Dall'infortunio alla Seleção, la rivincita del guerriero. Julio Cesar e Pepe Reina, la doppia pesante eredità di Rafael

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Dall'infortunio alla Seleção, la rivincita del guerriero. Julio Cesar e Pepe Reina, la doppia pesante eredità di Rafael

di Pasquale Cacciola - twitter: @PE_Bahia

"Rafael Cabral, Napoli". Riparte così la nazionale brasiliana dopo il tremendo fallimento nella scorsa Coppa del Mondo. Riparte dal portiere azzurro giunto un anno fa all'ombra del Vesuvio, dall'atleta definito in patria un campione a breve. Dal tetto del Sudamerica all'Europa, è lui il prescelto del neo ct Carlos Dunga per chiudere il glorioso capitolo Julio Cesar e per aprirne uno altrettanto promettente. Una responsabilità non qualsiasi, soprattutto in una fase così delicata per il calcio verdeoro. E' la rivincita del guerriero, di un atleta che nonostante i suoi 24 anni ha sempre mostrato una certa maturità e sin da subito si è rivelato pronto per una piazza come Napoli. Dal tremendo k.o. nel suo momento migliore in azzurro alla convocazione in nazionale, un successo. La vittoria di chi non ha mai smesso di credere nel proprio sogno, di chi non è crollato psicologicamente proprio quando tutto sembrava andasse al meglio. Di chi, grazie anche alla Fede, ha avuto la forza di lottare e di farsi trovare pronto al momento giusto. Ma soprattutto, di chi prima dello stop non ha fatto altro che convincere a suon di parate prodigiose. Essere al 100% per il ritiro di Dimaro era l'impegno preso, il 4 luglio l'annuncio: "Realizzati tutti i test necessari, risultati meravigliosi! Pronto per tornare in campo". E la conferma in Trentino dove è stato promosso a pieni voti da Xavi Valero, il che probabilmente ha convinto il Napoli a non far ulteriori sforzi per Pepe Reina.

Adesso due derby sudamericani, contro la Colombia dell'amico Zuniga e contro l'Ecuador. Un momento tanto atteso e mai nascosto, un obiettivo dichiarato che forse nemmeno lo stesso giocatore pensava potesse giungere tanto rapidamente. L'estremo difensore azzurro era uno dei punti fermi sotto la gestione Menezes, l'esordio proprio alla prima uscita post mondiale sudafricano. Varie presenze e il sogno olimpico dove sarebbe stato titolare sfumato in extremis a causa di un infortunio al gomito. Con l'arrivo di Scolari cambiò lo scenario, ora la sua nuova occasione. Probabilmente si accomonderà in panchina in vista del primo impegno per far spazio a Jefferson del Botafogo, un idolo in Brasile, ma il tempo è tutto dalla sua parte considerando i 32 anni del collega carioca. A oggi è il portiere paulista il candidato numero uno in vista di Russia 2018.

Intanto da Julio Cesar a Pepe Reina, una doppia eredità. Un peso grandissimo, ma che l'atleta di Sorocaba può sostenere. Del resto non si arriva a tanto per caso. Mentre la città si chiedeva se fosse pronto per sostituire lo spagnolo, il brasiliano conquistava la storica Seleção. Il che, se vogliamo, è già una risposta. Non avrà ancora il carisma del 33enne spagnolo e la sua esplosività fisica, ma con otto anni in meno non sfigura di certo né in carattere né in termini tecnici. Quest'anno la prova del nove, le premesse fanno già ben sperare. La 'Muralha' è tornata, probabilmente più forte di prima. Il futuro è dipinto d'azzurro e verdeoro, Napoli gongola. 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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