Napoli - Il Corriere del Mezzogiorno parla di quella che è la situazione legata allo stadio Maradona:
Il masterplan porta la firma dell’assessore alle Infrastrutture, Edoardo Cosenza. Ma anche una data, il 30 aprile, ed un orario, le 10.26. Cosenza pubblica il frontespizio dello studio sui social sul quale si legge: «Masterplan, riqualificazione stadio Maradona con recupero del terzo anello». L’atto è ora nelle mani del sindaco Gaetano Manfredi che ha avvertito De Laurentiis di essere «pronto» ad incontrarlo. Il sindaco attende il rientro dalle Maldive del presidente del Napoli. Ma da lunedì ogni giorno è buono per incontrarsi. Nei giorni scorsi Manfredi spiegò che «con interventi non eccessivi si potrà ridare agibilità al terzo anello che non fu chiuso per problemi di sicurezza ma per eccessive vibrazioni». Valutazione, corredate da rilievi tecnici, contenute nel masterplan.
In questa storia va ricordato anche che tanto il sindaco Manfredi quanto l’assessore Cosenza sono due ingegneri che alla Federico II insegnano «Tecnica delle costruzioni». Ciò significa che, tecnicamente, quanto contenuto nel masterplan sulla possibilità di riaprire il terzo anello e sfruttare fino a 8mila posti in più, è frutto di valutazioni tecniche specifiche. De Laurentiis, a questo punto, può recepirle e stipulare con il Comune di Napoli un project financing (investimento privato su suolo pubblico) ed ottenere in cambio la gestione, per 99 anni, di stadio e diritto di superfice. Studi recenti spiegano che una struttura come il Maradona, in cui gioca una squadra come il Napoli e si allena tutti i giorni, tra botteghino, visite, marketing e pubblicità esterna, unita alla gestione dei parcheggi e in base al numero dei tifosi, può genera un fatturato tra i 50 e i 70 milioni di euro l’anno. Non poco. Poche settimane fa, De Laurentiis ha confermato di voler investire fondi propri, che non fosse quindi necessario ricorrere al sistema creditizio per rifare il Maradona. Ma si dice da tempo che occorrano circa 100 milioni di investimenti.
Non ci sarebbero poi ostacoli tecnici all’estensione del secondo anello delle tribune verso il campo così da avvicinare il pubblico al campo rinunciando alla pista d’atletica, come piace a De Laurentiis, costruendo un «catino nel catino». Ma questi sono lavori di ristrutturazione che potrà fare il Napoli se si assicurerà la concessione. Sicuramente, con stadio e nuovo centro sportivo, il club di De Laurentiis si posizionerebbe tra le grandi del calcio. E non più solo per i risultati sul campo, ma anche per fatturato e marketing.