DAZN - 'Un anno all'improvviso', il racconto della cavalcata scudetto attraverso le parole dei protagonisti

Scudetto Napoli  
DAZN - 'Un anno all'improvviso', il racconto della cavalcata scudetto attraverso le parole dei protagonisti

'Un anno all'improvviso' è il racconto della cavalcata del Napoli verso lo scudetto attraverso il racconto dei protagonisti:

Mario Rui

"Prima della scelta del capitano, c'era qualcosa di strano perchè sono partiti calciatori che hanno fatto la storia del Napoli.
Era andato via il capitano e calciatori come Mertens che è il bomber storico del Napoli, praticamente una leggenda.
Giovanni Di Lorenzo è il prototipo dell'atleta. Tutto quello che uno può immaginare, lui ce l'ha.
Ricordo che eravamo a pranzo e il mister ci chiamò in 4-5. In quel periodo c'era ancora Fabian Ruiz. Spalletti ci disse quello che si aspettava da un capitano.
Già dai video di Kvara che giravano in internet, si capiva dal suo modo di stoppare la palla che tipo di calciatore fosse.
La partita di Torino contro la Juve mi ha fatto rivivere le emozioni del 2018 quando vincemmo 1-0 con il gol di Koulibaly.
Per due anni siamo arrivati secondi con lo scudetto che ci è scappato di un soffio.
Erano 33 anni che i napoletani aspettavano questo scudetto. E potergli regalare questa gioia è stata una delle cose più belle che abbia mai fatto.
Ogni tanto ci penso e mi chiedo: "Ma è successo veramente?"."


Piotr Zielinski:

"Ad inizio anno era tutto nuovo anche per me. Perchè sono andati via calciatori storici e sono arrivati i nuovi che non conoscevamo.
Per questo non è stato semplice.
Alcuni di noi, come me, siamo tornati dal mondiale poco prima che ricominciasse il campionato. Non è stato semplice riprendere il ritmo dopo due settimane e mezzo di pausa.
Contro la Roma in casa sapevamo che sarebbe stata una partita dura che ci avrebbe dato una spinta importante in campionato. Ricordo che quando pareggiarono continuammo ad attaccare perchè volevamo vincerla.
Simeone contro la Roma al Maradona ha fatto un bellissimo gol che ci ha permesso di portare a casa tre punti importanti.
Perdere lo scudetto a Firenze nel 2018 è una cosa che ci ha toccato molto".

Luciano Spalletti

"Chi indossa la maglia del Napoli deve far vedere di essere fin da subito il calciatore giusto per rappresentare un sentimento come quello nostro".

Giovanni Di Lorenzo

"La cosa che mi ha fatto più piacere è l'aver ricevuto l'approvazione dei compagni. Ringrazio il mister per avermi scelto come capitano ed i miei compagni perchè sapevano che avrei cercato di rappresentare al meglio lo spogliatoio.
Dopo la sosta per il Mondiale tutti si aspettavano che facessimo un cammino deludente. Invece, ci fu solo la sconfitta contro l'Inter e poi ricominciammo a vincere come avevamo fatto all'inizio.
La partita contro la Juve al Maradona sappiamo benissimo quanto vale per tutto l'ambiente Napoli e anche per noi giocatori.
E' stata una vittoria importantissima perchè avevamo 7 punti di vantaggio su di loro e se avessero vinto si sarebbero portati a -4. Invece siamo riusciti a tenerli a distanza.
L'umore dei napoletani dipende dall'andamento della squadra, quindi siamo contentissimi di avergli regalato quersta grande gioia.
Contro la Roma il mister fece una scelta coraggiosa sostituendo Osimhen con Simeone. Giocavo 5 minuti a partia mentre in quel momento il mister mi concesse 15 minuti che per me erano tantissimi.
Quando Simeone ha segnato il 2-1, ho pensato per la prima volta che sarebbe potuto essere il nostro anno.
Dopo il vantaggio contro la Salernitana non immaginavo che loro potessero avere le forze per pareggiare.
Ad Udine, come in tantissimi altri stadi durante la stagione, sembrava di stare a Napoli con tantissimi tifosi azzurri che hanno seguito la strada.
Dopo la vittoria dello scudetto abbiamo dormito li e abbiamo festeggiato un po'. Credo che qualcuno non abbia proprio dormito".

Giovanni Simeone

"Quando uno si sente qualcosa nel cuore, lo deve seguire. Qualcvosa dentro di me diceva che dovevo andare a Napoli. 
Sono arrivato lo stesso giorno di Raspadori e sono andato in panchina contro il Verona. Mi ricordo perfettamente una giocata di Kvara davanti a noi che mi lascia di stucco. In quel momento guardai Jack e gli dissi 'ma come facciamo a giocare qui? Sono fortissimi".
Prima della partita di San Siro contro il Milan ero tranquillissimo. Prima del riscaldamento andai prendere un mate con Olivera e gli dissi che ogni il mate mi faceva fare sempre gol.
Quando mi arrivò quel pallone pensai di stopparla prima di calciare ma mi resi conto di non avere lo spazio sufficiente. Decisi di dare palla a Mario Rui sicuro che avesse crossato. Sapevo che il pallone sarebbe arrivato sul primo palo, mi sono buttato nello spazio fregando tutti segnando di testa. C'è stato un attimo di silenzio e poi un boato incredibile. Non sembrava di essere a Milano.
Un mese prima della partita in casa contro la Juve, tutto il mondo mi ha chiesto i biglietti.
Quando eravamo ampiamente in vantaggio dicevo ai miei compagni di continuare ad attaccare. Non c'è nessuna forma di rispetto migliore che voler dimostrare all'avversario di essere più forte.
Dopo la partita sembrava di essere ad un concerto dei Coldplay con tutti i tifosi che hanno illuminato il Maradona.
Napoli-Roma me la ricordo benissimo perchè ero abituato a giocare pochissimo ad ogni partita.
Ricordo che Zielinski mi chiese un uno-due, capisco che Smalling si lancia sulla triangolazione allora decido di non restituire palla e girarmi dalla parte opposta, sento il difensore della Roma gridare 'oh no!' e calcio in porta segnando. 
Il giorno della partita contro la Salernitana eravamo tutti negli spogliatoi a vedere la partita dell'Inter. Dopo il terzo gol di Lautaro ho abbracciato Di Lorenzo e abbiamo spento tutto e siamo scesi in campo per il riscaldamento.
Quando vedo Dia che salta Osimhen con un tunnel e si prepara per calciare, mi si è fermato il cuore.
Ho capito che avremmo lo scudetto ad Udine perchè abbiamo soggiornato nello stesso albergo dove è venuto a mancare Davide Astori. L'ultima volta che l'ho visto era nella sala medica e non ricordavo quale fosse la sua stanza.
Percorrendo un corridoio, ho ricordato che era in una stanza sulla destra, e in quel momento ho avuto la sicurezza che quello sarebbe stato un giorno speciale.
Contro l'Udinese la partita è stata dura e fino all'ultimo ho dubitato se riuscivamo a pareggiarla".

Alex Meret:

"Kvara lo vedevi sempre negli allenamenti saltare l'uomo con facilità, calciare in porta e fare gol. Già dai primi allenamenti si era capito che giocatore fosse.
La vittoria contro la Juve a Torino è stata quella decisiva. Eravamo talmente vicini all'obiettivo che non potevamo perderlo.

Il momento più bello? Quando dopo la vittoria dello scudetto ho salutato mia moglie sugli spalti con mia figlia tra le braccia".

Victor Osimhen

"Lo scudetto è cominciato a diventare realtà quando abbiamo vinto a Roma. 

 

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