Zap Mangusta ricorda Maradona e risponde a Cabrini: "Diego non sarebbe mai andato alla Juventus"

Rassegna Stampa  
Zap Mangusta, figlio di PesaolaZap Mangusta, figlio di Pesaola

Diego Roberto Pesaola, figlio di Bruno Pesaola, racconta l'amicizia tra suo padre e Maradona e risponde alle parole di Cabrini

Diego Roberto Pesaola, in arte Zap Mangusta, autore di libri di filosofia e opere teatrali, ha conosciuto molto da vicino Maradona. Suo padre Bruno Pesaola, ex attaccante e allenatore del Napoli, scomparso cinque anni fa, ne fu uno deimigliori amici. La sua intervista oggi sulle pagine del quotidiano Il Mattino.

Quando nasce l’amicizia tra il Petisso e Maradona? «Si incontrarono appena Diego arrivò a Napoli. L’ho conosciuto anche io, venne in teatro per assistere al mio spettacolo “La passiflora scura” dedicato al tango, con le musiche di Astor Piazzolla.Maradona invitò papà al suo sfarzoso matrimonio a Buenos Aires nell’89, dove accadde un episodio che rivela l’ingenuità di quell’uomo. Furono vietate le telecamere, Diego voleva che fosse un evento privato, ma decine di ospiti girarono video e poi li consegnarono alle televisioni. Maradona avrebbe potuto fare tanti soldi vendendo l’esclusiva delle nozze ma era un generoso». 

Ma anche un uomo dalla vita sbagliata. "Credo che non sia un nostro diritto giudicare. Dicevamio padre: quello che fa fuori dal campo sono fatti suoi, se è laico ne risponde a se stesso e se è credente ne risponde a Dio. Maradona è stato indiscutibilmente un genio. Della pelota, sì, ma certamente un genio, che è l’assoluto dello specifico. Un dissoluto? L’elenco sarebbe lungo, possono bastare due nomi:Mozart e Caravaggio. Il genio non è inquadrabile e ha un peso complicato da gestire. Facile parlarne quando non si ha quella dote, l’unica che deve essere commentata: non ci interessa cosa ha detto Diego, ma quello che ha fatto sul campo".

Secondo Cabrini, Maradona si sarebbe salvato se avesse giocato nella Juve. "Non sarebbe mai andato nella Juve. Aveva scelto Napoli perché era come lui: geniale, anarchica, fantasiosa. Era qui il suo daimon, solo qui il seme poteva germogliare.Maradona non era solo fuori dagli schemi: era superiore a tutti. Quando andavo agli allenamenti, vedevo grandi calciatori, da Giordano a Bagni, che sembravano normali al suo cospetto". 

Cosa potrebbe dedicare il figlio di Pesaola a Maradona? «Un lavoro teatrale. Ci sto pensando perché mi hanno sempre colpito le persone che escono dagli schemi. Oggi siamo tutti costretti a vivere secondo rigide regole, direi da “juventini”, e non vediamo l’ora di tornare “napoletani” e impossessarci delle nostre gioie, di quella passione che ispirano i colori azzurri. I colori di Maradona». 

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