Il problema c'è. E si vede pure. Perché i dati parlano chiaro: dopo 15 giornate di serie A le 20 squadre contano 63 infortunati in contemporanea. Decisamente alto come numero se si prende in considerazione il fatto che le rose sono sempre più ampie e che da due anni sono stati ufficializzati i 5 cambi a partita.
Come riporta Il Mattino:
"Il Napoli lo sta pagando sulla propria pelle, visto che dopo la trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo sono addirittura tre i calciatori che dovranno rimanere ai box (per un periodo anche medio-lungo). Insigne, Fabian Ruiz e Koulibaly, per altro, si vanno ad aggiungere a Osimhen e Anguissa, colpiti da altri infortuni nelle scorse settimane. «Ma non credo che siano infortuni di natura tecnica: perché allenatore e staff hanno organizzato bene i carichi facendo attenzione a tutto», spiega Giovanni Andreini, preparatore atletico che fa parte dello staff di Roberto Donadoni. «Penso ci sia una serie di concause che intercorrono come le troppe gare una dopo l'altra, lo scarso recupero e il cambio di clima. Questo perché non sono infortuni della stessa natura e nella stessa parte del corpo. Le tante partite ti stancano mentalmente e il recupero è una delle fasi più importanti dell'allenamento».
Di altra opinione è l'ex preparatore del Napoli Corrado Saccone:
«Il giocatore che gioca più di mille minuti consecutivi è a rischio infortuni. Bisogna lavorare sul recupero psicofisico del giocatore, soprattutto quando gioca una partita importante con il club e subito dopo un'altra con la nazionale. Meglio un giorno di riposo in più che correre rischi».
Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori:
«Ce poco da fare: le partite ravvicinate penalizzano i giocatori, ma questa è la logica del mercato: tante partite per guadagnare tanti soldi in più. A me non piace questa logica e credo che il nostro mondo debba essere riformato. In tal senso la Federazione con il presidente Gravina ha intrapreso questo discorso, ma ora anche calciatori, allenatori e leghe devono fare fronte comune per portare avanti delle riforme».