Suicidio tattico e cambi scellerati: ieri l'ha persa Rudi Garcia

Editoriale  
Suicidio tattico e cambi scellerati: ieri l'ha persa Rudi Garcia

Il tecnico principale colpevole della pesante sconfitta con la Fiorentina

"E' stato capace di distruggere una macchina perfetta"; è questa la frase più utilizzata in città in queste ore (ma in generale in queste settimane) nei confronti di Rudi Garcia. Purtroppo tale pensiero non si distacca troppo dalla realtà. Perché nel giro di pochi mesi, come ormai appurato dai risultati, si è registrata un'involuzione che sa di tracollo profondo passando da una squadra ultra-organizzata, capace di stracciare un campionato come mai nella storia della Serie A, a un gruppo che ha smarrito qualsiasi identità tattica e che ha di conseguenza perso anche le proprie certezze. 

Al tecnico francese mai sarebbe stato chiesto di guidare per un'intera stagione questo organico col pilota automatico, in modalità spallettiana andando così semplicemente di inerzia, ma di certo non rivelandosi nemmeno così invasivo sil dall'inizio smontando piano piano pezzi sacri di uno scacchiere che ha appunto scritto la storia nel calcio italiano. Movimenti, funzioni ed equilibri: è partito da Lobotka finendo per stravolgere tutto

Il risultato finale è di una grossa, inaccettabile, confusione. Giocatori settati per un determinato gioco ma costretti a fare tutt'altro. Confusione poi acuita dallo stesso allenatore con una serie di mosse difficilmente comprensibili. Resta ancora nella mente il famoso cambio Kvara-Zerbin di Genova e altre scelte poco logiche si sono susseguite nelle gare successive. 

Ieri, a tal proposito, c'è stato un altro picco di caos. Mezz'ora di gioco: Anguissa si ferma e il tecnico, con un Napoli già palesemente in difficoltà in balia di una Fiorentina dominante a centrocampo, rapida e con un ottimo pressing, inserisce Raspadori esponendo ancor di più il fianco squilibrandosi con un 4-2-3-1 sì più offensivo ma appunto molto più esposto. Non per Jack il cui ingresso ha dato brio in avanti, ma appunto per una questione di schieramento. 

Al 57esimo, appresa la mossa sbagliata e del predominio viola in campo, si ricopre inserendo Cajuste ma eliminando uno dei più brillanti e pericolosi di questo inizio stagione e in particolare anche di ieri: Politano. A un quarto d'ora dalla fine, quando bisogna dare l'assalto finale per cercare almeno il pareggio, il pericolo numero uno dei campioni d'Italia, Osimhen, inserendo Simeone al suo posto con Lindstrom al posto di Zielinski e Gaetano rivelando Lobotka.

L'ultima parte della gara è dunque avvenuta col duo Gaetano-Cajuste in mediana, come se la sofferenza non fosse stata abbastanza, e senza l'uomo simbolo che può cambiarti la gara con una giocata. Centravanti che, se avesse potuto, gli avrebbe quasi riurlato lo stesso concetto: "Perché non giochiamo a due punte?". Morale della favola: ieri l'ha persa Garcia. Nel prepararla, nelle scelte e nei cambi. 

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