"La bandiera di suo figlio non può entrare", il piccolo in lacrime prima di Napoli-Juve: l'(in)giustizia ad personam

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Settore Distinti stadio San Paolo di NapoliSettore Distinti stadio San Paolo di Napoli

Lo stadio è di tutti, ma soprattutto dei bambini. Perchè lo sport parte da loro ed è noto che lo stadio San Paolo non sia il massimo in quanto a sicurezza e comfort per le famiglie. Prima di Napoli-Juve, però, davanti alla tribuna Nisida si è consumato un episodio spiacevole per chiunque voglia inculcare ad un figlio i valori dello sport. 

Il figlio del dott. Fabio Capristo va allo stadio San Paolo da quando aveva 2 anni e mezzo. E porta da sempre con sé la sua bandiera porta fortuna. Di dimensioni ridotte, con mazza di plastica vuota all’interno (come previsto da regolamento) che sventola solo prima del del fischio d’inizio per non recare danno agli altri spettatori. 

Prima di Napoli-Juventus, però, gli steward all’ingresso vietano l’accesso della bandiera in questione con stupore da parte del padre del bambino. 

“O avete sbagliato fino ad oggi, o state sbagliando ora - esordisce il padre - Mio figlio questa bandiera l’ha sempre portata al San Paolo. La stoffa non aveva né simboli né scritte di istigazione alla violenza. Era una semplicissima bandiera del Napoli. La loro intransigenza non ci ha permesso nemmeno di portare all’interno solo la stoffa, depositando la mazza all’esterno. Lo avevo chiesto perchè mio figlio è molto affezionato a quest’oggetto, non ci gioca solo allo stadio. Ovviamente il bambino di 6 anni è scoppiato in lacrime e non ha potuto godersi il match con quello che è un simbolo dello sport”.

Gli addetti ai lavori hanno motivato il divieto per il materiale non ignifugo della stoffa della bandiera. A tal proposito, il regolamento della SSC Napoli recita:

Art 15: “...Salvo diverso avviso dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, possono essere introdotte, senza preventiva autorizzazione, bandiere con i simboli della S.S. Calcio Napoli o della squadra ospitata che non siano di misura tale da arrecare fastidio agli altri spettatori e che utilizzino, come asta, materiale di plastica leggera.”

Sono vietate usualmente:
 

  • Bastoni e aste per bandiere che non siano di materiale pieghevole non scheggiabile, vuote all’interno e leggere. Quelle, cioè, di plastica, ad anima vuota e non massicce si possono portare allo stadio. Quelle di legno o di ferro no;

Non possono inoltre entrare allo stadio:

  • Bandiere, sciarpe o altri mezzi di comunicazione del tifo con frasi o singole espressioni estranee alla competizione sportiva. Nessun riferimento offensivo o politico, insomma, che possa provocare l’avversario.

Ma la domanda sorge spontanea: quante bandiere vengono utilizzate (di dimensioni clamorosamente più grandi) negli altri settori? Per non citare i fumogeni. 

Se vengono consentite bandiere e quant’altro altrove, allora perchè non farlo per una di un bambino di sei anni che non reca danno a nessuno? 

Ecco perchè Fabio Capristo sta valutando di muoversi per vie legali con il supporto dell’avvocato Erich Grimaldi.  Si valuta una diffida perché il genitore vorrebbe chiedere spiegazioni al club, per quanto occorso, atteso l’interesse primario ad ottenere la gratificazione del bambino a poter sventolare la propria bandiera allo stadio, simbolo del tifo sano ed innocente di un piccolo tifoso, peraltro abbonato under 14, che ha trascorso la domenica più importante della stagione in lacrime. "Valuteremo ogni tipo di azione - spiega l’avvovato - ma soprattutto di dare voce all’iniziativa proposta da Fabio Capristo di prevedere l’ingresso a tutti i bambini con bandierine per la prossima gara di campionato, nell’attesa che tutti i piccoli tifosi possano, finalmente, accedere gratuitamente allo stadio"

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