Cruciani arrestato nel 1986 per scontri tra tifosi, Ziliani provoca: "Omonimia?" [FOTO]

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Cruciani arrestato nel 1986 per scontri tra tifosi, Ziliani provoca: Omonimia? [FOTO]

Giuseppe Cruciani arrestato nel 1986 per scontri tra tifosi dopo Brescia-Lazio

Davvero clamoroso il tweet pubblicato dal giornalista Paolo Ziliani che ha reso pubblico un articolo risalente al 1986 che parla di un tifoso laziale arrestato in seguito a degli scontri di nome Giuseppe Cruciani. A que punto, inevitabile l'ironia da parte sua:

"Ci sono sinistre coincidenze, è vero; oltre all'omonimia, il fatto che il Cruciani de "La Zanzara" sia tifoso della Lazio proprio come il Cruciani finito in gattabuia e che l'arrestato avesse vent'anni proprio come li aveva, al tempo, il Cruciani opinionista degli anni Duemila. E chissà com'era, nella foto segnaletica, la faccia del Cruciani finito in gattabuia; ma io non ho dubbi, niente a che vedere col viso slavato, sormontato da ciuffo non lavato, del nostro moderno eroe del tubo catodico”.

Questo l'articolo di Repubblica datato 21 gennaio 1986

"Marco Bartolomucci sta meglio. Il diciassettenne tifoso laziale, gravemente ferito da una coltellata domenica prima della partita, è stato sottoposto ad un lungo e delicato intervento chirurgico. "Come è finita?" ha chiesto ai medici, appena si è ripreso dagli effetti dell' anestesia. In carcere, in stato di fermo, si trova da ieri mattina con l' accusa di tentato omicidio Roberto Giancarlo Racis, di ventuno anni, residente a Brescia in via Cremona. Altre cinque persone sono state arrestate. Marco Bartolomucci, che abita a Roma in via Rosselli 7 ed è figlio di un notaio, era arrivato allo stadio di Mompiano poco dopo le 13 in compagnia di un amico, Luca Andreotti, diciannove anni, anche lui residente a Roma. Fuori dai cancelli, a poche decine di metri dalla biglietteria, i due avevano cominciato a giocare a pallone per ingannare l' attesa. A loro si erano presto aggregati alcuni dei tifosi romani, pochi per la verità, giunti a Brescia con alcuni pullman. La tragedia è scoppiata improvvisa all' arrivo di una ventina di teppisti bresciani. Sono cominciate a volare parole grosse, qualche spintone. Poi, dalle parole si passava ai fatti e in mezzo alla rissa spuntava la lama di un coltello. Marco Bartolomucci si accasciava a terra, in un lago di sangue, colpito all' emitorace sinistro: il coltello gli aveva sfiorato il cuore forando il sacco pleurico. Le sue condizioni appaiono disperate. Piangente e sotto choc, l' amico Luca Andreotti si allontanava subito dal luogo della tragedia. Incontrava un altro ragazzo, Roberto Zanetti, un bresciano. Credendo di riconoscere l' accoltellatore, lo colpiva duramente. Un altro ferito. Un' altra corsa all' ospedale. A questo punto la cronaca degli avvenimenti si ingarbuglia. Mentre gli addetti alla biglietteria cercavano di prestare i primi soccorsi e le ambulanze arrivavano a sirene spiegate, gli scontri continuavano. Avuta notizia dell' accoltellamento, le truppe della tifoseria laziale e locale si ingrossavano. Un' auto, con targa romana, veniva seriamente danneggiata, il conducente strattonato e picchiato. Cominciavano nel frattempo i primi arresti. Si temevano altri scontri, fortunatamente invece la partita è filata via liscia. Ma alla fine del match, nei pressi della stazione, quando i laziali hanno lasciato lo stadio, la tensione tornava a salire. Nonostante lo schieramento di polizia e carabinieri che presidiavano tutto l' isolato, un gruppetto di laziali ha distrutto la vetrina di una pizzeria. L' episodio teppistico rischiava di finire in tragedia. Il proprietario, uscito dal locale, agguatava un ragazzo; ma gli altri ultras lo minacciavano con un coltello puntato alla schiena. Quando è tornata la calma erano passate da poco le 18. L' assurda fiammata di violenza, autentica guerriglia urbana, si spegneva. In ospedale le condizioni di Marco Bertolomucci apparivano gravi. Fuori pericolo invece Roberto Zanetti. Molto spavento, ma niente danni, per Alessandro Campedi, il laziale conducente della Ritmo coinvolta nei disordini. In questura intanto tifosi di opposti schieramenti venivano interrogati e fermati. Su uno di loro pesa l' accusa di tentato omicidio. E' Roberto Racis, il giovane che un vigile urbano avrebbe visto, con il coltello in mano, fuggire disperatamente dal luogo dell' aggressione. Bloccato nei pressi del bocciodromo a bordo di una Panda, il giovane deve essere ancora interrogato dal magistrato. Il bilancio degli scontri non finisce qui. Altri tre ragazzi, tutti e tre romani, sono nel carcere di Canton Mombello, arrestati con l' accusa di violenza privata e danneggiamenti. Sono Giuseppe Cruciani di vent' anni, Daniele M. di 17 e Fabrizio Ferraioli di 20. Sono stati già giudicati col rito direttissimo, invece, Luca Andreotti e Massimo Marini, quest' ultimo assolto con formula piena. L' altro giovane, che dovrà essere processato separatamente per le lesioni provocate allo Zanetti, è stato condannato a un mese di carcere - trasformato in due mesi di libertà controllata - per essere stato pescato con un sasso in mano. Ai giudici il ragazzo ha parlato di un bi

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