tutta la stagione 1989/90, restò senza illuminazione. Alcuni storsero il naso, qualcun altro la prese male. Fu il caso del presidente del Napoli, Corrado Ferlaino, che lamentò danni per miliardi derivanti dalle mancate notturne in quella stagione. La situazione, nel frattempo, precipitò: venne addirittura messa in dubbio la presenza del San Paolo tra gli stadi del mondiale. Iniziò una corsa contro il tempo per rendere lo stadio agibile e si decise di procrastinare a dopo i mondiali la costruzione delle ulteriori nove file, il cosiddetto terzo anello. Impossibile montare un tabellone in uno stadio dove un anello ancora doveva essere costruito, a meno che non lo si fosse attaccato alla copertura. L'ipotesi venne scartata e quando ai primi di aprile il signor Hermann Neuberger, inviato della FIFA già amareggiato per quanto visto nel resto d'Italia, si presentò a Napoli per l'ispezione allo stadio di Fuorigrotta, del tabellone non c'era ancora traccia. In verità, un maxischermo venne montato, ma fuori lo stadio, sulla "Torre del Futuro" all'imbocco di via Claudio, lato CNR: nessuno ricorda di averlo visto in funzione. Non era possibile giocare partite di un mondiale in uno stadio dove non fosse possibile neanche conoscere il risultato e allora si decise di montare due display, posti sul divisorio tra anello inferiore e superiore, in corrispondenza dei Distinti e della tribuna Posillipo. Completamente neri e recanti l'intestazione "Stadio San Paolo – Napoli" vennero installati nel mese di maggio, a poche settimane dalla conquista del secondo scudetto da parte di Maradona e soci. Capaci di rappresentare una quindicina di caratteri, tutti alfanumerici, e alcune rudimentali animazioni, tra cui un pallino che, dissolvendosi, si trasformava nella parola "goal", fecero il loro esordio in Argentina-Unione Sovietica 2-0, prima partita di Italia '90 al San Paolo, il 13 giugno. Funzionarono regolarmente fino ad un Napoli-Torino del settembre 1993. Da quel momento in poi, quasi venti anni di mancato funzionamento ad eccezione di poche partite nel 1997. In quell'anno, per la gara internazionale Italia-Polonia del 30 aprile, i display vennero rimessi in funzione. Durarono un mese, poi si spensero per sempre. Sono passati quindici anni, da sabato i LED daranno le informazioni basilari. In attesa del tabellone, il "fratello" latitante dalla primavera del 1989.

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