Regione Campania, De Luca: "No al rompete le righe, oppure fermo i treni e metto in quarantena! Senza Regioni l'Italia sarebbe crollata"

Le Interviste  
Regione Campania, Vincenzo De LucaRegione Campania, Vincenzo De Luca

L'intervista di De Luca al Corriere della Sera riguardo la situazione Coronavirus e le ultime notizie riguardo la fase 2

Ultime notizie. Vincenzo De Luca, governatore della Regione Campania, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni del Corriere della Sera

Regione Campania, Vincenzo De Luca

Coronavirus Campania, le parole di De Luca

«Secondo me fa bene l’Italia. La mia convinzione è che questo sia l’unico campo nel quale non si possa sbagliare. Non possiamo dire “partiamo, vediamo e poi magari correggiamo per strada”. Se prendessimo decisioni che dopo due settimane alimentano un contagio generalizzato sarebbe una tragedia, dovremmo chiudere di nuovo tutto. Ma, dopo un mese e mezzo di quarantena, un’altra stagione come questa il Paese non la reggerebbe. Dunque non possiamo sbagliare».

L’hanno dipinta come un imperatore che chiude le frontiere...
«Il vizio delle banalizzazioni caricaturali e l’abitudine di parlare senza sapere, è dura a morire. Salverò i miei polmoni dal virus — a Dio piacendo — ma non il mio fegato dagli imbecilli. Partiamo dai fatti. Noi abbiamo una situazione di questo tipo: nel Sud nel complesso si è contenuto il contagio; in alcune regioni del Nord ancora oggi si registrano da 400 a 1.000 contagi in più. È evidente, allora, che non si può dire che il problema è alle nostre spalle nonostante alcune tendenze positive».

C’è chi dice che le Regioni abbiano contribuito alla confusione.
«Abbiamo assistito in questi giorni ad alcune valutazioni sgangherate, a polemiche fuori tempo o messe su per sentito dire. Le diverse posizioni, il più delle volte, riflettevano le diversità delle realtà che si dovevano governare. Senza il ruolo delle Regioni l’Italia sarebbe crollata. Il livello nazionale era impegnato a garantire un flusso adeguato e continuo di forniture, e abbiamo visto con quanta fatica è stato adempiuto questo compito, oggi fortunatamente in gran parte risolto».

Lei ha polemizzato con la Lombardia.
«Mai polemizzato con la Lombardia. Da sempre abbiamo una linea di solidarietà nazionale e di rifiuto di contrapposizioni Nord-Sud. Sta di fatto che noi abbiamo subìto un rientro disordinato e massiccio di persone del Nord e abbiamo fatto una fatica terribile a contenere l’espansione del contagio. Tutti i focolai che abbiamo avuto in Campania hanno origine dal Nord. Allora credo che sia ragionevole evitare che ci sia un rompete le righe e questa è la sensazione che si è avuta rispetto ad alcune regioni del Nord. Perciò io credo che dobbiamo chiedere al governo nazionale se non l’obbligo di domicilio nel comune di residenza almeno l’obbligo di permanenza nelle regioni di appartenenza per un periodo. Sennò vorrà dire che dovremo limitare il numero di treni che arrivano dal Nord, prendere la temperatura corporea, fare controlli alle stazioni e obbligare alla quarantena chi viene dal Settentrione senza motivo. Si tratta di cose di semplice buon senso e possono essere condivise anche dal mio amico Fontana a cui confermo la stima, come confermo la mia solidarietà alla popolazione lombarda».

Non possiamo dire: partiamo, poi si vede. Il Paese non reggerebbe un’altra chiusura. Se il governo riaprisse presto l’Italia lei si riserverebbe di fare delle ordinanze restrittive?
«Voglio essere sincero: ho avuto la sensazione di un crollo quasi psicologico di tanti amministratori del Nord. Capisco che sia un periodo pesante per tutti noi e capisco anche la fatica di reggere l’onda che cresce di richieste di flessibilità; ma è in questi momenti, come dico io, che bisogna essere uomini, e fare non quello che è più semplice o comodo, ma quello che è più ragionevole e più in grado di tutelare in maniera permanente il nostro futuro».

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