Funari sarebbe stato fiero di De Laurentiis. Questi ultimi dieci giorni sono stati bellissimi

Editoriale  
Funari sarebbe stato fiero di De Laurentiis. Questi ultimi dieci giorni sono stati bellissimi

Gianfranco Funari aveva un sogno, fare una trasmissione tutta sua. Così come De Laurentiis potrebbe farsi un club tutto suo, ma forse già lo è

Ultime notizie Napoli - “Ma sai qual è il mio sogno? Fare uno spettacolo tutto da solo: fare il cameraman, il regista, il cantante, il presentatore, tutto”. Da uomo di televisione - e dapprima cinema - qual è, Aurelio De Laurentiis potrebbe gradire la citazione in un video di Blob. Gianfranco Funari sarebbe stato fiero di ciò che è successo durante la sosta delle nazionali, soprattutto di ciò che è accaduto nell’ambiente Napoli.

di Claudio Russo (@claudioruss)

De Laurentiis che delegittima Garcia (“Con lui sto vivendo un momento no. Quando prendi un allenatore che non conosce più il calcio italiano, forse fa fatica. Ho interrogato Thiago Motta, Luis Enrique, ne ho chiamati parecchi”);

De Laurentiis che incontra Conte e ne ottiene un rifiuto social;

De Laurentiis che va a Castel Volturno per fare da balia agli allenamenti di Rudi Garcia;

De Laurentiis che organizza un incontro riservato con i quotidiani e poi diventa una conferenza stampa pubblicata su YouTube;

De Laurentiis che in questo incontro privato afferma che la delegittimazione di Garcia era una frase detta perchè “mi era stato detto che era una cosa solo tra di noi con nessuna comunicazione all'esterno e assenza di giornalisti”;

De Laurentiis che conferma la fiducia (?) in Garcia (“Mi sono dovuto affrettare a tendergli la mano e fargli capire che si andava avanti insieme”);

De Laurentiis che definisce ‘pettegolezzo che mi infastidisce’ le questioni su Conte (!) chiedendo poi di non ricevere domande a riguardo (!!).

È lo stesso De Laurentiis che, dopo la vittoria dello scudetto a Udine, parla apertamente di ulteriori vittorie e poi ritratta (“L'anno scorso abbiamo vinto con 16 punti sulla seconda ma chi l'ha detto che ci dovremmo ripetere, tra l'altro con un altro allenatore? Lo speriamo, certo, ma tutto ciò non è scritto da nessuna parte”). Ma è anche lo stesso De Laurentiis che, dopo aver convinto Benitez davanti ad un piatto di patatine, e Ancelotti a fare il gesto della pistola con le dita, non riesce a convincere una serie di allenatori, fino ad arrivare a Garcia, perchè “Non tutti gli allenatori vogliono rischiare di dire che si va in un posto dove si sta bene ma dove un allenatore precedente ha vinto con 16 punti precedenti

De Laurentiis che su Osimhen il giorno prima lascia intendere che cederlo pare non essere certo un problema (“La scadenza è del 2025, c'è tempo. Non dimenticate che ho venduto Koulibaly all'ultimo. Se il suo umore è cambiato non posso farci nulla. Se dopo una stretta di mano le cose cambiano, la cosa dispiace, ne prendiamo atto ma poi la vita va avanti”), ed il giorno dopo in una nota ufficiale fa trasparire un un po’ di ottimismo ("Abbiamo letto ricostruzioni forzate, la speranza del Presidente è che si tratti solo di una pausa di riflessione. Nelle prossime settimane De Laurentiis, Osimhen e il suo agente si incontreranno per parlare del futuro, nella massima serenità”).

È anche lo stesso De Laurentiis che prosegue nella sua linea di damnatio memoriae nei confronti del direttore sportivo Cristiano Giuntoli (“Da sei mesi si era messo in branda, mi continuava a ripetere: mi mandi alla Juventus? Il colpo Kvaratskhelia non è suo, è stata una segnalazione a mio figlio Edoardo che poi è arrivata a Giuntoli”); l’allora ds ne parlò il 9 settembre 2022 (“La prima volta che l’ho visto eravamo nel cuore del lockdown. C’era ancora Gattuso, ricordo che chiamammo Kaladze per saperne di più”).

Lo stesso De Laurentiis che organizza un incontro privato con alcuni giornalisti, e parla per un’ora. Ed è anche uguale a quello che il giorno dopo dice a quegli stessi giornalisti (non a tutti quelli in sala stampa era stato allungato un invito, una richiesta a partecipare), che non sanno fare il proprio lavoro, dicendo - con un aplomb, come dire, da b-movie per rimanere nell’ambito cinematografico - che alcuni di loro scrivono cose inventate (quali? chi?) di sana pianta (“Il giornalismo secondo me non si fa in questo modo, perchè diventa anche una professionalità vissuta in maniera squallida”).

Subito dopo una conferenza in cui l’allenatore Rudi Garcia dapprima specifica (“Sono sereno e tranquillo, lo dico perchè se do risposte con carattere non interpretate che siano nervose”), e poi giù di randello (“Non mi sono mai nascosto e non inizierò oggi: pensavo che avere un atteggiamento collaborativo sarebbe stato più onesto, ma ora mi sto chiedendo se stia sbagliando. Ci penserò su”), come se i problemi in cui è incappato il Napoli siano dipesi dagli articoli di giornale, dalle dirette televisive, dalle analisi radiofoniche, dai grafici su Internet. Arrivando a dire che "adesso so chi sono i miei amici e i miei nemici, sono tranquillo e sereno”.

Tecnicamente, com’è da intendere la posizione di De Laurentiis nelle ultimi dieci giorni? La citazione di Funari suggerirebbe alcuni cambi: “Fare una società tutto da solo: fare il presidente, il direttore sportivo, il giocatore, l’allenatore, tutto”. Poi, magari, decidere i buoni e i cattivi. Anzi, no. Fare anche il giornalista, tale da sistemarsi in prima persona, decidere se reputarsi degno di invito o meno, da affermare - a latere di una conferenza stampa la cui diretta streaming viene interrotta - se il giornalismo si faccia in un determinato modo, se diventa una professione vissuta in maniera squallida. Certo, sono stati dieci giorni in cui francamente è successo di tutto e De Laurentiis ne è stato protagonista, criticato e non. Come lo era Funari, di cui Aldo Grasso scrisse: «[In televisione] per essere eccezionali bisogna mascherarsi da normali, abbassarsi al gradino più basso, corteggiare senza pudore le casalinghe».

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