Nuovi agghiaccianti retroscena emergono dalle indagini di quel 26 dicembre. Come riferisce l’edizione odierna de Il Mattino, l’agguato ai napoletani prima di Inter-Napoli fu concordato in una riunione proprio a casa di Davide Belardinelli. Esponenti di estrema destra di Inter e Varese si sono visti a casa dell’ultras morto poi negli scontri il giorno prima. Lì hanno deciso dove attaccare, quando farlo e con che armi. Molti di loro avrebbero dormito a casa di Belardinelli per poi andare insieme allo stadio San Siro.
Arrivano sempre più conferme di come i tifosi che siano legati agli scontri abbiano radici di estrema destra. Ultra di Varese ed Inter hanno stretto un’alleanza motivata dall’odio nei confronti dei napoletani.
Le indagini procedono e proprio le ultime novità relative alla riunione a casa di Belardinelli il giorno prima degli scontri ha portato in carcere per rissa aggravata e altri reati altri due partecipanti al blitz di via Novara, il capo curva dei Viking interisti Nino Ciccarelli e l'ultrà del gruppo di estrema destra Blood and Honor' della curva varesina Alessandro Martinoli. Nell’ordinanza che ha portato all’arresto si legge come questi siano stati molto attivi nell'azione di guerriglia del 26 dicembre, tanto che hanno riportato ferite
Dalle indagini risulta anche che gli indagati salgono a 30 ora. E che alcuni di questi lo siano con la gravissima accusa di omicidio volontario. Nella sera a poche ore di distanza dalla partita tra Inter-Napoli erano in 180 a prendere parte agli scontri a 500 metri dallo stadio San Siro.
Ad incastrare alcuni degli indagati è stata la vedova di Belardinelli che ha confermato agli inquirenti come la sera prima degli scontri a casa sua fossero in “riunione ultras” non solo Marco Piovella, ma anche Martinoli e altri quattro ultras del Varese.