La lezione della stagione 23-24 è servita eccome ad Aurelio De Laurentiis. Ci ha rimesso tanti soldi, la faccia e rischiato persino di macchiare l'impresa straordinaria dello storico Scudetto vinto dopo 33 anni. Errori su errori, a ripetizione. Dall'allenatore ai nuovi acquisti, passando per il direttore sportivo Meluso che non ha mai inciso su nulla. Ma il produttore cinematografico da abile boxer ogni volta che sembra al tappeto e sul punto di perdere ai punti o che stia per suonare la campanella, si rialza. Questa volta in grande stile, da finale mozzafiato.
In 20 anni il patron ha imparato a sorprenderci tirando dal cilindro sempre il coniglio vincente. Ha iniziato a zittire gli scettici prendendo Antonio Conte, l'unico top coach che poteva ridare credibilità al progetto e resettare la sciagurata annata culminata col triste pareggio al Maradona contro il Lecce e il decimo posto in classifica. C'era aria di smobilitazione e ridimensionamento.
Ed invece no, il buon Aurelio ha aperto il 'porcellino'. Da stasera De Laurentiis si è scrollato una volta e per sempre un dispregiativo che per anni l'ha perseguitato in maniera assolutamente ingiusta: PAPPONE. Dalla mezzanotte di oggi 31 agosto 2024 mai più nessuno in questa città potrà dire che non spende, che bada sempre più al risparmio o che pensa solo a sè stesso.
De Laurentiis ha stupito tutti, ma proprio tutti. In positivo. Mai prima d'ora l'avevamo visto fare questi slanci negli investimenti senza la certezza di un ritorno a breve-medio termine o la copertura quasi paritaria di entrate e uscite. La SSC Napoli ha speso quasi 150 mln e ne ha incassati appena 12 e in città tutti si chiedono increduli: "E' asciut pazz 'o presidente?". Sì, lui e pure noi.
Ed è la serata più bella che potessimo raccontare con tre colpi di caratura internazionale dalla Premier chiusi sul fotofinish a completamento di una campagna acquisti quasi perfetta, almeno sulla carta, con l'arrivo di Marin, Spinazzola, Buongiorno, Neres, Lukaku, McTominay e Gilmour. E senza la grana Osimhen, che poteva essere gestita sicuramente meglio da tutti gli attori coinvolti da una parte e dall'altra, e con la certezza di pareggiare col tesoretto almeno 3/4 di campagna acquisti, probabilmente sarebbero arrivati anche un esterno e forse un altro difensore centrale. Ora la parola spetta al campo, a Conte e la squadra.
E cosa vuoi dire più? Nulla, solo Chapeau Presidente. Hai dato una grande lezione a tutti, un segnale forte e lustro ad un'intera città. Da napoletani e da addetti ai lavori non possiamo che farti una standing ovation virtuale.