ESCLUSIVA - Ruotolo: "Skhuravy, il 'furbetto' Aguilera e la tripletta a Wembley col Genoa. Mi piacerebbe allenare la Primavera del Napoli"

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Gennaro Ruotolo, ex centrocampista del GenoaGennaro Ruotolo, ex centrocampista del Genoa

Gennaro Ruotolo, centrocampista ex Genoa, ha parlato ai microfoni di CalcioNapoli24 della sfida di domenica e della corsa scudetto, toccando anche argomenti del passato

La maglia del Genoa è una seconda pelle, il Grifone nel suo cuore. Gennaro Ruotolo ha scritto pagine indelebili di colore rosso e blu e ora cerca una nuova sfida, per rilanciarsi. Vuole tornare in panchina, ci crede e aspetta la chiamata giusta. La redazione di CalcioNapoli24 l'ha raggiunto e queste sono le sue dichiarazioni:

Dal 1988 al 2002, una vita con il Genoa, una maglia tatuata addosso. Eppure all'inizio ci fu qualche problema alle visite mediche

“Parliamo di tantissimi anni fa. Un problemino, niente di che. Visite mediche che andarono via serene. Fu un controllo più generico. Qualcosa che venne fuori, ma il Prof. Scoglio mi volle assolutamente con se e si impuntò per avermi. Scoglio non ascoltò lo staff medico e decise di tenermi. I casi della vita".

Scoglio la scelse e la volle con forza. Le ha dato tanti consigli, quale quello che più le è rimasto impresso?

“Scoglio era avanti anni luce ed eravamo solo nel 1988. Il modo di fare, di allenare, noi che eravamo giovani siamo cresciuti subito. Ha dato tanta fiducia ai giovani e lo abbiamo ripagato con voglia di crescere, fare bene e arrivare".

Però anche con Bagnoli ebbe un buon rapporto...

“Anche. Bagnoli era la conferma il continuo di quello che di bello si era cominciato con Scoglio. Abbiamo mantenuto il tutto".

Un Genoa importante, un Genoa che aveva con se anche Skhuravy

“Eravamo incuruositi da questo personaggio che aveva fatto un grande mondiale nel '90 facendo il cannoniere. All'inizio era in difficoltà, da straniero, poi ha dimostrato il suo valore. Ha aiutato la squadra a crescere così come il calcio italiano ha aiutato a crescere lui. Un giocatore determinante negli anni di Genoa".

Però la partita delle partite resterà sempre quella di Anfield Road contro il Liverpool, ma quella tripletta a Wembley...

“Una delle tante, però. (ride, ndr) Tre, quattro gol all'anno li segnavo. Un qualcosa che sorprese me, e anche il pubblico. Era la finale del Torneo Anglo-Italiano, vinto dal Genoa battendo in finale per 5-2 il Port Vale. Uno stadio incredibile. Al nostro ingresso vennero i brividi. Una tripletta non da tutti i giorni".

E Aguilera, un calciatore 'pazzo', nel senso buono...

“Calciatori che ci hanno fatto crescere tanto, anche a livello internazionale. Solo con furbizia, con loro, riesci a crescere. Un nanerottolo furbetto con tanta esperienza sulle spalle, seppur giovane. Il suo modo di fare calcio era unico. All'inizio anche da lui eravamo incuriositi. La cosa bella è che con Skhuravy si trovava alla meraviglia".

Le piacerebbe far parte del settore giovanile del Napoli

“Mi piacerebbe tantissimo. Una società che fa crescere i giovani, lavora bene e ci tiene a fare cose importanti. Una cosa che prenderei molto in considerazione, ma so che è difficile, anche se spero in una chiamata. Con i giovani ci ho lavorato: tu fai crescere loro e loro te".

Due gare ben giocate dal Napoli contro Roma e Inter ma a casa un solo punto. La Juve è ora a +4. Serve centrare 10 vittorie per gli azzurri, compreso all'Allianz Stadium

“Se vuoi puntare a vincere lo scudetto, queste gare non le puoi perdere. La sconfitta con la Roma ha un po' frenato il tutto. E' difficile dare un giudizio, ma niente è perso. C'è da continuare a fare bene e proseguire su quanto fatto fin qui. Serve ripartire. La differenza tra la Juve e tutte le altre squadra è proprio questa: la continuità. Punta al risultato, è cinica, non perdona. Quando c'è da vincere lo fa".

Un Napoli che punta tutto sul campionato tralasciando le coppe, una scelta giusta? Se alla fine non sarà scudetto, alla luce di quanto dicevamo prima sulle coppe, sarà una stagione deludente o fallimentare?

“Una bella domanda. Il Napoli ha fatto vedere un gran bel calcio. Senza vittorie alla fine è fallire, vero, non lo possiamo nascondere anche se va sottolienato quello che ha fatto vedere fin qui. Dispiace vederlo fuori dalle coppe. Puntato solo il campionato, senza vittoria è deludente? Non lo possiamo dire ora, servirà aspettare la fine della stagione. Ora deve pensare a fare bene. Deve solo pensare a riprendere la Juventus".

di Ciro Novellino

RIPRODUZIONE RISERVATA

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