Dura giusto sette giorni il primato solitario del Napoli. Pressione e vertigini d’alta quota, forse troppi elogi (interni ma soprattutto esterni) hanno fatto il paio con i gol di Destro (doppietta) e la rete di Rossettini che inchioda il Napoli alla seconda sconfitta stagione dopo quella in casa del Sassuolo. Si ferma sul 18 la ruota di Sarri: diciotto risultati utili consecutivi, con la sconfitta che non aveva volto dal 23 agosto scorso. Il Napoli perfetto, che sembrava imprendibile, prende tre gol tutti insieme (non era mai accaduto), ma riesce con un sussulto a trasformare il risultato da perentorio a di misura, grazie alla doppietta del solito Higuaìn, che vola in classifica cannonieri segnando ben 14 gol in 15 partite e portandosi ai livelli di Messi e Cristiano Ronaldo.
MA I GUAI SONO ALTRI. Gli azzurri perdono il primo, ma anche il secondo posto. L’Inter torna in testa grazie alla vittoria di sabato sera contro il Genoa. Anche la Fiorentina passa avanti avendo vinto in casa con l’Udinese. Ed ora già si tratta di risalire la china: giovedì l’intermezzo inutile di Europa League (Napoli già qualificato da primo ai sedicesimi) e domenica il big match alle 18 contro la Roma al San Paolo. Il ko col Bologna non intacca l’entusiasmo dei tifosi, almeno dal punto di vista della corsa ai biglietti. Lo stadio di Fuorigrotta sarà gremito come non mai, con numeri che si avvicineranno (e forse anche superare) il record di 54.500 tifosi visti lunedì scorso contro l’Inter.
COSA È SUCCESSO al Napoli? Va detto che la squadra di Sarri non è imbattibile. Se perde il Real Madrid o il Barcellona possono perdere anche gli azzurri. I numeri, sia in attacco che in difesa, erano quasi irrealistici. Impossibile proseguire con questa media. È anche vero che il Napoli non ha mai vinto quando è andato sotto (Sassuolo, Sampdoria e appunto Bologna) ma la reazione stavolta, seppur tardiva c’è stata. Due prodezze di Higuain a tempo quasi scaduto hanno ridato un sussulto a una squadra che ha offerto una prestazione deludente. In particolare dal punto di vista difensivo dove non si è vista la solita armonia e compattezza. Ma errori pesanti anche in attacco, con Callejon che oltre un palo si è divorato almeno un paio di occasioni limpide.