di Fabio Cannavo
Lorenzo D'Amato, è lui il vero scopritore di Antonio Di Natale. Ma non solo. E' il responsabile dell'ormai famosissima scuola calcio U.s.d. San Nicola, di Castel Cisterna, in provincia di Napoli. Ha lanciato calciatori importanti nel palcoscenico internazionale. Vincenzo Montella, Nicola Caccia e Totò Di Natale i più titolati. La redazione di Calcionapoli24, in esclusiva, ha raggiunto il talent scout partenopeo per chiedergli come si è sviluppata la carriera di questi tre campioni.
Quando si rese conto che Antonio Di Natale sarebbe diventato tra i migliori calciatori del campionato italiano? "A dire il vero, Antonio anche da ragazzo dimostrava di avere il talento che ha oggi. Era con noi al Castel Cisterna, un giorno incontrai Silvano Bini dell'Empoli che mi chiese di farlo salire in Toscana. Era un ragazzo un po' irrequieto, ma dopo i capolavori di Caccia e Montella, ad Empoli, si fidarono dei miei consigli".
Si aspettava un excursus simile? "Io sì, era la società dell'Empoli a non credere nelle sue capacità. Avevano anche Toni, ma decisero di mandare entrambi in prestito all'Iperzola, in C2, per fargli fare esperienza. Poi ci fu l'esperienza a Viareggio, ma l'Empoli decise di vendere Di Natale alla Lucchese in cambio di Nazareno Tarantino. Io feci saltare l'accordo e dissi: 'Se ci credete è bene, altrimenti lasciatelo a me, faccio tutto io'. Quando saltò l'affare Lucchese iniziò la favola Di Natale. Oggi tutti lo osannano, ma all'epoca erano in pochi a credere nelle sue capacità. L'unico che ci vide lungo era Domenichini, secondo di Spalletti. Luciano aveva difficoltà a gestirlo".
Che carattere aveva Di Natale da ragazzino? "Era quello di oggi, molto determinato. Una volta stavamo perdendo per 1 a 0 e mi disse: 'Vuoi vedere che faccio due gol e vinciamo la finale?'. Così andò a finire...Quando lo portai ad Empoli voleva scappare. Non voleva andare a scuola e dopo dieci mesi fece ritorno a casa. Non solo lui, ma anche la sua famiglia fece i salti mortali per Totò. Sono persone umili e oneste".
Più forte lui o Vincenzo Montella da ragazzini? "Ho allenato anche Montella. Era un portiere, fui io a spostarlo in attacco perchè aveva l'istinto del gol. Era micidiale sotto porta, mentre Di Natale era più capace a inserirsi dalle retrovie".
Più volte Di Natale è stato vicino a vestire la maglia del Napoli. Secondo lei, come mai non ci è mai riuscito? "La leggenda Di Natale è uscita fuori grazie all'Empoli. Non capisco come sia possibile che il Napoli non porti avanti il discorso 'cantera', tanto decantato da De Laurentiis. Ritengo che a Napoli ci siano i migliori talenti in circolazione, ma i risultati delle giovanili sono scadenti. Servirebbero osservatori bravi che con quattro soldi vanno a prendere i migliori napoletani giovani".
E la storia relativa al 'no' della moglie del calciatore? "Non credo proprio. Ne avranno parlato in famiglia quando si presentò la possibilità di venire a Napoli. Di Natale ha rifiutato anche la Juventus, ma l'ha fatto perchè sta bene ad Udine. Se il Napoli gli avesse offerto un contratto all'altezza sarebbe arrivato in maglia azzurra. E' tifoso del Napoli, mica come i fratelli che sono milanisti".
Secondo lei continuerà nel mondo del calcio a fine carriera? "Credo di sì, il calcio è il suo mondo. Magari non partirà come ha fatto Montella, magari inizierà ad allenare le giovanili, non so se dell'Empoli o dell'Udinese"
E adesso? Come si chiama il nuovo Di Natale di Castel Cisterna? "La nostra scuola calcio è da due anni che non è più legata all'Empoli. Abbiamo dato al Napoli due giovani: uno classe 2000 e uno 2001. Anche col Perugia abbiamo una corsia preferenziale, tre ragazzi del '99 stanno giocando bene in Umbria. L'Empoli ha preso Gargiulo, un nostro prodotto, che si sta esibendo in Primavera. C'è Mario Prezioso, mediano del Napoli di Saurini. Siamo stati noi a portarlo alla corte di De Laurentiis. Gli azzurri dovrebbero creare un progetto stile Ajax o Barcellona".
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