Ultimissime Calcio Napoli - A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Antonello Valentini, amministratore delegato della Lega Dilettanti ed ex direttore generale FIGC. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Direttore, come spiegherebbe ad un bambino quanto siano importanti le prossime due partite della Nazionale?
"Gli direi che c’è bisogno di portare questa Nazionale ai Mondiali, per lui, per la prima volta. I ragazzi che oggi hanno 10-12 anni non hanno mai visto l’Italia ai Mondiali, e quindi è un’occasione disperata ma irripetibile. Non posso nemmeno immaginare che l’Italia salti per la terza volta consecutiva la qualificazione: sarebbe un disastro sportivo, economico e sociale, non solo per la Federazione e per il calcio, ma per tutto il sistema sportivo nazionale."
Il piano di fattibilità prevede che la Nazionale vinca in casa contro l’Estonia e in trasferta contro Israele. Sulla carta possiamo dire che queste compagini siano alla portata della squadra di Rino Gattuso?
"Assolutamente alla portata. Sicuramente dobbiamo vincere e fare sei punti, non ci sono alternative per continuare a inseguire il sogno Mondiale. Temo che sarà molto difficile arrivare primi nel girone, ma bisogna conquistare almeno il secondo posto per giocarsi i play-off. Oggi però non sono più come una volta, con lo scontro diretto andata e ritorno contro una sola squadra: adesso si gioca in un quadrangolare con semifinali e finali, e gli avversari potrebbero essere anche altre nobili decadute come lo è l’Italia stessa. È quindi una situazione molto delicata, di cui Rino Gattuso si è fatto carico con grande responsabilità, coraggio e senso del dovere."
Qualora non dovessimo qualificarci per i Mondiali, sarebbe giusto dare tempo a Gattuso di costruire qualcosa in vista degli Europei tra tre anni?
"Guarda, Luca, adesso dobbiamo pensare solo alla qualificazione ai Mondiali. Se non dovessimo riuscirci, per la Federazione e per tutto il calcio italiano sarebbe devastante, non riesco nemmeno a immaginare cosa potrebbe succedere. Certo, Gattuso ha carattere, temperamento, esperienza e conoscenza: ha risposto a un vero e proprio SOS della Federazione. Già in questa convocazione ha inserito qualche giovane come Leoni, Fabbian ed Esposito. Il problema però è strutturale: rispetto al 2006 si è invertita la percentuale dei giocatori selezionabili per la maglia azzurra. All’epoca il 70% dei calciatori di Serie A era convocabile, oggi solo il 30%. Bisogna fare il pane con la farina che si ha a disposizione. Io non sono pessimista sulla qualità della nostra squadra, ma serve un grande patto fra tutte le componenti del calcio. Si fanno grandi proclami sui vivai e sulla difesa del calcio italiano, ma spesso si predica bene e si razzola male, e questo inevitabilmente incide sul rendimento della Nazionale. Non possiamo pretendere di andare in giro per il mondo e spaccare tutto se la base non è solida."
Questo ci riporta inevitabilmente ai temi della Serie A, direttore. Ha citato Leoni, acquistato dal Liverpool, rientrando in un calderone da mezzo miliardo di euro speso solo da quel club. Come può la Serie A essere competitiva contro mercati che vedono una sola squadra spendere cifre simili?
"I grandissimi club hanno ormai una dimensione internazionale e una forza economica straordinaria. Quest’anno il mercato italiano si è mosso quasi esclusivamente su calciatori stranieri provenienti dall’estero. Eppure abbiamo avuto un’Under 21 che pochi mesi fa ha chiuso l’Europeo giocando benissimo. Nonostante ciò, in questo calciomercato — a parte Ghilardi — non ho sentito trattare o parlare di nessun giovane italiano protagonista di quell’avventura. Questo non va bene ma, purtroppo, è la realtà. Con una bacchetta magica non si risolve tutto, serve un grande patto tra tutte le componenti: nessuno può obbligare le società a comprare italiano, ma se si vuole che la Nazionale resti il traino del movimento e della passione dei tifosi, bisogna fare sistema. Altrimenti si rischia di perdere proprio la passione dei tifosi."
Si è chiusa da poco la finestra estiva di calciomercato. Qual è la squadra di Serie A che, secondo lei, ne esce maggiormente rinforzata?
"Il Napoli si è ulteriormente rinforzato con diversi acquisti di grande qualità. È vero che ha perso Lukaku, ma ha rimediato subito acquistando Hojlund. Ha preso campioni del calibro di De Bruyne, che non è giovanissimo ma resta un grandissimo talento. Credo che il Napoli abbia costruito una squadra irripetibile per far bene anche in Europa dove, storicamente, non ha mai brillato. Anche la Juventus ha fatto grandi passi avanti: il miglior acquisto è stato il recupero di Bremer, che l’anno scorso era infortunato e non ha giocato. Recuperarlo è fondamentale, e poi sono arrivati altri innesti importanti come Openda e Zhegrova. Nel complesso vedo una Juventus più solida e competitiva."
Lucca e Højlund sono attaccanti molto più mobili di Lukaku. Crede che Højlund, per il quale è stato fatto un investimento importante, sia l’attaccante ideale per l’idea di calcio di Conte?
"Credo che Conte dovrà rivedere alcune cose del suo sistema di gioco, perché un centravanti come Lukaku non può essere sostituito da due attaccanti dinamici e di movimento come Lucca e Højlund. Bisognerà modificare qualcosa, ma Antonio ha una tale conoscenza del calcio, tanta esperienza e capacità di adattamento che non ho dubbi troverà le soluzioni. Conte ha sempre dimostrato di non arrendersi mai, perché è uno che odia perdere. Sono certo che saprà sfruttare al meglio le qualità atletiche e tecniche dei suoi nuovi attaccanti. Anche il ritorno di Elmas può essere utile, perché offre caratteristiche complementari che possono esaltare il gioco aereo e la dinamicità di Højlund e Lucca. Mi auguro che Lucca trovi spazio con continuità, anche in chiave azzurra."