Il giorno dopo la terza giornata...quell'alibi puerile per giustificare le lacune d'organico, il 'fumoso' Insigne, Maggio 'che non ne ha più' e la 'mortificazione' di Higuain

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Il giorno dopo la terza giornata...quell'alibi puerile per giustificare le lacune d'organico, il 'fumoso' Insigne, Maggio 'che non ne ha più' e la 'mortificazione' di Higuain

Il giorno dopo la terza giornata, nell’anticipo serale, a Milano, sfida tra i rossoneri e la Juventus, entrambe a punteggio pieno. E’ il primo big match della stagione. Si rileverà un flop match. Il Milan, malgrado il fattore campo, interpreta la gara come e peggio di una provinciale. A tratti, complice il colore delle maglie, sembra Foggia - Juve, ma non il Foggia di Zeman che se la sarebbe giocata certamente più del Milan di Inzaghi che, malgrado i trascorsi da grande l’attaccante, non schiera punte di ruolo. Imbottisce la squadra di centrocampisti. Risultato, la Juve la domina in lungo e in largo. Non crea tanto, ma rischia pochissimo. Nella ripresa, la decide il solito Tevez, uno che continua a buttarla dentro con grande regolarità. La distanza tra le due squadre, considerate anche le assenze in casa bianconera, appare ancora enorme.

Il giorno dopo la terza giornata, alla Roma, contro il Cagliari, bastano quindici minuti per andare a riprendere la Juventus. Si ha netta l’impressione che, nella massima serie, vi siano una mezza dozzina di squadre che difficilmente riusciranno a togliere punti alle grandi. E il Napoli, che ne ha già persi sei contro Chievo e Udinese forse non è una grande.

Il giorno dopo la terza giornata, il Napoli prova a tenere il passo in quel di Udine. Squadra rivoluzionata rispetto alle ultime uscite. Panchina per Callejon, Mertens, Hamsik e Inler. Dopo aver visto la panchina della Roma, Iturbe, Totti, Pjanic, Ljalljc, Astori e c. oltre all’infortunato Strootman, anche Benitez prova ad allestire una panchina di qualità. E ci riesce. Peccato che, la qualità complessiva dell’undici in campo, precipita vertiginosamente.

Il giorno dopo la terza giornata, il primo tempo scivola via tra noia e sbadigli. Ritmo bassissimo L’Udinese appare improponibile per la massima serie e messa malissimo in campo. Il Napoli fa poco o nulla per risvegliare la gara. Si ricordano un tiro dalla distanza di Gargano che centra il palo, il camminatore Michu, il lento e macchinoso Lopez, gli strafalcioni difensivi di Britos, uno spaesato Zuniga schierato alto a destra che, però, si accentra in continuazione. Un indemoniato Higuain costretto a giocare da solo e slegatissimo dal resto della squadra. Peccato avere un campione così e mortificarlo in questa maniera non mettendogli accanto giocatori che almeno si avvicinino alla sua levatura.

Il giorno dopo la terza giornata, a metà ripresa, il primo cambio. Callejon per Zuniga. Il colombiano esce a testa bassa. Prestazione mortificata in un ruolo non suo. Resta in campo Maggio. Quando poi, per vincere certe gare, bisognerebbe conservare in campo quelli tecnicamente migliori. E invece ancora minuti per l’ex doriano. E ancora zero spinta sulla fascia e zero cross. Deprimente.

Il giorno dopo la terza giornata, al 70° l’Udinese la sblocca. E così il Napoli non si smentisce, una rete a partita la deve subire sempre. E, ancora una volta, da palla inattiva. Evidentemente, per quanto si studi e si ristudi per porre rimedio a queste situazioni, la soluzione ancora non si è trovata. Delle due l’una: o si studia poco e male, o gli “studenti” non sono all’altezza. Non si scappa.

Il giorno dopo la terza giornata, alla lettura delle formazioni, si è rimasti basiti. Dopo la gara contro lo Sparta Praga, che oltre ad aver restituito fiducia all’ambiente e al gruppo dopo l’inopinabile sconfitta casalinga contro il Chievo, aveva anche consegnato delle certezze: l’eccelso stato di forma Mertens, i progressi di Hamsik e la duttilità di Henrique. Ebbene, in quel di Udine, tutti e tre sono stati fatti accomodare in panca. Per loro, in campo, un fumoso e inconcludente Insigne, un ancora impresentabile Michu e un Maggio che, ormai è chiaro, oltre ai suoi congeniti limiti tecnici, non ne ha più. Inspiegabile.

Il giorno dopo la terza giornata, ancora più inspiegabile il fatto che siano stati schierati giocatori fuori ruolo. Zuniga alto a destra con ben due alternative sedute in panca ( Callejon e Mertens ); Britos a sinistra, quando poi, nel ruolo, avrebbe potuto giocare tranquillamente lo stesso Zuniga. Il camminatore Michu che, al momento, non è proponibile. Non solo non corre lui, ma non fa correre neanche il pallone. Insomma, si è capito davvero ben poco. O forse si è capito tanto. Perché questo eccessivo turn over ricorda tanto quello di un famoso Chievo – Napoli con, tra gli altri, il “famoso” Fideleff titolare.

Il giorno dopo la terza giornata, otto reti subite in sei gare ufficiali. Un’enormità. Tre punti in tre gare di campionato. E, considerate le formazioni affrontate, non sono niente. Numeri impietosi che stridono con le dichiarazioni e i proclami di vittoria della proprietà alle quali, onestamente, in pochi avevano dato credito. Perché non supportate da un mercato all’altezza. E’ passato un altro anno e il Napoli ha gli stessi problemi della scorsa stagione. La scorsa campagna acquisti, aveva lasciato ben sperare. Fatta eccezione per il misterioso Zapata, arrivarono tutti calciatori all’altezza. E furono investiti non pochi denari. Però, non bisogna dimenticare che lo scorso mercato è stato fatto con il ricavato della cessione di Cavani. Quest’anno si è ceduto tutto il cedibile. Evidentemente non abbastanza.

Il giorno dopo la terza giornata, racconta di un Napoli già a meno sei dal duo di vetta che, malgrado la Champions, non perdono colpi e non subiscono reti. Della serie, la manifestazione continentale costa punti se non hai una rosa all’altezza, altrimenti è solo un puerile alibi messo in giro per giustificare le solite lacune di organico. La Roma, lo scorso anno, cambiò guida tecnica, portiere e una mezza dozzina di titolari. Come il Napoli, del resto. I giallorossi hanno inserito pedine importanti e mancanti in rosa. Il Napoli no; come ogni anno, non ha concluso l’opera e questi sono i risultati. Considerato il disastro di questo inizio stagione, era meglio non farlo il mercato. Paradossalmente, fossimo rimasti quelli dello scorso anno, avremmo fatto meglio. In barba al mercato della verità.

Stefano Napolitano

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