ESCLUSIVA - Pià: "Dal mio Napoli di Reja e Montervino a quello di Sarri: bisogna ringraziare De Laurentiis! A Bergamo spero segni Insigne, ho un record in maglia azzurra che mi invidia anche Higuain!"

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ESCLUSIVA - Pià: Dal mio Napoli di Reja e Montervino a quello di Sarri: bisogna ringraziare De Laurentiis! A Bergamo spero segni Insigne, ho un record in maglia azzurra che mi <i>invidia</i> anche Higuain!

Di Manuel Guardasole - Twitter: @MGuardasole

Non ha bisogno di chissà quale presentazione, a Napoli è arrivato nel 2008 in Serie C preferendola alla permanenza all’Atalanta e quindi alla Serie A: nato in Brasile, ha giocato nel club di De Laurentiis dal 2005 al 2007 e dal 2008 al 2010, segnando in Serie C, B, A e nelle Coppe Europee. Adesso gioca in Serie D, come ci racconterà, al Darfo Boario, ma non ha dimenticato il gol al Martina Franca con l’esultanza con la maschera di Spiderman e l’esordio in Europa con il Benfica. Stiamo parlando di Inacio Pià, intervistato in esclusiva ai microfoni di CalcioNapoli24.it nei giorni successivi al 4-2 al Benfica e alla vigilia di un match a lui molto caro: Atalanta-Napoli.

Inacio Pià, non posso non partire dal chiederti della gara di mercoledì vinta 4-2 contro il Benfica. L’hai vista, cosa ti ha colpito?

“Si, l’ho vista ed è uno spettacolo vederli giocare: in questo momento il Napoli è veramente divertente, fa divertire tanto e si divertono tanto; una vittoria importante che dà fiducia per la classifica e per andare avanti in Champions League”.

Sei stato protagonista anche tu di un Napoli-Benfica, quella gara di Coppa Uefa nel 2008. Cosa significava quel match per quel Napoli e cosa significa questa vittoria per la squadra di Sarri?

“Per noi fu una partita importantissima e sentita: venivamo dal fallimento, da tutta la trafila fra Serie C, Serie B e poi Serie A e quello fu un salto, un traguardo importante. Era un Napoli di ragazzi ‘inesperti’ in questo torneo, per tanti calciatori di quel Napoli era il debutto in Europa: dispiace perché abbiamo vinto in casa e poi abbiamo perso lì uscendo dal torneo. Rispetto a questo Napoli di oggi, è tutt’altra squadra con calciatori di esperienza, abituati a giocare questa competizione e con le Nazionali: si è visto nettamente che il Napoli è ad un livello alto di qualità e mentalità”.

Che sensazioni provaste in quella gara che fu un esordio per tanti azzurri e per lo stesso Reja, così come quest’anno per Sarri: esordire in Champions League può essere un elemento positivo, in quanto a ‘fame’ e voglia di fare bene, ma può anche in certi momenti mostrare delle pecche in esperienza.

“Sicuramente, dici benissimo: per Sarri è la prima esperienza in Champions come lo fu per Reja che era alla prima in Europa con gli azzurri, la differenza è che il tecnico campano ha dei calciatori che fino all’anno scorso, a quest’estate hanno giocato sia i Mondiali che l’Europeo e quindi sono calciatori già preparati a livello europeo. Il Napoli nostro del 2008 era una squadra giovane che veniva da campionati inferiori o magari dalla Serie A, ma non avevamo grossa esperienza: la differenza è tutta lì”.

Titolari nel 3-5-2 di mister Reja sia al San Paolo che a Lisbona c’erano Maggio e Hamsik, tu subentrasti proprio al capitano al 75’ dell’andata: conosci bene questi due calciatori e sono ancora in maglia azzurra…

“Marek, lo dico sempre, è il mio modello di calciatore: è un calciatore completo, che ha personalità e sa giocare in vari ruoli, dà sempre il massimo e ha veramente sposato la causa. Poteva benissimo andar a cercare da altre parti la gloria, invece come tutti gli anni decide di rimanere ed è affezionato tantissimo: è giusto che non finiscano le soddisfazioni che sta avendo adesso, io spero riesca a vincere qualcosa con il Napoli. Su Maggio dico che è un ragazzo eccezionale oltre ad un professionista serio: sempre pronto e disponibile, mai una parola fuori posto e merita tanto rispetto. Sono sicuro potrà dire ancora la sua”.

Domenica alle 15 si gioca un’altra gara a te cara, con due tue ex squadre: quanto è difficile giocare a Bergamo? Che insidie nasconde questa gara e chi può decidere la partita?

“E’ una partita a cui tengo tanto personalmente: l’Atalanta mi ha dato la possibilità di arrivare in Italia, di esordire e ho famiglia a Bergamo quindi ci tengo bene. Dall’altra parte ho passato gli anni più belli della mia carriera in azzurro, sono affezionato tantissimo a questa maglia. Non sarà una partita facile perché è sempre dura affrontare i bergamaschi in casa: è un ambiente particolare, anche se non stanno attraversando un momento di forma bello hanno vinto l’ultima gara. La squadra di Sarri a livello di qualità potrà benissimo gestire la partita per dare continuità al campionato che sta facendo. Chi può decidere la partita? In questo momento chiunque perché il Napoli ha una rosa così ampia che chi gioca gioca può far bene. La mia speranza è che si possa sbloccare Lorenzo Insigne che è un valore aggiunto di questa squadra, spero possa giocare e far gol”.

