Il sassolino di Rafa e l'ammissione di De Laurentiis: tra cessioni ipotizzate ed una fine 'disonorevole' da evitare

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Il sassolino di Rafa e l'ammissione di De Laurentiis: tra cessioni ipotizzate ed una fine 'disonorevole' da evitare

di Claudio Russo – twitter:@claudioruss

La domanda, ad oggi, è sempre quella. Lo è dall'inizio dell'anno, dal primo giorno del ritiro estivo di Dimaro: ma Rafa Benitez, a Napoli, resta oppure no? La questione è di difficile soluzione, perchè sull'argomento non è che i protagonisti si siano sbottonati tantissimo.

Benitez, da una parte, sembra quasi infastidito se non stufo delle domande sul suo futuro: ma come, io sto lavorando con un gruppo di giocatori per arrivare al secondo posto in campionato, più lontano possibile in Europa League e magari difendere la Coppa Italia, e voi mi chiedete del futuro? Rafa, tuttavia, qualche sassolino l'ha lanciato: "Qui a Napoli hanno l'abilità di far quadrare i conti ogni anno. Un grandissimo merito, che però ti condiziona quando si tratta di competere per i titoli". Con una frase, l'ennesima da quando è arrivato qui, Benitez ha racchiuso quello che è il Napoli: un'azienda che prima di tutto guarda ai conti, e poi cerca di sfruttare al meglio le risorse economiche a disposizione. Con ottimi risultati, va detto. Ma pur sempre limitati. E così le stesse prospettive di Benitez, che pur azzoppato da un problema muscolare non si abbatte mai. Non lo ha fatto nemmeno quando Gonalons e Kramer dissero di no ed il Napoli finì con l'affrontare il preliminare di Bilbao senza nuovi mediani.

De Laurentiis, dal canto suo, vigila attento sull'intera situazione: il secondo posto in campionato, dopo settimane passate a vederlo con il binocolo, è ormai ad un passo. E con esso, a fine stagione, circa 50 milioni di euro garantiti dalla Champions League 2015/2016. Una iniezione di euro salvifica per le casse del Napoli, che verosimilmente vedranno per la prima volta dopo anni un bilancio in perdita il quale finirà con l'intaccare il tesoretto di 70 milioni. Perdere Rafa Benitez per una questione di investimenti sulla rosa, che peraltro avrebbero solo effetti positivi, sarebbe disonorevole, a prescindere da chi verrà al posto suo (chi? Il presidente parlò di internazionalizzazione continua: sbizzarritevi): ovvio, un Napoli competitivo va sostenuto anche attraverso altre forme di introiti che la società azzurra, al momento, non ha ad esempio dallo stadio.

E' anche vero, tuttavia, che la situazione attuale non è la migliore possibile da vivere: tra febbraio e marzo le squadre iniziano a pensare a ciò che vogliono fare nella stagione successiva. Buttano giù qualche programma, stilano una prima lista di calciatori da puntare sul mercato per colmare le lacune della rosa. De Laurentiis ha ammesso di dover rinforzare la difesa ed il centrocampo, aprendo così le porte anche a qualche cessione nei due reparti (sempre per la storia dei conti, e dei giocatori in rosa, da far quadrare). Adesso però bisogna capire se con o senza Benitez. Perderlo sarebbe una sconfitta per tutti, perchè le condizioni per rinnovare il rapporto potrebbero anche esserci. Come dice Rafa, adesso è importante guardare al Torino. Sì, ma un occhio al futuro bisogna iniziarlo a buttare...

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