Verratti, la mamma confessa: "E' juventino grazie a me, ma adora i film di Totò. Quando il Pescara salì in A mi disse..."

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Verratti, la mamma confessa: E' juventino grazie a me, ma adora i film di Totò. Quando il Pescara salì in A mi disse...

E' vero che le mamme conoscono i propri figli più di qualsiasi altra persona. Ma la signora Lidia, mamma di Marco Verratti, ne ha addirittura compreso il destino  quando ancora lo portava in grembo.  Calciava così tanto nella pancia da non lasciare dubbi. Anche suo fratello più grande, Stefano, giocava a calcio, forse ancora meglio di lui, ma poi ha lasciato. Sarà pura coincidenza ma vero è che  Stefano  ha regalato alla signora Lidia una gravidanza tranquillissima senza calci. E a nove mesi, Marco non camminava ancora solo, sostenuto dalla mano della mamma,  già calciava bene la palla. E lo chiamano destino!

 Signora Lidia, Marco prometteva bene sin da piccolo?

Io sono sua mamma e ho compreso il suo destino prima degli altri. Ma poi, sin dai primi anni è stato chiaro a molti. Marco giocava solo a palla e non con la palla. Eppure in casa c'erano diversi giocattoli, suo fratello Stefano mostrava altri interessi, lui no. Per fortuna abbiamo una casa grande e Marco si è sempre divertito a tirar calci ai numerosi palloni che in casa circolavano. Spesso, rompeva qualcosa, mi arrabbiavo ma poi si ricominciava. E a me andava bene così. Unica distrazione dal calcio che Marco si concedeva erano i film di Totò.

Da chi ha ereditato la passione per il calcio?

Mio suocero è stato un giocatore del Chieti. E a me personalmente il calcio è sempre piaciuto. Non nascondo che spesso, in casa, quando incrociavo Marco con la palla, mi coinvolgeva e mi chiedeva di scartarlo. Mi divertiva tanto. Sempre con piacere accompagnavo i miei figli agli allenamenti. Ovviamente ha cominciato prima Stefano e Marco che aveva solo quattro anni e mezzo, non riuscendo solo a guardare il fratello, lo seguiva e imitava. Così è stato notato dall'allenatore e così è cominciata la sua avventura.

A sedici anni Marco è già titolare nella prima squadra nel Pescara, nel 2010-11 gioca in serie B e nell'ultima stagione è protagonista della promozione del Pescara in A. Il suo sogno si era già realizzato o ha intuito presto che quello era solo l'inizio?

Marco è un ragazzo timido e umile. Il suo sogno era giocare a calcio e arrivare in A con il Pescara. Non aspirava ad altro. Le racconto un aneddoto: io ho l'abitudine di ritagliare tutti gli articoli che lo riguardano. "Mamma - mi dice- questa è un'edicola non una casa". Il solo articolo che mi ha sottratto per attaccarlo in camera sua recita "Con il Pescara fino alla serie A". Prima, però, ha eliminato dal pezzo la sua foto. Non è un esibizionista.

A  cosa ha dovuto rinunciare Marco in questi anni?

Non ha fatto la stessa vita dei suoi coetanei: quando sei in una società devi rispettarne le regole che riguardano per esempio l'alimentazione e quindi non si può sempre uscire a mangiare la pizza. Non si può giocare a calcio in spiaggia. Una grossa rinuncia per lui, anche se qualche volta..... Ci sono orari da seguire. Allenamenti da non saltare. Pensi che in quinta elementare è tornato a casa tutto preoccupato e dubbioso: non sapeva se andare all'allenamento o in gita a Firenze con i compagni.  Ha sempre preso molto seriamente questo impegno.  E poi, questa passione incontenibile che si porta dietro sin da bambino. Ricordo ancora un'immagine bellissima: prima di andare a scuola, prendeva la sua palla, la baciava e la posava sul letto. Un rito quotidiano.   

Anche lei, come mamma, ha avuto grandi responsabilità?

Come qualunque altro genitore. I figli vanno seguiti. Io ho accompagnato Marco agli allenamenti da quando era bambino fino a che non si è trasferito a Parigi perché non guida ancora.

Juve - PSG: è stata una scelta difficile per Marco. Da un lato la Juve, l'altra squadra del cuore insieme al Pescara,dall'altro un'offerta irrinunciabile. Quanto è stata sofferta la decisone e chi lo ha aiutato a sciogliere i dubbi?

Io sono juventina e Marco sin da piccolo ha respirato questa fede. Ma il lavoro è un'altra cosa. Sicuramente la scelta è stata combattuta. Noi, in famiglia,abbiamo sempre lasciato Marco libero di prendere le sue decisioni. L'unica cosa che gli ho detto è di scegliere con il cuore, di continuare a divertirsi. E soprattutto di non smettere mai di sorridere. Non so se l'avete notato: Marco ha un sorriso splendido. Lui non ha dato mai peso ai soldi e finora ha deciso sempre bene. Credo anche questa volta.

Con quale animo l'ha lasciato a Parigi?

Sereno e questo mi riempie di gioia. E' nella città degli innamorati con la sua fidanzata. Ora c'è anche suo fratello Stefano e molti suoi amici sono già stati a trovarlo. Se lui è contento lo è anche sua mamma.

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