Coronavirus Campania, Perrella (Unità di crisi): "Lontana la zona rossa grazie a vaccini e età media dei contagiati più bassa"

Rassegna Stampa  
Coronavirus Campania, Perrella (Unità di crisi): Lontana la zona rossa grazie a vaccini e età media dei contagiati più bassa

Ultime notizie coronavirus Campania - Intervista de Il Mattino ad Alessandro Perrella, dell'Unità di Crisi della Regione Campania

Ultimissime Coronavirus Campania - «Preoccupato? Moderatamente», è questa la risposta di Alessandro Perrella, infettivologo del Cardarelli e «cacciatore» dell'epidemia nell'Unità di crisi della Regione Campania che ha rilasciato un'intervista all'edizione odierna de Il Mattino:

«La diffusione del virus in certi comuni (Melito 485 casi ogni 100mila abitanti, Sant'Antimo 450, Caivano 387, Villaricca 383) ha avuto un'impennata significativa ma che il combinato-disposto età media dei contagiati più bassa rispetto al passato e avanzamento della campagna vaccinale tra le persone più anziani stanno facendo da argine».

Cominciamo dalle «fiammate» in alcuni comuni della cintura napoletana che hanno fatto schizzare gli indicatori e scattare l'allarme e la preoccupazione per nuove restrizioni.

«In parte questi dati sono un pezzo degli eventi del periodo pasquale, nel senso che sono i contagiati infettati dalle persone che hanno partecipato ai momenti conviviali di Pasqua e che nel periodo di incubazione della malattia sono entrate in contatto con altri, contagiandoli».

Un fenomeno che ha peculiarità così locali, perchè?

«Perché nei comuni c'è una socialità diversa, è normale trovarsi intorno a una tavola imbandita in un numero elevato di persone».

E il virus corre

«Appunto: peraltro la variante inglese è capace di diffondersi maggiormente e quindi il numero di contagiati è più alto in un ambiente chiuso, come una stanza dove si pranza».

Coronavirus Campania

Siamo in una fase crescente dell' «ondata Pasquale»?

«I dati degli ultimi giorni (1.617 nuovi postivi in media negli ultimi sette giorni, contro i 1.795 dei precedenti sette giorni, ndr) dicono, per ora, di no. Certamente non ci sono le caratteristiche della seconda ondata, quella autunnale, che è stata la più dura, alla quale il sistema sanitario campano ha risposto in modo più che egregio nonostante le condizioni di difficoltà negli organici per i tanti anni di tagli. Ma ci sono altri elementi che rendono più gestibile questa situazione».

Quali?

«L'eta media più bassa, tra 20 e 45 anni, è collegata una malattia spessissimo asintomatica e quanto è sintomatica lo è lievemente, tanto che le persone ricoverate in ospedale sono una frazione minima di quelle contagiate (1,81% in Campania contro il 5% in Italia e l'8% in Lombardia, ndr). La seconda è che la parte di popolazione più vulnerabile, quella anziana, è in larghissima parte coperta dal vaccino».

Possiamo quindi nonostante la situazione di molti comuni guardare avanti con ottimismo.

«Anzitutto dovremmo rispettare di più tutti le poche regole anticontagio, poi ricordarci che siamo sempre in una pandemia e che non è proprio obbligatorio uscire se non è necessario».

Ora il tempo migliora....

«I droplet (le goccioline che trasmettono il virus, ndr) non schizzano di meno con le temperature più clementi: conta sempre la distanza tra le persone, il famoso metro e le mascherine. Anzi il tempo buono paradossalmente porta ad accorciare le distanze. Quest'estate rispetto al 2020 abbiamo un'arma potente in più: il vaccino».

Dovremo quindi convivere con una situazione di un certo numero di casi e aspettare che man mano questo numero scenda in relazione all'aumento delle persone vaccinate?

«È la libera circolazione del virus: abbiamo però l'arma del vaccino. La campagna vaccinale sta procedendo speditamente: dipende solo dalle consegne delle dosi».

Un elemento non secondario.

«Siamo velocissimi: quante dosi arrivano tante ne facciamo».

Tornando ai contagi, ritiene che la Campania rimarrà in zona gialla?

«Bisogna vedere l'andamento dei nuovi casi fino a venerdì, quando la cabina di regia del ministero della Salute prenderà le sue decisioni. Noi anche in presenza di un alto numero di nuovi casi, in prevalenza paucisintomatici o asintomatici, abbiamo un andamento delle ospedalizzazioni in flessione. Dopodiché, come in altre regioni, mi pare che la strategia sia diversa: non si adottano misure su base regionale, ma si isolano singoli comuni. Poi c'è la questione degli ultimi dieci giorni».

Cioè?

«Quale sarà l'effetto del rilassamento generale e inopportuno da quando siamo in zona gialla. Quello si che potrebbe creare problemi diffusi».

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