Brancaccio: "Subire minacce di morte dalla tua gente fa più male: ecco cosa mi ha detto Herbert. Voglio chiarire una cosa sullo sfogo social. Scommesse? L'ATP non ci tutela" | VIDEO CN24

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Raul BrancaccioRaul Brancaccio

Intervista a Raul Brancaccio, il tennista napoletano nativo di Torre del Greco insultato al torneo di Tennis a Napoli

TORRE DEL GRECO - “Mi hanno urlato: devi morire! Ti spezziamo le gambe! Uccidiamo la tua famiglia!”. L'episodio che ha visto protagonista Raul Brancaccio, tennista di Torre del Greco, durante il match con Pierre Herbert al torneo Challenger Napoli.

Le immagini in cui l'atleta torrese viene insultato dagli spalti hanno fatto il giro del mondo. Per Raul, quanto accaduto, resta una ferita aperta e più che mai dolorosa. Mai si sarebbe aspettato una cosa del genere a casa sua come ha raccontato in una lunga intervista ai nostri microfoni: “Sono episodi che purtroppo succedono - racconta Brancaccio ai nostri microfoni -  c’è un po’ di amarezza e delusione. Sono nato a Torre del Greco e, poter disputare un torneo così importante a Napoli, era un piacere. Ricevere minacce anche di morte a casa tua non è stato bello, l’ho trovata una cosa senza senso. A distanza di qualche giorno dall’accaduto sono sereno. Continuo a lavorare per inseguire quelli che sono i miei sogni”.

Ecco l'intervista completa rilasciata da Raul Brancaccio a CalcioNapoli24.

Raul Brancaccio a CalcioNapoli24

Sugli spalti ad assistere al match contro Herbert c’era tutta la famiglia Brancaccio la quale è rimasta sorpresa per quanto ha dovuto subire Raul: “Non è mai piacevole in generale ricevere insulti, subiti poi a Napoli, nella tua terra, fa ancora più male. A caldo non sono riuscito a darmi una spiegazione negli spogliatoi. Più che rabbia, c’è stata delusione da parte mia. Poco dopo ho iniziato a ricevere messaggi da tanti tennisti, parenti, amici. Tutti mi hanno detto che è stata una vergogna quanto era accaduto. A mente fredda ho poi deciso di scrivere un post sui social. Cosa mi ha detto Herbert a fine gara? Era molto dispiaciuto per l’episodio. Ha anche ammesso di aver avuto fortuna nei momenti decisivi della gara”.

Il mondo del tennis ha mostrato fin da subito grande vicinanza a Raul. Tra coloro che gli hanno scritto un messaggio ci sono Sinner e Berrettini: “Ho avuto tanti messaggi in queste ore. Matteo - rivela Brancaccio a CalcioNapoli24-  è stato uno dei primi a scrivermi, tra di noi c’è una grande amicizia. Mi ha rincuorato dicendomi che anche a lui era capitato di perdere una gara avendo 12 match point a favore. Inoltre, dandomi il suo pieno appoggio, ha preferito non soffermarsi su quelle persone che sugli spalti mi hanno detto di tutto”.

Il problema delle scommesse può avere un peso non di poco conto anche nel tennis: “Le scommesse fanno parte del gioco e non puoi toglierle. Siamo personaggi pubblici, dobbiamo conviverci con tutto questo. Sicuramente l’Atp dovrebbe fare qualcos’altro per tutelare noi giocatori, purtroppo non lo fa. Noi tennisti siamo un gruppo che ci stiamo unendo per combattere contro queste scommesse che bene non fanno. Vedremo se cambierà davvero qualcosa, ma la vedo difficile. Le scommesse legali sono possibili, ognuno può decidere su chi e quanto puntare. Quello però che non deve mai mancare è il rispetto per il giocatore. Nel mio caso non pretendevo che, essendo di Napoli, il pubblico dovesse obbligatoriamente fare il tifo per me. Pretendevo solo rispetto per la persona perché quello che ho dovuto sentirmi durante tutto il match non è stato bello”.

Al di là dell’episodio, nel post social pubblicato da Raul c’è una frase in cui il tennista si dice contento di non vivere più in città. Una dichiarazione forte che ha scatenato ulteriori polemiche tra Torre del Greco e Napoli: “Voglio fare chiarezza anche su questo dato che ci sono state delle strumentalizzazioni.  Quella frase era rivolta solo ed esclusivamente a quelle poche persone che mi hanno mancato di rispetto. Amo Napoli, amo la mia terra e la difenderò sempre. Il mio post non era rivolto a tutti i napoletani o torresi bensì a chi infanga questo sport mancando di rispetto ed insultando. Abbiamo la fortuna di avere un torneo così importante, in una cornice mozzafiato dal punto di vista della bellezza del paesaggio. Peccato che per poche persone si sia andato oltre”.

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