Ultime notizie. Oggi sul quotidiano La Repubblica l'editoriale del giornalista Antonio Corbo, intitolato "Il presidente al capolinea: decida se lascia o cambia tutto".
Una sola differenza. Ora che dello scudettorimangono le macerie, il pubblico e la squadra l’hanno capito. Sono già scesi da un sogno. De Laurentiis no. Rimane a bordo di un’illusione. Mima ancora il ruolo del presidente e pensa in grande. Lotta con tutti.
Per uno stadio che a Bagnoli è solo una penosa utopia. Fa indiretta pressione sul Comune per il restauro dell’impianto di Fuorigrotta, ma il sindaco fa muro. Non concede nulla che non sia nelle regole. Lo stesso presidente si accorgerà che il quadro è cambiato. Nuovi sono procuratore, prefetto e questore.
Di più, Adl ha meno fascino nei rapporti con la città che conta. Il potere deriva spesso dal consenso popolare, il suo dai giorni dello scudetto tende allo zero. Sono spariti gli adulatori plaudenti. Gli stessi industriali internazionali a Napoli hanno poco interesse per sue iniziative, anche in project financing.
Proseguono le simulazioni in tutto il candore di De Laurentiis: minaccia di mandare la squadra in ritiro ma manca un albergo libero. Non fa schermo alla squadra svuotata di energia dopo 3 allenatori, 5 moduli , 3 preparazioni e il mancato impiego stabile di un solo acquisto in due mercati, con rapporti dell’Ufficio Scouting. Un esempio, Natan sostituito ad Empoli a furor di squadra e di popolo. Fu segnalato come l’erede di Kim. Funzionassero così i servizi di Intelligence vi sarebbe nel mondo una guerra al giorno. Ma sono tutti ai loro posti i dirigenti che hanno attivamente collaborato a distruggere in un solo anno il Napoli dello scudetto. Se finalmente si accorge che il suo Napoli è al capolinea, nel suo interesse il presidente deve rivedere con orgoglio i primi vent’anni. Deve esserne fiero. Ma con la stessa lucidità porsi il dubbio: mi fermo qui, cerco un acquirente, termino la mia avventura nel calcio? Tre miliardi di introiti, la metà da proventi tv, 1.100 milioni in acquisti, spesa corrente ma anche altri incassi da sponsor, botteghino e marketing hanno lasciato buoni utili da destinare a se stesso, alla famiglia, al cerchio magico, tra questi dicono vi sia anche un consigliere che si attribuisce la competenza di Sir Ferguson. Se invece decide di proseguire, è suo diritto. È titolare di una società privata.
Sono suoi i rischi e gli utili. Vada avanti. Scelga allenatore e manager capaci. Fuori i soliti inutili, amici familiari compresi.
L’anno del disastro lascia tutte le colpe su De Laurentiis. E i danni incalcolabili solo su di lui. Non gli basta?