I l sogno è parte della vita. È stato spesso protagonista anche nel teatro e nella letteratura. Basta pensare a William Shakespeare con il suo "Sogno di una notte di mezza estate". O anche a "Doppio sogno", eccezionale lavoro di Arthur Schnitzler. Ed in proposito devo dire che la mia ultima notte è stata agitata proprio a causa di un sogno tumultuoso. Correvo inseguendo affannosamente un omino piccolo piccolo. Ed ogni volta che stavo per agguantarlo ecco che mi sfuggiva. D’improvviso è apparsa come una selva di uomini che correvano insieme a me. Mi affiancavano. Mi sopravanzavano. Con le braccia protese ad afferrare quell’omino fuggente. Secondo Freud i sogni altro non sono (più o meno) che l’espressione di desideri inconsci. Più precisamente (da Wikipedia): "Secondo Freud il sogno è una realizzazione velata di desideri inibiti, cioè espressione di desideri che la coscienza disapprova e che non vuole siano rivelati". Quale desiderio inibito nascondeva il mio sogno? Ci ho pensato. E sono rimasto in dubbio se dirlo o meno. Poi ho deciso. Ebbene lo dico, anche se un po’ me ne vergogno. Il mio desiderio inibito ha un nome ed un cognome: Lionel Messi. Pare che a giugno il rapporto tra il Barcellona ed il fuoriclasse argentino sia destinato a interrompersi. E certamente, se la cosa risponde al vero, si scatenerà una caccia all’uomo tra le società più prestigiose. E più ricche. In fondo parliamo dell’ultimo grande mago del football. Di uno di quei calciatori che racchiude nelle sue capacità la massima espressione della bellezza del gioco più bello del mondo. Un giocatore che da solo in un attimo può inventare una soluzione dal nulla. Un atleta che garantisce uno spettacolo straordinario. Con scatti. Sterzate. Palleggi. Veroniche. Tunnel. Tocchi. Passaggi e tiri precisi al millimetro... Insomma un grandissimo artista. Mi chiedo: ma il Napoli non dovrebbe farci almeno un pensiero? Certamente per la città intera sarebbe un colpo sensazionale. Una occasione per sentirsi al centro dell’attenzione internazionale. Un veicolo pubblicitario straordinario. Capace anche di muovere un indotto economico dalle dimensioni tutte da esplorare. Capisco bene che per il Napoli l’operazione possa apparire di enorme complessità . Se non improponibile. Ma forse si potrebbero trovare meccanismi di finanziamento originali dell’operazione. Magari mai sperimentati. La società potrebbe valutare fino a quale esposizione finanziaria annua può arrivare. Cercando la quota rimanente attraverso forme di finanza creativa. Che tirino in ballo forze economiche cittadine, nazionali, e perché no, internazionali. E singoli appassionati. Penso, ad esempio, ai tanti che allo stadio cantano in coro "Il Napoli è nostro". Sarebbero disponibili a partecipare in una qualche forma al finanziamento dell’impresa passando dalle parole (dai cori) ai fatti? Se 5000 tifosi fossero disponibili a sottoscrivere, per un quinquennio, un abbonamento annuo del costo di 2000 euro già avremmo trovato 10.000.000 di euro l’anno. E se altri 10.000 appassionati fossero disposti a sottoscrivere un abbonamento da 1000 euro a avremmo trovati altri 10.000.000 l’anno… Magari i miei discorsi sono soltanto chiacchiere da bar. Ma mi sembra un peccato che nemmeno si rifletta di fronte ad una opportunità che magari sarà irripetibile per molti anni. Che una città come Napoli non si candidi ad una operazione di risalto mondiale. Anche l’ingaggio di Maradona poteva apparire il sogno di un matto e poi… sapete tutti come è andata a finire. Anche perché Maradona voleva venire esattamente qui, nella nostra città . E chi dice che anche Messi non si convinca che per consacrarsi definitivamente leggenda abbia bisogno di una città come Napoli? Insomma credo che sognare sia obbligatorio, in particolare in questo caso. Soltanto i sognatori poi realizzano imprese che appaiono impossibili.