Orzo, padel, criminalità e scherzi: la storia di Foket, il soldato del reggimento Hein che ammicca al Napoli

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<i>Orzo, padel, criminalità e scherzi</i>: la storia di Foket, il soldato del <i>reggimento Hein</i> che ammicca al Napoli

Napoli ed il Belgio, Belgio ed il Napoli. Un rapporto abbastanza stretto, vista la presenza di Dries Mertens. Oppure di Kalidou Koulibaly, arrivato dal Genk grazie a Rafa Benitez. Sarebbe potuto esserlo anche di Thomas Meunier, trasferitosi invece a Parigi sotto la Tour Eiffel. Potrebbere esserlo di qualcun altro, chissà. Magari di Thomas Foket, belga classe 1994 in forza al Gent e seguito dal Napoli

ORZO E PADEL - Leggendo Sport/Foot Magazine sembra di essere in una spa. No, non ci siamo rilassando: "E' una forma alternativa di allenamento che facciamo sempre dopo una brutta prestazione". Poi l'occhiolino, fatto dallo stesso Foket mentre parla davanti ad una tazza di orzo e prima di una partita di padel. Una bella storia, divertente e curiosa che, tuttavia, non può non partire dalla sua stagione al Gent: "Era inaspettato arrivare così presto in nazionale, ma ammetto di esser cresciuto e di aver cancellato il mio limite: ho imparato a pensare e a reagire come un difensore". Questo perchè a Gand il ruolo per lui era quello di esterno destro di una difesa a quattro, e mica si può pensare solo ed unicamente ad attaccare. "Conosco il mio potenziale - continua Foket - così come so quanti chilometri percorro in una partita. Dev'essere tutto perfetto, dalla lettura della gara alla precisione dell'ultimo passaggio. O il pensiero di poterla passare ad un compagno o di tentare la fortuna per conto proprio". Mentalità, ci vuole mentalità.

SOLDATO DEL REGGIMENTO HEIN - "C’est l’un des fidèles soldats du Régiment Hein". La RTBF lo definisce così, Thomas Foket. Ma i suoi inizi portano a Dilbeek, al campionato di basso livello che lo vedeva...attaccante: "Mi allenavo con loro già a 14 anni, giocavo col numero 10 e dribblavo un sacco: dovevo utilizzare bene il corpo per evitare i contatti, ma questo allenamento mi aveva già preparato per i duelli della Jupiler League. - ricorda Thomas - Il problema era nella mancanza di allenamento tecnico, io dovevo bruciare le tappe...". Leggi Bruxelles, pensi Anderlecht. Foket c'è stato, compagno di squadra di alcuni membri della nuova generazione belga: Dendoncker, Musonda, Tielemans. Quest'ultimo a 12-13, per Foket, era già mostruoso.

SCELTA DETTATA DALL'...UNIVERSITA' - In Italia dell'istruzione i calciatori spesso se ne fregano, o quantomeno non hanno tempo per far combaciare le cose. Nel caso di Foket, invece, è diverso: "Conoscevo Thomas da quando aveva dodici anni, conoscevo il padre ed un giorno lo chiamai - racconta Jean Kindermans, a capo del centro d'allenamenti dell'Anderlecht - Thomas venne ad allenarsi qualche volta non noi nel 2012, ma il suo papà non voleva che si allenasse quattro-cinque volte a settimane". Niente Anderlecht per Foket, per non disturbare la sua crescita. Per il futuro sarebbe meglio Gand, con il campus dell'università lontano solo un paio di chilometri dal centro d'allenamento. Pallone e libri, altro che università della strada. Giurisprudenza, in realtà: "Potevo combinare studi ed allenamenti, inoltre il Gent più di altre squadre mi ha integrato con i titolari e non con le riserve"

DIRITTO PUBBLICO, CRIMINALITA' E SCHERZI - Dovesse effettivamente arrivare a Napoli, i tifosi azzurri dovrebbero imparare a conoscere un patito di...diritto pubblico e non: Foket continua a dare gli esami perchè "mi piace ciò che riguarda la criminalità ed il diritto pubblico, ci aiuta a capire meglio il sistema complicato in cui viviamo...e a capire cosa possiamo o non possiamo fare". Un potenziale avvocato terzino destro, peraltro scherzoso come detto da lui stesso alla RTBF: "Prima ne facevo di più quando c'era Depoitre, adesso è più difficile: misi del chili sui piatti degli altri compagni, Raman si allenò con la bocca arrossita per mezz'ora. Scherzo all'allenatore? Spesso è lo staff ad iniziare".

