Volla. Una nidiata di talenti quella dell' '86 nel Parco Panorama: il bomber Michele Di Lauro, l'ala Marco Cardone, il fantasista Diego Violante, i difensori Gianni Balido e Antonio D'Aniello, il portiere Genny Calise, il jolly tuttofare Mimmo Criscito e tanti rookie pronti a sostituirli nelle indimenticabili sfide contro gli altri quartieri vollesi. A guidarli il mental coach, Giovanni Riccio, alias Giovannone. Asfalto, super santos, palloni di cuoio e lo stesso sogno nel cassetto per tutti: diventare calciatore professionista. E' risaputo, la fortuna aiuta gli audaci e bacia soltanto quelli che non mollano mai, lui ce l'ha fatta: Mimmo Criscito. Il difensore partenopeo, cresciuto nelle giovanili dello Sporting Volla con i mister Pignatiello e Mauro, col passare degli anni sta riempendo con tasselli prestigiosi il mosaico di una carriera luminosa e fortunata. Genoa, Juve, ancora Genoa e le maglie della nazionale under 21 e maggiore italiana. E forse Napoli. CalcioNapoli24.it ha provato a scavare nella sua infanzia per conoscere i sogni di un bambino diventato campione. Ecco le testimonianze di tutti i suoi amici più intimi. Tante le sorprese e gli aneddoti svelati in esclusiva per i nostri lettori.
Gianluca Auxilia: "In campo siamo sempre stati avversari. Lui militava nello Sporting Volla, mentre io nel Città di Volla. Il pomeriggio ci riunivamo sul campetto nel parco. Mimmo era un ragazzo timido che non faceva preferenze con gli amici, ci trattava tutti allo stesso modo. Frequentava due comitive: una nel parco,l'altra non molto lontano. Amavamo giocare con le figurine Panini, mi diceva sempre che un giorno sarebbe andato alla Juventus. E' sempre stato un gran giocatore, ottimo difensore ma anche in attacco con il suo sinistro faceva la differenza. Nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato a questi livelli. Oggi è un campione affermato, un modello da emulare per tutti i giovani napoletani che coltivano il sogno del calcio".
Marco Cardone: "Mimmo era un ragazzo educato, sempre rispettoso verso chiunque. Voleva bene a tutti, non aveva preferenze: ci trattava tutti allo stesso modo. Era un buon giocatore, ma non ci immagivamo mai che sarebbe arrivato a questi livelli. Lui tifa Juve e mi dispiace, però sarei strafelice di vederlo in maglia azzurra".
Gianni Balido e Antonio D'Aniello: "All'epoca era un ragazzo timido, riservato. Stavamo sempre insieme, organizzavamo tornei di Playstation, biglie e figurine Panini. Quando giocavamo a nascondino Mimmo andava sempre "sotto" e noi gli facevamo continuamente degli scherzi. Quando veniva a bussarmi -dice Antonio- se io stavo dormendo lui muto sedeva sul divano e aspettava che mi svegliassi. Il sabato uscivamo insieme in motorino, ricordo ancora, il mio Free. Non ci saremmo mai immaginati che sarebbe arrivato dove è adesso, all'epoca nessuno prevaleva sull'altro. Però dopo un anno di Genoa era già un altro giocatore: ebbe una crescita pazzesca. Ci fece vincere un torneo a Ponticelli facendo la differenza. Era ed è un malato della Juventus, sognava di giocare con Del Piero e in cameretta aveva tutti i suoi poster. Quando approdò in bianconero disse di aver realizzato il proprio sogno poi sappiammo tutti le cose come andarono. Non parlava mai del Napoli, non era la sua squadra preferita".
