Sovrasta Fuorigrotta, lo si nota da qualsiasi angolazione. Lo stadio San Paolo è la costruzione più imponente della vallata flegrea: un gigante, vulnerabile come una capanna. Non è un impianto sicuro: sono troppi i punti oscuri, cunicoli, passaggi che portano nel ventre del catino, lì dove ci sono spogliatoi, uffici, palestre, salette. Si tratta di locali che dovrebbero essere irraggiungibili, e invece lo stadio è una groviera. I lavori per Italia '90 non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. Già nel 1995, dopo soli cinque anni dalla rassegna iridata, la commissione di vigilanza decise di dichiarare inagibile il San Paolo: il mancato funzionamento del sistema di telecamere a circuito chiuso e la fatiscenza di alcune strutture che avrebbe permesso ai teppisti di procurarsi corpi contundenti da usare in occasione degli scontri portarono all'annullamento di una amichevole tra il Napoli e la Dinamo Bucarest. Poi si mise una pezza a i e il provvedimento venne revocato. Il San Paolo è, dal punto di vista della sicurezza, un problema storico, annoso. Nel 1994, a qualcuno venne in mente che per Italia '90 erano stati acquistati televisori, 530 telefoni Italtel, 15 telefoni cellulari, 56 macchine da scrivere, 7 fotocopiatrici e un centinaio di computer che erano poi stati depositati nei sottoscala dello stadio, una volta finiti i mondiali. Si andò a cercarli, non si trovò nulla: era scomparso tutto. Oggi come allora, il grande stadio napoletano è teatro di avvenimenti a tinte fosche, aldilà di sottoscala che si allagano, novelli sposi che consumano notti d'amore in garconniere di fortuna e botti ritrovati inspiegabilmente. Se ce l'hanno fatta le spose ad intrufolarsi, seppur grazie a qualche mazzetta, allora ce la possono fare veramente tutti.
Esternamente, la struttura è circondata dalle barriere imposte dal decreto Pisanu: un reticolato facilmente aggirabile che serve (poco) al prefiltraggio dei tifosi prima dell'ingresso allo stadio. Si tratta di un ostacolo facilmente aggirabile. Come lo è il muro all'ingresso, superabile senza troppi problemi. Il punto maggiormente critico è il parcheggio sotterraneo abbandonato. Venne costruito per i mondiali del 1990, doveva ospitare duemila autovetture in occasione delle partite, non è mai entrato in funzione. L'ingresso è nel sottopasso di Via Claudio, si notano ancora i resti delle colonnine elettroniche e il varco d'accesso murato. Peccato che si accede lo stesso: lo testimoniano i tanti buchi nei muri. Una volta nel parcheggio, ci si ritrova in locali sinistri, non illuminati e malfrequentati fin dai primi anni novanta: dai tossicodipendenti ai satanisti, molta gente si è data a comportamenti poco edificanti, da quelle parti. Il parcheggio si sviluppa su più livelli, collegato da rampe di raccordo. Al livello due c'è una porta, che stando ad un cartello dovrebbe portare alla tribuna autorità: il passaggio finisce in un'altra porta, murata. E' un esempio di come esistano tanti varchi, anche poco conosciuti, che portano all'interno dell'impianto. In cima al parcheggio c'è l'uscita pedonale che avrebbe dovuto condurre gli automobilisti all'interno dell'impianto. Il varco è murato ma sul tetto venne praticato un buco che, con ogni probabilità conduceva all'interno dello stadio. Da quelle parti, nella zona del sottopasso di via Claudio, gli operai sono stati spesso chiamati ad otturare fori praticati ad arte, atti a creare un sistema di cunicoli che spunta nella zona della curva A. Buchi che, regolarmente, sono stati riaperti da qualcuno. Non deve essere difficile agire per o che si prendono la briga di aprire tali varchi. La zona antistante la facoltà di Ingegneria, lato tribuna Posillipo, e il piazzale antistante la curva B, di sera, sono decisamente lugubri. Anche lo stesso sottopasso, in alcune aree, è poco illuminato. Da quel lato, non è difficile introdursi senza troppi problemi nello stadio. Magari, o che hanno manomesso il sistema di videosorveglianza dello stadio sono passati proprio da quella parte. Tale sistema è da sempre nel mirino dei teppisti: fino a qualche tempo fa le telecamere venivano manomesse spruzzando vernice spray sull'obiettivo, oggi si è passati direttamente al sabotaggio complessivo. Collegare tale episodio all'inaridimento improvviso del manto di gioco dello stadio di Fuorigrotta viene quasi naturale. Un fenomeno del genere, al San Paolo, non si era mai visto, Eppure, le estati calde non sono mancate negli ultimi anni. Lo hanno pensato anche in Procura, aprendo un fascicolo per far luce sull'accaduto. Aldilà degli sviluppi dell'indagine, resta un dato di fatto: c'è un altro San Paolo, diverso da quello delle festanti gradinate della domenica. E' quello dei cunicoli, dei passaggi segreti: uno stadio che prende vita quando non dovrebbe, per ragioni oscure, che andrebbero decifrate.