Che fine ha fatto... Mario Santana?

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La presentazione di Mario Alberto Santana al NapoliLa presentazione di Mario Alberto Santana al Napoli

Nuovo appuntamento con 'che fine ha fatto...?', la rubrica di CalcioNapoli24.it su bidoni e delusioni dell'era De Laurentiis in Serie A. Oggi si parla di Mario Alberto Santana...

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Alla ricerca degli azzurri perduti, dei volti dimenticati che a Napoli sono stati solo di passaggio o che comunque non hanno lasciato il segno. Una rubrica, in programma ogni mercoledì, che punta a ripescare bidoni e delusioni dell'era De Laurentiis in Serie A. Oggi tocca a lui: che fine ha fatto... Mario Alberto Santana?

Il primo acquisto a parametro zero dell'era De Laurentiis. Anche un buon affare in teoria, considerata la dimensione di quel Napoli. Tecnico, duttile e soprattutto d'esperienza. Otto anni in Serie A prima di approdare in azzurro, con preziose parentesi anche in Europa tra Palermo e Fiorentina nella splendida gestione Prandelli. Così la firma, anche grazie al consigliere Lavezzi a cui aveva chiesto informazioni in precedenza, per un contratto triennale pieno di speranze e aspettative. Oltre 100 le presenze in Toscana, con numeri importanti. Un solo neo: tanti, troppi, infortuni rimediati nella fase finale della sua esperienza in viola nonché il motivo principale del mancato rinnovo. 

All'ombra del Vesuvio, un flop totale. Oltre ogni aspettativa: da possibile uomo chiave, a esubero. Un solo anno effettivo in maglia azzurra, con appena 11 presenze e zero gol (mai 90 minuti). L'esordio a Cesena, poi la rapida discesa tra una condizione fisica non ideale, qualche acciacco nel percorso e il dogma dei titolarissimi che lascia pochi spiragli da approfittare. Nel mezzo, anche un'espulsione non gradita da Mazzarri a Catania quando lo adottò da interno di centrocampo. Così a fine stagione, dopo essere finito addirittura a giocare due partite con la Primavera, l'uscita su richiesta dello stesso giocatore per ottenere continuità. Un primo prestito secco a Cesena, un successivo al Torino dove non fu riscattato. Nel 2013 la cessione definitiva al Genoa, per poi finire fuorirosa. 

Oggi, a 36 anni, è un punto di riferimento dell'Aurora Pro Patria. E' ripartito dalla Serie D, dopo un periodo da svincolato dopo le esperienze poco felici all'Olhanense e al Frosinone. Ed ora si è agli sgoccioli, in attesa di chiudere un carriera amara ma non negativa. Magari proprio al San Lorenzo, la squadra che l'ha lanciato. La stessa del Pocho, quel divo a cui avrebbe dovuto fare da vice senza mai esserci riuscito davvero. "Napoli è un paradiso, sono contento", disse all'arrivo. Peccato si sia strasformato velocemente in un inferno, il punto iniziale della fase calante. L'affetto per la città, però, è andato al di là di tutto: "Ragazzi grazie, sono emozionato dalle cose che scrivete... Napoli è un sogno e lo porterò sempre nel cuore. La gente ha fatto sentire a casa me, mia moglie e i miei figli. Grazie, grazie e grazie ancora", fu il messaggio d'addio alla piazza. 

di Pasquale Edivaldo Cacciola

©RIPRODUZIONE RISERVATA 

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