VELOCE COME IL VENTO - Fatto sta che, prima di trasferirsi, Thomas un po' d'esperienza deve farla: Dilbeek Sport, un piccolo club della periferia occidentale di Bruxelles che militava in quarta serie. E' qui che Foket inizia a battagliare per farsi un nome, e che nome! "Aveva una massima capacità aerobica migliore di quella media in Jupiler League". A dirlo è Gunter Thiebaut, il suo agente, sempre a Sport/Foot Magazine. A confermare la storia è lo stesso giocatore: "Ho sempre avuto una gran gamba, mi piace correre: sarei potuto diventare un mezzofondista. Prima di prendere la patente, si offrirono di accompagnarmi ma ero sempre in bici". 

TROND E HEIN - Non è già un difensore, Thomas. Si diletta sull'out offensivo, ma sviluppa qualità che gli permettono di mettersi in mostra negli anni successivi al Gent. A gettarlo dietro è il norvegese Trond Sollied: "Mi provò lui in allenamento, pensavo fosse qualcosa di temporaneo perchè da difensore pressi in modo diverso. Però amo il mio ruolo, faccio entrambe le fasi: devo la mia carriera a questo risposizionamento". Foket ringrazia lui ed anche Hein Vanhaezebrouck, l'attuale allenatore che lo riportò in squadra dopo la valorizzazione all'Ostenda nel 2014: "Mi ha reso un calciatore flessibile: posso giocare a tre e a quattro. E' un costruttore, nel senso che ha disegnato anche i piani del nuovo centro sportivo del Gent. Rimanesse qui, si potrebbe pensare anche a fare qualcosa di buono in Europa" dopo la qualificazione agli ottavi di Champions dell'anno scorso. Trond ed Hein, Hein e Trond: se Foket è un calciatore di livello, lo deve a loro. La riconoscenza, sempre. Anche quando si debutta in nazionale contro l'Olanda, con la maglia dei Rode Duivels, la nazionale maggiore, debuttando contro l'Olanda ("Mister Martinez ha detto che ho giocato bene, m'ha dato fiducia", ricorda Foket).

VOGLIA DI ITALIA - Un aspetto che attrae di Foket è la chiarezza: "Il mio contratto scade nel 2018 e ho deciso di non estenderlo fino al 2019. Francamente, non capisco tutta l'eccitazione che c'è attorno a questa cosa: la proposta del Gent è sul tavolo, ma sono sicuro che entrambe le parti ne usciranno vincenti. Essere aperti ad una possibilità interessante dal punto di vista sportivo ed economico non è ancora un peccato, vero?". In Italia è arrivato quest'anno Sven Kums, ma il rendimento all'Udinese è stato decisamente negativo: "Per lui e Laurent Depoitre era una questione 'ora o mai più' vista l'età - continua Foket a Sport/Foot Magazine -, mentre io ho più tempo e voglio che certi criteri vengano soddisfatti: l'allenatore deve volermi, nonchè il campionato ed il sistema di gioco devono essere adatti a me. Una volta che questi elementi si combinano, allora si può fare. Visto Dennis Praet alla Sampdoria? E' uscito fuori dopo un periodo d'adattamento". Ad una condizione, però: "Prima penso a finire i playoff...ed i miei esami. Poi vedremo, anche se direi di no ad un club di livello pari a quello del Gent. Voglio ritagliarmi un posto anche in nazionale".

L'AMMISSIONE AMMICCANTE - Dove si vede Foket? "La mia preferenza va per il campionato tedesco, oppure per quello italiano perchè il mio profilo si adatterebbe meglio a questi tornei. Sono un buon corridore, ma non sono fisico: mi piacerebbe una squadra che sviluppa un calcio offensivo, con un sacco di possesso palla. Mi piacerebbe scoprire i miei limiti e porvi rimedio: sarebbe una sfida bellissima". Un po' come quella di Sarri, effettivamente. Se son rose, fioriranno. Si dice così no? Anzi, facciamo chiudere il tutto proprio a Foket: "Se avessi l'opportunità e questa fosse quella giusta, perchè non provarci?". Perchè no?

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