Giovannone Riccio: "Mimmo è, come era, un bravo ragazzo, un pezzo di pane. Già da piccolino si vedeva che aveva la stoffa del campione. Aveva un sinistro da paura, con un super santos calciava su un muro con una poteza impressionante. Me lo aspettavo che sarebbe arrivato a questi livelli. La squadra del parco era imbattibile, nessuno ci riusciva a battere, io ero il loro mister. Con Mimmo ho avuto un splendido rapporto fatto di alti e bassi però. La prima partita, anzi l'unica, al San Paolo, fui io a portagliela a vedere. Era un Napoli-Cosenza, se non sbaglio, e noi, all'insaputa dei genitori di Mimmo che sapevano che saremmo andati a casa di mia zia a mangiare, andammo a sostenere gli azzurri. Questo però non toglie la sua passione sfegatata verso la Juve. Ricordi brutti? Una volta con una chiave gli aprii la testa davanti al padre". Poi aggiunge Giovannone in modo ironico: "Mimmo, sto ancora aspettando le magliette di Juventus e Genoa!".
Michele Di Lauro: "Caratterialmente è sempre stato timido, anche con le ragazze, sono stato io a renderlo disinvolto (ride, ndr). Uscivamo sempre insieme in motorino, anche alla guida era impacciato, guidavamo un Free nero. Spesso andavamo anche a Soccavo per assistere agli allenamenti del Napoli, ma in verità, Mimmo simpatizzava per un'altra squadra: la Juve. Ricordo come se fosse ora il suo sogno: giocare con Del Piero. A distanza di anni l'ha coronato, ma non è stato molto fortunato in bianconero. Mi disse che Del Piero era il giocatore più forte che avesse mai visto in allenamento. A scuola era un disastro, record di "filoni" e bocciature, è stato rimandato più di due volte al primo superiore all'Archimede. Trascorrevamo le nostre giornate al computer a giocare a Pc calcio 7. E' sempre stato un professionista impeccabile, non ha mai bevuto Coca-cola nè mangiato pizze fritte o schifezze varie. La sua dedizione per il calcio l'ha consacrato campione. La scorsa estate è stato vicinissimo all'Inter, nello spogliatoio genoano gli fecero trovare una maglia nerazzurra. Mimmo è stato, è ancora e mi auguro sarà sempre un ragazzo umile, ha aiutato tantissimo i suoi familiari e adesso raccoglie i frutti di tanti sacrifici. Ha comprato una Ferrari ed ha regalato a suo zio un Porsche Cayenne nero con interni personalizzati. Sarà una mia sensazione, spero sbagliata, secondo me Mimmo non verrà a Napoli. Probabilmente i diritti d'immagine saranno un ostacolo troppo grande da superare e difficilmente rinuncerà a contratti come quelli con Dolce&Gabbana e Adidas. Oltre all'aspetto economico anche quello ambientale non gioca a nostro favore, cioè a quello dei tifosi: Mimmo è un ragazzo riservato e quando torna a casa, o passeggia per le strade di Volla e di Napoli, viene letteralmente preso d'assalto, e questo affetto morboso potrebbe risultare controproducente. Da amico fraterno e da tifoso azzurro spero di riabbracciarlo presto, speriamo bene...".
Diego Violante: "Mimmo è ancora, come da ragazzino, molto timido, abitava nel mio stesso palazzo. Tifava Juve e ricordo che aveva nella sua cameretta un salvadanaio con l'immagine di un pallone bianco e nero. Simpatizzava anche per il Napoli. Era un buon giocatore, segnava quasi sempre sulle punizioni. Non immaginavo che un mio coetaneo da un campetto di periferia arrivasse a questi livelli. Il fatto che sia timido non inciderà sulla sua decisione, negli anni ha acquisito esperienza e saprà gestire il rapporto con un pubblico così esigente e caloroso come quello partenopeo".
QUESTO E' IL CAMPETTO DEL PARCO PANORAMA DOVE CRISCITO E' CRESCIUTO CALCISTICAMENTE
L'ABITAZIONE DI MIMMO
FOTO REALIZZATE DA GIUSEPPE COPPOLA