IL PELLEGRINAGGIO - Il vero pellegrinaggio per chi crede nel Dio del calcio, fa capolino a Miano. Perché di pellegrinaggio si tratta, al di là della sacralità che contorna la figura di Diego Armando Maradona. Il riferimento è ai diversi pullman da viaggio parcheggiati all’esterno dell’esposizione del Club Napoli intitolato a Saverio Silvio Vignati che ha ricoperto per trent’anni il ruolo di responsabile-custode dello stadio San Paolo ed in particolare dello spogliatoio del Napoli.
Famoso il suo legame stretto col Pibe de Oro (In foto Maradona con la famiglia Vignati). Inutile ricordare i vari aneddoti: dalle cene a casa Vignati all’auto in panne, sino ai rapporti che sono continuati anche dopo la scomparsa di Saverio. Superfluo aggiungere che il legame era particolarmente rinsaldato dalla moglie, Lucia Rispoli, che ha fatto da tata per tutti gli anni di permanenza di Maradona a Napoli.
IL PROGETTO MUSEO DELLA FAMIGLIA VIGNATI - I pullman parcheggiati giustificano la folla all’esterno di un cancelletto riconoscibile dalla targa del Club. Qui si trova il museo di Maradona, proprio a Miano. Ad accoglierci c’è il figlio, Massimo Vignati. Persona determinata e dalle idee chiare: “Dopo aver annunciato le mie intenzioni nei giorni scorsi, ha avuto contatti con l’amministrazione comunale. Si sono interessati per trovare una soluzione. Io vorrei che si realizzasse un museo con questi cimeli all’interno dello stadio San Paolo: per fare questo è ovvio che c’è bisogno di garantire requisiti di sicurezza. La mia tra l’altro vuole essere un’iniziativa senza scopo di lucro. Gli eventuali proventi verrebbero destinati ai bambini che soffrono, quelli dell’ospedale Pausilipon. Diversamente, se non è possibile realizzare questo mio sogno a queste condizioni, dico che per me questi cimeli possono restare qui anche a vita”.
Contatti avviati dunque col Comune, come ci conferma il consigliere Salvatore Flocco. Nei prossimi giorni, in pratica, ci saranno dei visitatori d’eccezione all’esposizione, ovvero il sindaco De Magistris e l’assessore allo Sport, Pina Tommasielli. A breve dunque ci sarà un incontro ed una visita alla mostra.
Nessun contatto invece con la SSC Napoli: “Non ho sentito nessuno e non ho ancora ricevuto alcun tipo di contatto con la società”
Difficile restare indifferenti dinanzi al valore dei cimeli e al significato che portano con sé. Così Massimo ci ha aperto le porte della mostra insieme al resto della folla che attendeva all'esterno, alquanto impaziente e vogliosa di rivevere anche solo per un'istante quegli anni di vera gloria. Tanti i ricordi legati al numero 10. Il luogo predisposto alle reliquie si trova in un seminterrato dello stesso palazzo dove abita e con fare da guida, Massimo regala piccoli aneddoti e speiga l'importanza degli oggetti preziosi.
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DIFFICILE RESTARE INDIFFERENTI - Come non restare a riflettere per pochi minuti davanti al pallone che ha cambiato la storia del calcio Napoli e anche del calcio italiano: ovvero quello dello storico 3-1 a Torino ai danni della Juve, che spianò la strada verso il primo scudetto.
IL CONTRATTO - Di indubbio valore resta il primo contratto firmato da Maradona con la società azzurra. Incorniciato e tenuto come una reliquia, porta con se un buon numero di leggende legati a storici e risaputi retroscena.
LE MAGLIE - Un percorso arricchito dalle tante maglie indossate da Diego nelle stagioni azzurre ma anche quelle degli inizi della carriera. Non possono mancare le maglie che ha indossato con la nazionale Argentina, col Boca junior, col Siviglia e Newell's old boys
ALTRI CIMELI - Incredibile ma vero. All'interno della mostra non potevano mancare alcune 'chicche'. All'apparenza possono sembra normali oggetti, ma raccontano tanto della vita del Maradona calciatore. C'è infatti il pallone fabbricato dalla Puma su commissione proprio dal Pibe de Oro. Un pallone unico al mondo, che Diego utilizzava solo in allenamento
L'UNICA PANCHINA - Direttamente dallo spogliatoio azzurro ecco la panchina personale di Maradona. Un regalo consegnato nella mani di Vignati ulteriormente avvolorato dal fatto che si tratta dell'unica panchina che Diego conoscesse: era davvero difficile tenerlo fuori
LA PUNTUALITA' - La puntualità agli allenamenti non era di certo il suo forte. Ecco l'orologio che onorava la vittoria dello scudetto, indossato a lungo da Maradona: di certo non sarà servito per ricordarsi di andare al campo d'allenamento.
CURIOSITA' - Nei momenti di pausa, come si evince anche dai racconti dei magazzinieri, Maradona & company accompagnavano il relax con una buona dose di caffè. La curiosità sta nella stima dell'oggetto: è stato valutato circa 5mila euro
UN RICORDO COSì COSì - Erano di Maradona e questo basta. Il ricordo della partita purtroppo non è dei più belli. Ecco i guanti e le scarpette usate durante la sfortunata trasferta di Coppa Campioni a Mosca. Il Napoli fu eliminato ai rigori.
RICORDO MONDIALE - Queste sono le scarpette usate da Diego in una partita molto particolare del Mondiale '90. Si tratta della semifinale Italia-Argentina giocata allo stadio San Paolo: tante le polemiche. I napoletani furono accusati di fare il tifo per Maradona. Il 'Beniamino' (mascotte di Italia 90') qui sotto ritratto è stato consegnato personalmente da Pelè nelle mani di Maradona (foto in piccolo)
PRIMO PIATTO - Questo che può sembrare un semplice piatto d'orato, negli anni 80' era il premio che si consegnava alla squadra vincitrice dello scudetto. Oggi si consegnano le medaglie. Si tratta dunque di un 'primo piatto': quello del 1987
Ecco Massimo Vignati (al centro con la felpa bianca) insieme ad alcuni presidenti dei Club Napoli