Juventus, Allegri ed Agnelli in conferenza. Agnelli: "Conte? Prossima domanda". Allegri: "Se uno non vince mai ci sarà un motivo, se faccio un esempio su chi perde viene giù tutto"

Serie A  
Juventus, Allegri ed Agnelli in conferenza. Agnelli: Conte? Prossima domanda. Allegri: Se uno non vince mai ci sarà un motivo, se faccio un esempio su chi perde viene giù tutto

Massimiliano Allegri ed Andrea Agnelli, allenatore e presidente della Juventus, hanno rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa a Vinovo. Tra poco, di seguito, le loro parole.

Juventus, Allegri ed Agnelli in conferenza stampa

In sala ci sono tutti i calciatori della Juventus, tra poco entreranno Allegri ed Agnelli.

14.06 - Entrano Allegri ed Agnelli.

Agnelli: "È una giornata diversa dalle altri, ricordo a chi farà le domande che non risponderò a nessuna domanda sul prossimo allenatore della Juventus. Allegri ha vinto cinque scudetti, non se ne parlava dagli anni '30. E Max l'ha fatto da solo, è una storia straordinaria: nel maggio 2013 eravamo a Londra con Paratici, incontrammo Allegri a Londra e dissi a Paratici 'guarda, potrebbe essere il nuovo allenatore della Juventus'. Aspettammo altri quattordici mesi, quando accettò l'offerta tra le contestazioni generali. A Vinovo ci aspettavano per contestarci, l'autista voleva entrare da un'entrata secondaria ma io decisi di no. L'anno scorso c'è stato il testa a testa con il Napoli, quest'anno abbiamo vinto con otto giornate d'anticipo: è stato fantastico. In Allegri ho trovato un amico sincero con cui potermi confidare. Devo fare una valutazione sulla programmazione della Juventus, avremo l'obiettivo di vincere e di rafforzare ulteriormente il gruppo per Italia ed Europa. Ho massima fiducia nei miei dirigenti. Ho letto delle dietrologie, devo dire che: quando pensavo di andare avanti con Max dopo il ko con l'Ajax ero sincero, poi sono seguite una serie di riflessioni. C'è un po' di tristezza e commozione, questo probabilmente era il momento giusto per chiudere uno dei cicli più straordinari della storia della Juventus"

Agnelli: "È stato un mese in cui abbiamo analizzato che questo probabilmente era il momento giusto per chiudere. Abbiamo capito che era giusto chiudere con un acuto, figlio della consapevolezza di persone intelligenti che capiscono quando arriva il momento di chiudere"

Allegri: "Il momento più bello alla Juventus? Ringrazio il presidente ed i ragazzi per ciò che hanno fatto e ciò che mi hanno dato, lascio una squadra vincente che ha le potenzialità per ripetersi. Avevo in mente la Juventus del futuro sei mesi fa? La società ha fatto le sue valutazioni, non cambia niente nei rapporti con il presidente, con Paratici e Nedved. Ho trovato una società super-organizzata all'epoca, c'era anche Marotta: era arrivato il momento per potersi lasciare nel migliore dei modi, lascio una società solida con giocatori straordinari dal lato personale e tecnico. Domani sera (Allegri si commuove, ndr), bisogna festeggiare due cose: la vittoria dello scudetto e l'addio di Barzagli. Dovrà essere una serata bellissima, sono stati cinque anni straordinari"

Allegri: "Vivo serenamente la situazione, lo ripeto: sono state scritte cose inesatte su eventuali mie richieste o rivoluzioni, avevamo parlato di altro. Quando capisci che fisiologicamente devi separarti, non c'è bisogno di andare avanti. Le famose riunioni che ho letto...una cena a casa del presidente, mi avete inseguito e non mi avete trovato; poi un incontro qui in sede, il presidente ha preso questa decisione. Molto più semplice di ciò che sembra. Sono stati cinque anni straordinari, sono emozionato però adesso basta perchè bisogna festeggiare: la Juventus ripartirà con squadra e società straordinaria"

Agnelli: "Parte di tifo poco vicina ad Allegri? Ciò che ha contribuito all'addio è stato il cuore, ma gestendo aziende bisogna prendere le giuste decisioni nei momenti in cui vanno prese. Al di là delle considerazioni esterne, noi viviamo una realtà all'interno: quando uno entra in un bar e commenta, se non è dentro le dinamiche non potrà mai sapere tutti gli elementi di certe decisioni. A me non piacciono gli yes-man, voglio opinioni forti e poi prendere decisioni: chi non regge le pressioni, non può gestire aziende o società sportive"

Agnelli: "Tra Max e me non credo che siamo i più adatti a parlare di rapporti di coppia (ridono entrambi, ndr)"

Allegri: "Io non faccio giocare bene le squadre? Non ha pesato questa opinione, è sempre stato un dibattito ed un confronto con giornalisti ed opinionisti. Alla fine di tutto devi centrare gli obiettivi, abbiamo portato a casa campionato e Supercoppa. Giocar bene o male dipende dal risultato finale, a volte sento telecronache in cui alla fine il risultato condiziona i media. A Cagliari iniziai con cinque sconfitte, nell'anno delle quindici vittorie consecutive facemmo il record di imbattibilità pur segnando pochi gol. A Cardiff non abbiamo perso per i loro gol, il Real Madrid come squadra difese meglio di noi. Giocar bene cosa significa? Ancora non l'ho capito, poi magari ci capirò. C'è un dato di fatto, nella vita ci sono le categorie: c'è chi vince la Champions, chi vince il campionato, chi non retrocede mai. Se uno non vince mai ci sarà un motivo, santo Dio!? A Cagliari ebbi Cellino, col Cagliari è retrocesso una volta e a Brescia al primo anno è stato promosso. Chi vince è più bravo degli altri, piaccia o non piaccia. Poi chi perde...dovrei fare un esempio ma non lo faccio, verrebbe giù tutto"

Agnelli: "Che tipo di allenatore sto cercando? Conte? Prossima domanda"

Allegri: "Abbiamo Barzagli... (ride, ndr)"

Allegri: "Mi sento juventino? Mi ci sono sentito subito, i miei amici mi chiamavano gobbo. Esserlo vuol dire far parte di una famiglia che è al comando da 120 anni"

Agnelli: "Potevamo continuare assieme? È stata una riflessione, è stata la decisione migliore per la Juventus. Non è che ci vedevamo tanto per, al termine di alcune riflessioni questa è stata la scelta individuata come migliore"

Allegri: "Non ho conquistato tutta la tifoseria bianconera? Non potevo mettere tutti d'accordo, più avevo persone contro e meglio era: sono le contraddizioni a farti crescere"

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