Una struttura all'avanguardia immersa in uno degli angoli più belli di Napoli: la Casa di cura C.G Ruesch SPA è questo e molto altro ancora. Sei piani, interamente e recentemente rinnovati, dedicati ad ambulatori specialistici, laboratori di analisi, sezioni di diagnostica per immagini e di diagnostica strumentale di approfondimento, chirurgia ambulatoriale, diagnostica endoscopica, sale operatorie, terapia intensiva, day hospital e reparti di degenza, ed un personale altamente specializzato tra cui spicca il Prof. Gianpaolo Tartaro, ordinario di chirurgia maxillo-facciale alla II Università di Napoli che ha operato Miguel Britos dopo l'infortunio rimediato contro la Juventus. La redazione di CalcioNapoli24.it ha contattato in esclusiva il Presidente del Consiglio d'Amministrazione della Clinica, Dott. Antonio Merlino, ed il medico che ha avuto in cura il difensore azzurro:
È la seconda volta che l'SSCNapoli si affida a Voi per le cure di un suo tesserato (il primo fu Maggio, sottoposto a gennaio ad un intervento di riduzione della frattura del IV metacarpo della mano sinistra).
-M: "La nostra è una struttura storica ma dagli standard elevatissimi. «Tra i pilastri della cultura medica partenopea», così viene definita. Parliamo di una delle cliniche private più avanzate, una realtà solida ma anche in continua evoluzione. Nel caso specifico di Britos, il medico sociale De Nicola ha contattato personalmente il Prof. Tartaro, riferimento massimo nel suo campo che ha poi indicato la Ruesch perché in linea con gli standard di professionalità, attenzione e riservatezza voluti dal Napoli".
Quanto è durato l'intervento?
-M: "Si è trattato di un 'day surgery': il giocatore è giunto da noi verso le dieci del mattino ed è stato dimesso alle sette di sera. Si è ripreso subito ed è stato tranquillizzato ed accudito dallo staff, che lo ha accompagnato per tutta la giornata".
Qual era il suo stato d'animo prima dell'operazione?
-M: "Piuttosto trepidante per l'anestesia. Ho letto che avrebbe mandato un messaggio alla moglie; quel che posso dire è che si è rivolto a noi con sorriso ed ha esclamato, parola più parola meno: «Mi raccomando: è vero che ho giocato male, però fatemi risvegliare». Insomma, con una battuta ha ammesso di non aver disputato una grande partita contro la Juve, ma ha chiesto di non 'vendicarci' in sala operatoria (ride, ndr)".
Che tecnica interventistica è stata utilizzata?
-M: "Sono state inserite delle placchette in titanio per saldare la parte mandibolare che presentava una frattura di tipo composta (la sezione sinistra, ndr). Il tutto con una procedura egregiamente eseguita dal Professore. Sta per raggiungerci per darvi delucidazioni specifiche a riguardo".
Professore, ci ragguagli in merito.
-T: "Ho appena visitato Miguel: sta benissimo. Sta guarendo, siamo nella norma del suo piano riabilitativo; oggi ha anche effettuato esercizi di corsa e l'ho trovato alla grande".
A suo giudizio è già pronto per tornare in campo?
-T: "Non so se giocherà col Chievo perché la scelta spetta ovviamente allo staff di Mazzarri; per quanto mi riguarda il giudizio sulle sue condizioni è positivo. D'altronde parliamo di un atleta: come tale guarisce bene ed in fretta. Certo, ha un po' di difficoltà nell'alimentazione, però la situazione si risolverà in tempi brevi".
Ma la sua anestesia fa davvero così paura?
-T: "Macché (ride, ndr). La nostra è un'anestesia molto superficiale perché non serve canalizzare. Sono pratiche veloci che non necessitano di curarizzazione; anzi, più il muscolo è contratto e più agevolmente posso operare sull'osso. Inoltre, non trattandosi di una struttura lunga come può esserlo un femore, son pochi gli 'antagonisti' da affrontare. A Britos l'abbiamo spiegato e così si è tranquillizzato".
Che impressione ha avuto del Miguel ragazzo?
-T: "È una bravissima persona, come poche. E credetemi, di calciatori ne ho conosciuti ed operati tanti".
Non ultimo Antonio Insigne...
