Napoli - Antonio Corbo scrive il suo editoriale per Repubblica dopo Napoli-Juventus 1-0:
“Una serie di coincidenze avverse guida il Napoli verso la tredicesima vittoria, ma per eccesso di benevolenza lo aiuta anche a riflettere sugli errori. Il gol su rigore, che non sarebbe stato mai concesso, senza un’esemplare applicazione della Var, non certifica una nuova dimensione del Napoli, la riconquista di un gioco perentorio, avendo sofferto troppo per respingere il disordinato e illogico assalto della Juve. Rigore segnato da Insigne che con il puntiglioso coraggio del vecchio monello di provincia si ripresenta al dischetto, sapendo che non gli sarà mai perdonato un errore dopo quello che costò al Napoli la Supercoppa. Insigne suggella la sua splendida serata con una generosa prestazione a tutto campo, concedendosi anche un omaggio alla sua signora e alle altre, gli auguri di San Valentino stampati sulla maglia che porta sotto, siamo o non siamo nella città dei neomelodici?
Coincidenze avversere, già. Ce ne sono state. Ma aiutano il Napoli a riflettere. L’infortunio di Ospina a 20 minuti dall’inizio promuove titolare Meret, il portiere gioiello che Ancelotti guardava con ogni sognanti. Si rivela il gigante che De Laurentiis aspettava di vedere. L’assenza di Manolas e Koulibaly riapre un varco per Rrahmani che il presidente sperava di ammirare già contro il Verona, una decisione che acuì il dissenso nei confronti di Gattuso. Rrahmani è stato con Meret su tutti, due giovani che il Napoli ha finalmente rivalutato, e che migliorano il bilancio tecnico della stagione, se potranno ancora esprimersi. Sono stati infatti usurati giocatori che sembravano inamovibili, con ovvia svalutazione degli ultimi investimenti. Il 4- 2- 3- 1 ha retto bene perchè Osimhen senza mai nascondere i suoi limiti tecnici ha saputo tenere alta la squadra, impegnando De Ligt e Chiellini. Il 4- 4- 2 poi nel concitato finale. Dove poteva finire il campionato, ricomincia per Gattuso. Ha tutto per riprendersi la panchina e difenderla. A queste condizioni. Migliorare la condizione fisica dei giocatori, un po’ affaticati e malconci. Riprendere la guida con lucidità e senza vittimismi. Non respingere la stretta di mano di chi in società è pronto a tenderla”.