Hamsik, le critiche e la destra del Signore: sei il re, capitano!

Editoriale  
Hamsik esulta dopo il gol al TorinoHamsik esulta dopo il gol al Torino

Marek Hamsik ha scritto una pagina importante della storia del calcio a Napoli, ha raggiunto Maradona in testa alla classifica dei cannonieri di tutti i tempi in magli azzurra

Perché alla fine basta poco per tornare a splendere. Perché alla fine basta poco per riprendersi la scena e cancellare le polemiche, le parole. Alla fine è bastato qualche minuto per capire che stava tornando, per Sarri: “E' da quattro partite che vediamo Hamsik in crescita”. Un gol che cancella con un colpo di spugna tutto il periodo complicato, che lo proietta nell'Olimpo del calcio a tinte azzurre. Marek Hamsik raggiunge Diego Armando Maradona in testa alla classifica dei goleador di tutti i tempi del Napoli con 115 gol. La storia non mente. Tanti anni con la stessa maglia e non sentirli, Napoli la sua seconda casa, i napoletani la sua seconda famiglia. Un capitano da record, come fu per il Pibe, la storia non mente e si ripete.

LA STORIA - La sua carriera inizia prestissimo quando a 4 anni papà Richard decide di iscriverlo alla scuola calcio dello Jupie Podlavice. Nel 2002 la prima svolta. Supera il provino con lo Sparta Praga, ma il sodalizio della capitale però, non riesce a trovare un lavoro ai genitori e così la trattativa salta. Arriva lo Slovan Bratislava che non può pagare, a causa di serie difficoltà economiche, le 125.000 corone slovacche chieste dallo Jupie. Così, i genitori di Hamsik, pur di concedere una occasione al loro Marek, pagano il trasferimento di tasca propria vendendo la loro auto (una Skoda Felicia) e chiedendo un prestito ad amici. Arriva lo scout del Brescia, Maurizio Micheli lo nota: i giochi sono fatti, fino all'approdo a Napoli del 2007 e l'inizio della storia d'amore. Il 28 giugno 2007 resterà per sempre nei cuori dei tifosi azzurri una data speciale, una di quelle da tracciare col pennarello rosso sul calendario: è arrivato Marek Hamsik. Da lì nessuno poteva immaginare che, in un calcio fatto ormai di false bandiere, la sua sventoli col vessillo azzurro sul cuore. 'L'emozione non ha voce', cantava una famosa canzone ma il suo grido di gioia ha colpito tutti, compreso quella mano a battere sul cuore verso i napoletani, a battere sullo scudetto del Napoli, come conferma di appartenenza all'azzurro. Hamsik, leader e cuore del Napoli. Due Coppe Italia, vinte contro Juve Fiorentina, una Supercoppa Italiana oltre a due significativi secondi posti e 3 terzi come segni importanti dell’ascesa dell’indissolubile binomio fra quel “Marekiaro” e la rincorsa scudetto. Una squadra, una città, un popolo con una stella polare, un punto di riferimento unico, una bandiera a cui rivolgere lo sguardo quando il vento, selvaggio e indifferente, decide di farla sventolare.

IL RECORD - Longevità, fedeltà, classe e amore per la maglia hanno permesso ad Hamsik di essere considerato il simbolo di una città. Al di là dei sentimentalismi, però, i gradi di leader e capitano azzurro il numero 17, in questi straordinari anni, se li è guadagnati eccome. Con ancora tre anni di contratto Hamsik è pronto a diventare il nuovo Zeus nell’Olimpo del calcio partenopeo, pronto a superare Maradona dopo averlo già raggiunto. Bandiera dal cuore puro e duttilità in campo: mediano, mezzala, trequartista, per lui non fa differenza. Da Reja a Mazzarri, passando per Benitez e Sarri, riesce sempre ad esprimersi al meglio e rendersi l'uomo della provvidenza.

Sempre pronto a dare il buon esempio, come un fratello maggiore. Nelle sue mani la penna per scrivere la storia ed il futuro di questa squadra. Anche se probabilmente sa farlo meglio con i piedi. Ora non resta che superarlo, ora non resta che vincere! Basta critiche, ora è alla destra del Signore: il re, capitano!

di Ciro Novellino

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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