Dopo la retrocessione del Brescia in Serie C e la mancata iscrizione al campionato, seguite alla penalizzazione per l’uso di crediti fiscali inesistenti (che lui sostiene di aver acquistato in buona fede), Massimo Cellino rompe il silenzio. In un’intervista all’Unione Sarda, l’ex presidente del Cagliari – alla guida del club per 22 anni – ha ricordato gli anni in Sardegna e ha commentato le ultime vicende: "Mi manca il Cagliari, perché rappresenta la mia giovinezza e gli anni più belli della mia vita. Ma il calcio di oggi non è più quello che conoscevamo: il sistema è crollato, chi governa la Federazione ha distrutto tutto e chi prova a opporsi viene annientato. Io gioco solo dove non si bara".
Infine, un passaggio sulla retrocessione: "Non mi considero una vittima. Ho pagato una serie di circostanze negative, mentre la Sampdoria, con 200 milioni di debiti, è stata iscritta al campionato. Un commercialista bresciano mi ha venduto titoli con la quietanza dell’Agenzia delle Entrate e con il via libera della Covisoc. Poi, poco prima dell’iscrizione (in realtà due settimane), mi hanno detto che era tutto falso e che servivano 8 milioni in 24 ore per iscriversi in Serie C. Non li avevo: se l’avessi saputo li avrei trovati. E anche con la penalizzazione, con tre punti in più non sarei retrocesso".