Mertens e Reina sono gli azzurri che più spesso mandano messaggi d’amore sinceri alla piazza partenopea, nel tuo Napoli chi erano gli azzurri più legati a questa città?

“L’affetto che ti dà la gente di Napoli fai fatica a trovarlo da qualsiasi altra parte, a livello mondiale: la gente ti dà tanto, ti stima tanto, io penso che Reina e Mertens siano stati colpiti da questo e sicuramente sono anche loro a trasmettere tanto affetto; questo a primo impatto è stato importante a legarli tanto alla città. Dei miei tempi non posso non parlare di Francesco Montervino, mio compagno di camera per 5 anni: vi posso garantire che è stato sempre attaccatissimo alla maglia, da capitano avendo la personalità forte cercava di tenere tutto il gruppo unito e magari ‘bacchettava’ chi sbagliava. Lo considero come un fratello e posso parlarne solo bene, il nostro gruppo di quel Napoli è stato un gruppo forte: non era semplice all’inizio quando non c’erano neanche i palloni, sembriamo ripetere sempre le stesse cose ma è la verità, non avevamo i campi né i materiali. Gente che aveva lasciato la Serie A, come anche io, per venire giù: è stato qualcosa di eccezionale vincere con tutti i sacrifici e portare il Napoli attualmente ad essere una delle squadre più belle d’Europa”.

Qual è il tuo ricordo più bello in maglia azzurra? E il gol più importante?

“Il momento più bello è stato sicuramente la promozione a Genova, con il gemellaggio, ed è stato il momento più emozionante. La cosa che mi è rimasta più in mente della mia esperienza in azzurro è stato il gol al Martina Franca con la maschera di Spiderman nell’esultanza: i tifosi ancora lo ricordano quando mi vedono in giro e fu qualcosa di particolare”.

Io invece dico quello del 3 maggio 2009, fuori casa contro contro il Siena: il tuo primo gol in Serie A con la maglia azzurra, che ti permette di entrare nella storia assoluta della società partenopea diventando il primo calciatore ad aver giocato e segnato in maglia azzurra in Serie A, Serie B, Serie C1 e Coppe Europee. Cosa significa essere nella storia del Napoli?

“E’ un record che mi tengo veramente stretto, penso che nemmeno Higuain può vantare quel record, anche perché non penso andrà mai a giocare in Lega Pro (scherza, ndr)! E’ mio, come lui c’ha il record dei 36 gol io ho quello di aver segnato in tutte le categorie!”.

Nella storia è entrato anche il Napoli di De Laurentiis: per la prima volta fra le prime 15 del Ranking Uefa… In questo periodo c’è un clima strano al San Paolo: tifosi schierati pro Sarri e contro De Laurentiis, ma c’è anche chi contesta i contestatori. Cosa si sente di dire ai tifosi che contestano l’operato di De Laurentiis?

“Giustamente i tifosi essendo veramente la passione del calcio napoletano si lamentano per varie cose come i prezzi dei biglietti, adesso non so precisamente. Quello che mi sento di dire è che il presidente va riconosciuto e va ringraziato perché ha preso una società 10 anni fa dove non c’era niente e adesso vedo il Napoli che lotta in Serie A e in Champions dettando legge dappertutto: va dato un merito al presidente e a chi lavora per lui. Bisogna trovare una via di mezzo però per accontentare i tifosi che son sempre presenti, è giusto che il San Paolo sia sempre pieno: non è facile per nessuno giocare con l’impianto di Fuorigrotta pieno”.

C’è una parola che a Napoli non si pronuncia, altrimenti Sarri si ‘gratta’. Lei pensa sia possibile, quest’anno più dell’anno scorso?

“Io penso sia possibile, ti dico il motivo: l’anno scorso il Napoli era Higuain dipendente e tutti attendevano che il Pipita decidesse la partita. I compagni accusavano magari la sua assenza o comunque in campo cercavano sempre l’argentino, quest’anno la rosa è più completa e i ragazzi sono più liberi. Chi gioca gioca fa bene e quindi io penso che questo possa essere un punto in più rispetto all’anno scorso: se la può giocare fino alla fine per lo scudetto”.

Ultima domanda, secca sugli azzurri. Higuain o Cavani? O Milik? Perché?

“In questo momento per quello che ha fatto dico Higuain, però parlando da tifoso e da ex Napoli per come sta giocando la squadra dico Milik: fa giocare bene tutti gli altri, completa il reparto offensivo dando sempre di più personalità agli altri di far bene”.

Attualmente tu sei al Darfo Boario, domani giochi in trasferta contro il Levico. Che esperienza è per te?

“Domani abbiamo questa gara a Bolzano, stiamo disputando il campionato di Serie D: siamo una squadra giovane, cerco di divertirmi ancora qualche anno e cerco di dare il mio contributo in esperienza a dei ragazzini e fare qualcosa di positivo per loro. Non è facile nel calcio di oggi, pensano sempre ai telefonini e alle macchine: io cerco sempre di portare i valori veri dello sport, del sacrificio, dell’impegno e della disponibilità”.

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