Bucchioni: "De Laurentiis proverà a vendere Mertens e Callejon a gennaio, Insigne e Koulibaly via a giugno"

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Bucchioni: De Laurentiis proverà a vendere Mertens e Callejon a gennaio, Insigne e Koulibaly via a giugno

Enzo Bucchioni scrive il suo consueto editoriale su Tmw: 

"A Napoli, invece, c’è stato il Big Bang. Niente sarà più come prima e da oggi tutti i protagonisti di questa vicenda andranno verso strade nuove e un futuro diverso. E’ la fine di un ciclo. Quello che succede in classifica si vede e l’obiettivo scudetto sbandierato in estate è pura utopia. In Champions allenatore e giocatori potranno forse ritrovarsi per amor proprio, visibilità futura e soldi, qualcosa di buono faranno per loro stessi, ma sarà dura. Nella amara vicenda del ritiro, De Laurentiis ha ragione, i giocatori hanno sbagliato e prima di loro Ancelotti a far sapere che non era d’accordo, ma tutto il resto nasce da strategie e valutazioni sbagliate proprio da De Laurentiis.

E perché un presidente così scafato s’è fatto scoppiare tutto in mano?

Chiedere i danni ai giocatori (500 mila euro?) è una magra consolazione, diciamo che per tutto il resto ha perso.

E una spiegazione c’è. Nasce dall’orgoglio smisurato, dall’eccesso di ego, dalla convinzione tutta personale che Adl nel calcio sia un re Mida. E la storia nasce dall’addio di Sarri.

Per Adl è stato uno smacco, ma come sua abitudine ha voluto rilanciare perdendo il contatto con la realtà. Via Sarri ha preso l’allenatore più vincente. Sulla carta il migliore. E gli ha chiesto di vincere, lo ha dichiarato più volte: da Ancelotti voleva lo scudetto. Sottovalutando o sopravvalutando tutto il resto. Quel Napoli era nato con Sarri e per Sarri. L’addio dell’allenatore significava la fine di un ciclo. Adl non ha capito che molti giocatori (quasi tutti) erano cresciuti con il gioco di Sarri, che avrebbero soltanto peggiorato il rendimento. Per di più Adl ha preso un allenatore con idee tattiche diverse dal predecessore e quello che è successo è storia. L’esperienza e il carisma di Ancelotti per un po’ hanno mascherato, ma i segnali di disagio sono arrivati forti e chiari, dalle litigate ai troppi cambi di moduli e di uomini, dall’involuzione di troppi giocatori. Il piano anti-Sarri è saltato. Se Adl avesse messo da parte l’orgoglio senza dire “senza Sarri faremo meglio”, avrebbe capito di vendere al momento giusto i giocatori che avevano mercato e volevano andarsene, per poi reinvestire e fare la squadra per Ancelotti. Niente di tutto questo è successo. Gli errori si sommano. L’aver tirato troppo la corsa con Allan al Psg, poi Insigne, i rinnovi, Koulibaly. Non è un caso che la rivolta sia stata guidata proprio da questi giocatori scontenti, i figli di Sarri.

Per salvarsi Adl ha provato a prendersela con Ancelotti, lo avrebbe cacciato volentieri da tempo per dare tutte le colpe a lui, ma s’è ritrovato prigioniero di un contratto multimilionario e di un uomo scafato. Ancelotti ne ha viste tante, è al di sopra del bene e del male.

Neppure prendersela in maniera eccessiva con gli arbitri ormai non funziona più.

Questa è la storia, per certi versi triste. Adl ora proverà a vendere Mertens e Callejon già a gennaio, ma sarà durissima. Insigne e Koulibaly saranno l’oro di giugno, soldi per rifondare.

Finisce male una delle più belle squadre degli ultimi vent’anni, ma Adl paga i sistemi da padrone delle ferriere che nel calcio non funzionano. Adl in questi anni ha fatto calcio benissimo, ma l’hanno fregato i rapporti. Se tutti quelli che se ne vanno sbattono la porta un motivo ci sarà. E se è vero che Sarri a Napoli l’ha portato lui, è anche vero che non l’ha voluto trattenere…

E questa è solo una delle tante storie che stanno affondando una grande idea di calcio.

E’ fin troppo condivisibile sostenere oggi che i giocatori non si sono comportati da professionisti, che hanno sbagliato, che andrebbero trattati come disse una volta Lippi, ma quando si arriva a certi punti i limiti di una società incapace di vedere, di prevedere e di risolvere i problemi, sono tutti lì a dimostrare che Adl, un uomo solo al comando, non può più funzionare. Il ritiro era l’ultimo dei problemi, è stato solo l’innesco, Adl sapeva tutto già quindici giorni fa quando ha attaccato i giocatori pubblicamente in un disperato, duro tentativo di richiamare tutti ai propri doveri. Troppo tardi, ora ripartire sarà durissimo".

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