Conte si racconta: "Nella storia rimangono quelli che vincono! L'ossessione nel calcio è positiva, quando sento dall'altra parte che c'è voglia di sposarmi mi entusiasmo molto"

Le Interviste  
Conte si racconta: Nella storia rimangono quelli che vincono! L'ossessione nel calcio è positiva, quando sento dall'altra parte che c'è voglia di sposarmi mi entusiasmo molto

Il nuovo allenatore del Napoli Antonio Conte si prepara a una nuova avventura sulla panchina azzurra, ma nel frattempo parla in un'intervista pubblicata sulla piattaforma digitale della Federcalcio, VivoAzzurroTV.

Intervista Conte

Antonio Conte ripercorre il suo cammino agonistico, anche e soprattutto in nazionale:

"Sono cresciuto in mezzo alla strada. La strada ti porta ad incontrare subito delle difficoltà e non c'è nessuno che ti aiuti a risolverle. Devi sapere che devi cavartela da solo e che non puoi contare su niente e su nessuno"

"Mondiale 1994? Ricordo la chiamata, avevo il cuore che batteva forte perchè avrei saputo se far parte del gruppo oppure no. Appena finì la telefonata, festeggiai con mamma la convocazione. Nei confronti di Sacchi, ho grande stima e ammirazione. Trasmetteva la sua passione per il calcio, questa sua voglia di aggiornarsi e di essere davanti agli altri mi piaceva. Un grande lavoratore che non lasciava niente al caso: sono tutte cose che ho cercato di fare mie. Una persona sicuramente ossessionata, ma per me l'ossessione nel calcio è una cosa positiva"

"La finale dei Mondiali persa nel 1994? Quando arrivi ad avere queste opportunità devi sapere che potrebbe non capitarti mai più, invece quando si è giovani non ci si pensa. Io pensai abbiamo perso, magari capiterà un'altra volta. Invece, quando giochi finali del genere, con i club o in nazionale, devi sapere che potrebbe essere l'unica della tua vita, e devi essere forte e determinato per far sì che tu possa entrare nella storia perché, parliamoci chiaramente, nella storia ci rimangono le persone che vincono. Quella fu la prima sconfitta pesante, di quelle che bruciano sulla pelle. Il Brasile è rimasto nella storia, tanta gente non ricorda il secondo posto dell'Italia"

"Euro 2000? Avevo fatto il primo gol alla Turchia, poi giocammo i quarti di finale con la Romania e Hagi mi ruppe la caviglia con un brutto fallo. Io fui costretto ad uscire, a saltare la semifinale e la finale. Chiesi a mister Zoff di rimanere col gruppo, perchè mi faceva piacere.

"La chiamata per allenare la Nazionale? Avevo appena lasciato la Juventus, era una chiamata inaspettata: Tavecchio era molto convinto e penso che quella sua perseveranza, la determinazione nel volermi in Nazionale, il desiderio di realizzare quel matrimonio mi colpirono molto. Quando sento dall'altra volta che c'è voglia di sposarmi, mi entusiasmo molto. Cambio mentalità? Giusto portare la propria passione e determinazione quando andiamo a lavorare in una Nazionale o in un club. Io mi sono trovato in tutte e due le posizioni, vivendo le situazioni riesci a capire tante cose e sei più elastico.. La Nazionale ha bisogno dei suoi spazi, penso che le Nazionali che alla fine vincono sono quelle che riescono a costruire una squadra"

"Quando sei CT cerchi di convocare i migliori, ma quando trovi defezioni a Coverciano e pensi che qualche giocatore possa recuperare, è normale che ci rimani male e cerchi poi di andare sul rapporto personale per fargli capire l'importanza della nazionale, di stare nel gruppo"

"L'addio dopo l'Europeo del 2016? E' stato difficile staccarmi da quei giocatori, ma da tutto l'ambiente. Si era creata una vera famiglia e questo ci aveva aiutato a superare il fatto che non fosse una nazionale fortissima, però l'organizzazione e la voglia di dimostrare che non eravamo inferiori agli altri aveva equilibrato le cose"

"Vedevo sempre i tifosi avversari mettere la maglia della loro nazionale, noi italiani invece sempre sparpagliati: da lì mi venne l'idea di richiamare tutti a mettere la maglia azzurra, feci un appello che venne accolto in positivo. E ora quando vedo la Nazionale vedo tante maglie azzurre. Non so se grazie a me, ma è importante dimostrare di essere orgogliosi del proprio paese"

"Ogni tanto mi fanno rivedere le immagini della partita contro la Spagna, fu una partita molto intensa così come tutto l'Europeo. Con la Germania nonostante le difficoltà degli infortuni arrivammo ai rigori: erano una delle favorite, eravamo in vantaggio poi è andata male. I rigori? Sempre particolari, io ci ho vinto e perso una Champions League, ci ho perso un Mondiale. I rigori sono una lotteria, quando sei davanti di due gol senti il sapore che possa avvicinarsi la vittoria, poi accade ciò che è accaduto"

"Prima degli Europei, a gennaio, avevo manifestato al presidente la voglia di tornare ad allenare un club, ad aprile poi avevo firmato con il Chelsea. Sono convinto che se non avessi firmato quel contratto e avessi dovuto decidere in quel momento, non avrei mai e poi mai lasciato quel gruppo. Si era creato un rapporto troppo forte tra noi e non me la sarei sentita"

"Io credo che tutti quanti nella vita abbiamo un percorso. Sono andato via dalla Juventus e ho incontrato la Nazionale che mi ha dato grandi emozioni, poi sono andato in Inghilterra e ho vinto la Premier League e la FA cup. Diciamo che in tutte le situazioni ci possono essere dei rimpianti, col senno di poi, ma quello che è arrivato dopo è stato bello ed entusiasmante"

"Il mio addio a Tavecchio con l'accenno al garage? Avevo tempo per immagazzinare alcuni concetti (ride, ndr). Una volta al mese è come se facessi uscire l'auto, era quella l'insoddisfazione. Però ero molto giovane, oggi la vivrei con più esperienza grazie al percorso nazionale ed internazionale che mi ha fatto crescere"

"A me piace molto la musica italiana, sia quella del passato sia quella del presente. Sono un fan dei Negramaro, la musica unisce: prima lo spogliatoio era più sacro, adesso con le nuove generazioni sta cambiando la situazione. In Inghilterra prima della partita c'è musica a palla, anche in Italia si sta andando verso questa direzione"

"Il bacio con mia moglie all'Europeo? Poco tempo fa me l'ha fatto rivedere, non pensavo fosse diventato virale: non seguo molto i social, fu una cosa talmente spontanea dopo la vittoria con la Spagna. Fu un carico d'emozioni a 360 gradi, il concetto che volevo far passare era quello di un bacio a tutta l'Italia"

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