Alberto Fontana: "Cosa vogliamo dire ad uno come Meret? Come interpreto le parole di Conte sul futuro"

Le Interviste  
Alberto Fontana: Cosa vogliamo dire ad uno come Meret? Come interpreto le parole di Conte sul futuro

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Alberto Fontana, ex portiere, fra le tante, di Napoli, Inter ed Atalanta. Di seguito, un estratto dell'intervista. 
 
Secondo lei è già fatta per lo scudetto del Napoli? 
“No, assolutamente. C’è ancora bisogno di restare concentrati fino alla fine. Però, se vai a riprendere una registrazione di 4-5 mesi fa, io l’avevo detto che il Napoli era la mia favorita per lo scudetto, per merito soprattutto dell’allenatore. Credo che Conte abbia fatto un lavoro fantastico. Era già una rosa importante, ma serviva un condottiero, qualcuno che sapesse guidarla davvero. E poi, sai, giocare su tre fronti, anche per una squadra fortissima ed attrezzata come l’Inter, diventa complicato da gestire nell’ultimo mese e mezzo. L’Inter sta pagando un po’ il prezzo dei tanti impegni sostenuti, perché in Italia anche contro l’ultima in classifica non è una passeggiata ed in Europa è ormai arrivata ad un passo dalla fine. In altri campionati, puoi cambiare sette-otto titolari e comunque vincere, qui no. Alla lunga lo paghi. Poi, per carità, mancano ancora tre partite e non è stato scritto niente. Ma i presupposti per il Napoli di tagliare un traguardo incredibile ci sono tutti.” 
 
Oggi è il 5 maggio. Nel 2002 lei era nella rosa di quell’Inter che perse lo scudetto all’ultima giornata a favore della Juventus. Sa bene cosa significa restare con i piedi per terra, sbaglio? 
“È verissimo, è una ferita ancora aperta. Nel calcio italiano non puoi mai dare nulla per scontato. Quella fu una giornata incredibile. Anche se sono passati tanti anni, ogni tanto ti ritorna davanti agli occhi. Per uno come me, che aveva fatto tanta provincia, poteva essere una giornata bellissima da vivere… e invece. Fu una brutta giornata per tutto il mondo Inter.” 
 
Cosa mancò a voi in quel famoso 5 maggio? 
“Beh, noi giocavamo contro la Lazio, che in casa non aveva mai perso in quella stagione. Non era una partita facile. E sapevamo benissimo che la Juventus, dopo un quarto d’ora, stava già vincendo 2-0 a Udine. Diciamo che, qualche anno dopo, sono emerse cose, la giustizia sportiva ha fatto il suo corso. Comunque, non bisogna mai dare nulla per scontato nel calcio italiano. Anche quest’anno, il Napoli ha il futuro nelle proprie mani, ma non ha ancora tagliato il traguardo. Di sicuro ha in panchina un allenatore, Antonio Conte, che, per attenzione e motivazioni, difficilmente sbaglia qualcosa. Con lui non credo sia possibile accada una cosa del genere.” 
 
Lei prima ricordava quella Lazio, imbattuta in casa. Oggi invece le ultime sfide del Napoli sembrano, almeno sulla carta, meno proibitive rispetto a quelle dell’Inter. È così? 
“Sì, teoricamente il calendario del Napoli è migliore. Ha tre punti di vantaggio sull’Inter e, da questo punto di vista, parte in una posizione più favorevole. Però, ripeto, ci sono i 90 minuti da giocare e c’è sempre la motivazione delle squadre avversarie nel voler far bene contro la prima in classifica. Nulla è scontato.” 
 
Che idea si è fatto della possibilità che Antonio Conte lasci il Napoli a fine stagione? 
“Io credo che il Napoli, il prossimo anno, debba prepararsi per affrontare tre competizioni. Quest’anno, con una sola, ha fatto benissimo perché ha una rosa importante. Ma per essere competitivi anche l’anno prossimo serviranno altri sei o sette giocatori. Quindi, più che una chiusura, per me quello di Conte è un messaggio per il futuro, una richiesta più che un addio. Io la leggo così: se vogliamo essere competitivi, ci vuole questo. Altrimenti, giustamente, mi guardo intorno.” 
 
Se domani l’Inter dovesse superare il Barcellona e andare in finale, crede che questo possa distrarli dalla corsa scudetto? 
“No, anzi. Sarebbe uno stimolo emotivo enorme. Se mandi fuori il Barcellona, la tua autostima cresce in maniera esponenziale. Non credo che faranno troppi calcoli. C’è ancora tempo per provare a vincere anche lo scudetto. Potrebbe essere un’iniezione di fiducia che li aiuta a credere ancora di più nel miracolo di raggiungere il Napoli.” 
 
Che cosa ne pensa della situazione di Meret? Oggi potrebbe firmare con qualunque altro club, ma il rinnovo col Napoli non arriva. Secondo Lei resterà? 
“Io Meret lo prenderei in tutte le squadre, l’ho sempre detto. È un portiere che stimo molto. A Napoli, diciamo che non è mai sbocciato un amore pieno tra lui e la piazza, non so il perché, ma io lo prenderei sempre. Come andrà a finire? Non lo so, sinceramente. Da fuori è difficile entrare nei dettagli. Certo è che, se dovesse vincere il secondo scudetto con una squadra che non partiva per vincerlo, sarebbe un risultato enorme, e lui sarebbe stato il titolare in entrambi i titoli. E che gli vuoi dire?” 
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