Raffaele Sergio: "Conosco il presidente e possiamo escludere lui per la panchina del Napoli"

Le Interviste  
Raffaele Sergio: Conosco il presidente e possiamo escludere lui per la panchina del Napoli

Il commento sul nuovo allenatore del Napoli e la stagione azzurra

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Raffaele Sergio, allenatore ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Udinese. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Si è fatto un’idea dei motivi di una stagione deludente come quella degli azzurri?

“Un po’ l’appagamento, un po’ qualche scelta affrettata. Non si è avuto il giusto equilibrio nel resistere sulle scelte iniziali. Si è seguita l’opinione popolare sull’esonero di Garcia e questo può aver influito sul prosieguo della stagione. Non era facile sostituire Spalletti, ma quando si sceglie un tecnico, bisogna avere la forza di sostenerlo e garantirgli più tempo. Da questo si capisce se è l’allenatore giusto. La fretta ha portato a questa mancanza di equilibrio”.

L’errore, dunque, è proprio quello di non aver dato fiducia e tempo a Rudi Garcia?

“Spalletti ha fatto qualcosa di straordinario. Poi, bisogna avere la forza e la costanza di sostenere un allenatore. Tutti erano convinti fosse la causa dei problemi degli azzurri, arrivando ad un cambio che non ha garantito i risultati auspicati. Sono sempre dell’idea che, quando si sceglie un allenatore, bisogna cercare di dargli massima fiducia”.

Quale sarebbe la scelta giusta per il futuro della panchina dei partenopei?

“Se vediamo le scelte degli ultimi anni, a parte Ancelotti, sono sempre state di seconda rilevanza, come lo stesso Sarri, pur essendosi rivelate di successo. In questo momento, molto dipenderà da quel che vuole la proprietà. Le scelte della società, negli ultimi anni, sono sempre state indirizzate alla valorizzazione di tecnici poco conosciuti. Dopo quest’anno bisognerà resettare tutto. Ci sono allenatori bravi in giro. Sarà importante non avere fretta”.

Antonio Conte, dunque, non sarebbe in linea con la politica del club?

“E’ un allenatore che, prima di tutto, tende a comandare al 100%. Conoscendo il presidente, non sarebbe un rapporto facile. Che sia un top mondiale è fuori discussione, ma è anche esigente. La linea societaria non mi sembra andare in questa direzione. Le dichiarazioni del tecnico leccese denotano il suo apprezzamento per la piazza azzurra. Tuttavia, si rischierebbe di andare allo scontro con due personalità così forti. Ripeto, inoltre, che la storia del club ci dice che il Napoli è sempre andato su scelte intuitive”.

Cosa si aspetta dalla sfida di questa sera?

“In campo ci vanno i calciatori e contano sempre le motivazioni. Se il Napoli non avrà niente da perdere, la gara potrà essere anche a favore dell’Udinese. Le ultime partite, lo sappiamo benissimo, fanno sì che influiscano molto i valori in campo. Se non si ha nulla da perdere, si tende sempre a dare una mano. Si è sempre fatto. In campo ci si parla e si cerca di trovare una soluzione”.

È davvero pesata così tanto l’assenza di Kim in stagione?

“Non credo, ha fatto fatica anche al Bayern, dove ha perso il posto. Devo dire c’è stato un po’ di appagamento da parte di tutti. C’era sempre la parola in più e la corsa in meno. Pensavo che almeno tra le prime quattro il Napoli potesse arrivare, vista la qualità della rosa. Sia gli infortuni che la Coppa d’Africa, però, hanno influito ulteriormente”.

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