Pagotto: "La squalifica mi ha segnato la vita. Lippi fece una promessa con me a Napoli. Caso Nakata? Vi rivelo cosa dissero i giudici sui prelievi" | ESCLUSIVA

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Pagotto: La squalifica mi ha segnato la vita. Lippi fece una promessa con me a Napoli. Caso Nakata? Vi rivelo cosa dissero i giudici sui prelievi | ESCLUSIVA

Ultime calcio Napoli Scudetto Serie A Champions League Angelo Pagotto ne parla in esclusiva a CalcioNapol24

E' un Napoli che si avvicina, giornata dopo giornata, alla vittoria del terzo scudetto della storia. Ormai il distacco, di 18 punti, è immenso e le giornate si riducono, così come la Champions League diventa un sogno, in attesa dei quarti di finale contro il Milan. Domenica c'è la gara col Torino e Angelo Pagotto, doppio ex e oggi preparatore dei portieri dell'Avellino, in serie C, ne ha parlato ai microfoni di CalcioNapoli24, in esclusiva:

Angelo Pagotto

Pagotto sugli inizi al Napoli

Da Verbania a Napoli, cominciò tutto così...

“Il Napoli voleva fare una grande Primavera e un grande settore giovanile. Cercava rinforzi, portieri che potessero andare bene al loro progetto. Nella rappresentativa Piemonte-Valle d'Aosta e nel Verbania c'era un classe '70, in età giusta per la Primavera del Napoli. Volevano lui ma un direttore sportivo, disse a Perinetti, che era direttore sportivo azzurro, che aveva un altro portiere, ed ero io. Scendemmo noi due, facemmo 3 giorni di provini a Soccavo e alla fine decisero di prendere me per l'età”.

Vincesti anche un titolo allievi con il Napoli...

“Il primo anno, vincemmo il titolo nazionale. Una squadra fortissima, presi un solo gol su rigore a Casarano. Giocammo, poi, le fasi finali: con l'Empoli prima e la finale poi con il Torino a Latina. Fu il mio primo vero anno da professionista”.

Napoli di Lippi, tra i tuoi compagni c'erano Taglialatela e Di Fusco. Quanto ha imparato il giovane Angelo da due portieri così importanti?

“Prima ancora c'erano Galli e Giuliani con i quali mi sono allenato. La mia prima panchina, a 18 anni, a Roma contro i giallorossi, fu a Galli. Mi allenavo da terzo con Taglialatela e Di Fusco e con loro si è instaurato un rapporto d'amicizia che è andato oltre il calcio”.

Cannavaro, Ferrara, Bordin, Nela, Altomare, Buso, Pecchia, Policano, Thern, Di Canio e Fonseca, per citarne alcuni. Una rosa incredibile e arrivò la qualificazione in Coppa Uefa...

“Lippi stravedeva per me, mi disse che mi avrebbe fatto esordire a Foggia. Poi, purtroppo non ci riuscì perchè ci si stava giocando la qualificazione UEFA ma sono contento, con loro sono cresciuto”.

Angelo Pagotto Nazionale

Pagotto sul passato difficile

Era il 2007, gara Spezia-Crotone, ti trovarono positivo alla cocaina. Quanto volte ci hai pensato?

“Un qualcosa che mi ha segnato, ma fino a quando mi sono pianto addosso, mi sono dovuto prendere le conseguenze. Poi mi sono ricostruito, sono diventato un uomo diverso, ricominciando dalle piccole cose quotidiane. Trovando uno spazio nel mio mondo ma vivendo un percorso lungo, visti gli 8 anni di squalifica. Gli amici non si sono fatti più vedere, ho ricominciato da zero. Dal dilettantismo passando al lavoro quotidiano: ho vissuto senza soldi ma piano piano ho avuto l'occasione di ricominciare, prima a Lucca e poi ad Avellino”.

Hai sentito la mancanza, nei momenti decisivi, di persone che ti potessero dare i giusti consigli?

“Si, l'ho sempre detto. Sono andato via da casa presto e non ho mai avuto una famiglia forte alle spalle. Anche i procuratori non sono stati giusti per me: facevano scelte solo per loro e non per me. Ho vissuto tante situazioni che mi hanno fatto crescere, oggi posso dare un consiglio ad un ragazzo senza un secondo fine. Questa è una merce rara”.

Il passaggio al Milan, un altro errore?

“Grossissimo errore, il mio procuratore mi aveva dato al Milan e diceva che era un'occasione da non farsi scappare. Da giovane non pensavo alle conseguenze, ma sarei dovuto restare 2-3 anni alla Sampdoria per crescere ulteriormente. Non ero pronto per un ambiente così diverso, da 7 lingue e Champions League da giocare”.

Dal Milan al Perugia di Gaucci, anche lì una scelta sbagliata? Ma con Nakata cosa successe? Sei stato incolpato di scambio di provette

“Un giudice si è sprecato nel fare un'indagine errata. Il sorteggio doping porta a scegliere 4 calciatori. Il giudice che ha fatto l'inchiesta è stato costretto a dover chiudere il tutto. Non è stato mai trovato chi ha fatto lo scambio. Mi sono presentato in un'altra udienza con Capello e il figlio, che fa l'avvocato, per chiedere un risarcimento. C'erano tante prove a mio favore, mi dissero che i prelievi doping si facevano così e se ne lavarono le mani. Era solo un continuare a mettere un coltello nella piaga: difficilmente la spunti, sembrava Davide contro Golia”.

Ma perché, uno che dal calcio ha avuto solo cose negative, vuole rimanere proprio in quest'ambiente?

“Mi piace il terreno di gioco e stare con i giocatori. La mia scelta è stata quella di fare il preparatore dei portieri. Non voglio avere rapporti con direttori sportivi e altre figure ma solo con il mio allenatore. La mia passione resta il calcio: ho lavorato fuori dal calcio e preferisco fare una cosa che mi piace nonostante tutto il male che mi hanno fatto. Tutti hanno subito torti, io almeno faccio una cosa che mi piace”.

Pagotto sulla lotta scudetto

Lo scudetto al Napoli è quasi cosa fatta, +18 sull'Inter, un vantaggio immenso

“Serve aspettare solo la matematica, non lo diciamo per scaramanzia. Da quello che vedo è molto frutto della forza del Napoli ma sotto non c'è voglia di andarli a prendere. Troppi risultati negativi, mentre lo score del Napoli è continuo e distrugge tutti anche psicologicamente”.

E della Champions cosa mi dici? E' un Napoli che gioca un calcio europeo, può sognare?

“Può arrivare in semifinale ma lì ci sono squadre con grandi campioni e forti. Poi ci vorrà fortuna per spuntarla in finale”.

E con il Torino che gara sarà?

“Chi gioca come Juric, attacca gli spazi e i portatori di palla. Il Napoli dovrà essere bravo ad andare a giocare alle spalle della difesa granata. Se il Napoli sta bene, non ha problemi, deve però fare la partita perfetta”.

Con l'Atalanta abbiamo visto un capolavoro di Kvaratskhelia?

"Un calciatore che mi fa paura, un 2001 che con questa personalità può arrivare molto in alto. Sembra bambino ma può ancora crescere. Un fenomeno, giocare a Napoli non è facile per nessuno e lui lo fa magnificamente”.

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