-T: "Esatto. Opero soprattutto i giovani ma una settimana fa Antonio, colpito da un cazzotto del portiere, riportò una frattura dello zigomo. Anche in quel caso si trattava del lato sinistro: evidentemente non porta bene ai napoletani.... L'anno scorso misi 'sotto i ferri' anche Roberto, il più piccolo dei fratelli di Lorenzo: per lui frattura nasale in un'azione di gioco. Prima ancora fu la volta dell'azzurrino D'Andrea che si fratturò mandibola e zigomo in uno scontro col portiere Capotosto. Poi Fornito, Nicola e, a loro tempo, Pazienza, Olive, Campagnaro (il cui problema era però di natura posturale e fu quindi risolto col bite) e non solo. Insomma, i giocatori del Napoli, specie i 'piccoli', me li son fatti un po' tutti...".
Nel caso specifico di Britos, invece, è stato un problema di... 'giudizio'
-T: "Proprio così: la frattura è stata causata da un dente incluso che non gli hanno mai voluto tirare per via di un nervo che preme sulla zona interessata. Prima d'ora il giocatore non aveva accusato fastidi perché quando l'occlusione è così profonda spesso non dà problemi. Tuttavia la frattura, come le dicevo poc'anzi, è avvenuta proprio a causa di questo problema odontoiatrico: la mandibola va infatti immaginata come un tubo all'interno del quale, in questo caso, il dente ha creato un'area di debolezza. La spalla di Inler ha colpito proprio in quell'angolo mandibolare e ciò ha causato l'infortunio".
È il caso di dire che Miguel ha provato a 'stringere i denti', ma poi, anche un po' controvoglia, è stato sostituito.
-T: "Confermo: De Nicola mi ha raccontato che non voleva uscire dal campo. Fortunatamente per lui il mio collega è un gran professionista ed è stato bravo a capire l'entità e soprattutto l'origine del danno; fosse stato per il giocatore, avrebbe proseguito anche se stordito. D'altronde parliamo di una frattura localizzata e non particolarmente estesa, che resta in asse perché sorretta dai muscoli. Insomma, non c'era scompenso o una tensione tale da determinare l'impossibilità del movimento. Britos accusava solo un fastidioso contatto coi denti e, da profano, non poteva certo comprendere la gravità della situazione".
E dire che l'impatto visivo lasciava presagire qualcosa di molto peggio
-T: "Io ero a casa e alla tv ho notato subito il tipico 'knockout' da pugile con colpo all'angolo mandibolare; da bordo campo, invece, non potevano vedere che era caduto come una pera cotta".
Al momento accusa ancora fastidi, anche se lievi? Come procederà d'ora in avanti il suo recupero?
-T: "Non ha nessun problema di sorta. Anzi, nel suo caso sono state utilizzate due placche (una più grande ed una più piccola, ndr) in luogo di una proprio per accelerare i tempi di riduzione".
Una richiesta specifica della società o semplicemente la scelta più idonea?
-T: "Normalmente i tempi di recupero con una placca singola si stimano intorno ai venti giorni di riposo; siccome parliamo di un atleta e di placca doppia, però, la frattura si risalderà facilmente nell'arco di tre mesi. Il callo osseo impiega infatti dai 60 ai 90 giorni per riformarsi e la nostra placca permetterà alla mandibola di avere più forza. In parole povere, se nei prossimi mesi Britos dovesse prendere un'altra botta, la doppia placca ammortizzerà il colpo limitando al minimo gli effetti dell'urto".
Conta di rivisitarlo per controllo?
-T: "Deve ancora togliere i punti, dopodiché, da tifoso, spero scaramanticamente di non vederlo per molto tempo. Concludo infine con una riflessione: si parla molto poco dell'efficienza dello staff medico del Napoli. Se ci fate caso, siamo tra le prime società per integrità dei giocatori. Guardate ad esempio a squadre come Juve, Inter o Milan e noterete la differenza. Britos ha avuto un problema alla mandibola, è vero, così come Maggio alla mano, ma da quanto non si sente di un infortunio muscolare? In tre anni della 'gestione' De Nicola, non ricordo un solo strappo, contusione o frattura di ginocchia. Il Napoli non è solo una grande formazione: è un'eccellenza a 360 gradi".
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