Dall'orologio per Cavani ai biglietti per il San Paolo: scattano i deferimenti a Reina, Cannavaro e Aronica, sotto i riflettori anche Formisano

Rassegna Stampa  
Dall'orologio per Cavani ai biglietti per il San Paolo: scattano i deferimenti a Reina, Cannavaro e Aronica, sotto i riflettori anche Formisano

Scattano i deferimenti per Aronica, Cannavaro e Reina per i rapporti di amicizia con alcuni esponenti non proprio raccomandati

C'è un po' di tutto nelle carte del deferimento di tre ex calciatori del Napoli: le telefonate con cui Paolo Cannavaro prova a piazzare un orologio di dubbia provenienza al compagno di squadra Cavani (valore 400mila dollari o giù di lì); quelle in cui è ancora l'ex difensore azzurro (poi del Sassuolo) ad impegnarsi a procurare due biglietti per due soggetti legati a famiglie di camorra (Bosti e Lo Russo); per non parlare di una vacanza a Ibiza ancora di Cannavaro jr e del portiere Reina assieme ai tre imprenditori giocattolai Esposito (in cella per reati aggravati dal fine camorristico); oppure del tentativo di far acquistare a Reina una fuoriserie di proprietà di imprenditori in odore di camorra. Un mondo passato al setaccio dalla Dia di Napoli (che non ha riscontrato fatti di rilievo penale), prima di diventare di competenza della Procura federale, che ieri ha scoperto le carte e ha avanzato le proprie conclusioni. Come riporta Il Mattino:

"È stato infatti l'ufficio guidato dal prefetto Giuseppe Pecoraro a deferire alla giustizia sportiva per frequentazioni sospette Pepe Reina (oggi al Milan), Paolo Cannavaro e Salvatore Aronica (in forza al Napoli di Mazzarri prima di passare al Palermo). Nello stesso fascicolo, sono state deferite anche Napoli, Sassuolo e Palermo, vale a dire le società nelle quali hanno militato i tre calciatori e chiamate in causa per responsabilità oggettiva per i fatti addebitati ai tesserati (rischiano un'ammenda, si escludono penalizzazioni sui rispettivi campionati). Deferiti anche tre dipendenti della Ssc Napoli, il team manager Giovanni Paolo De Matteis, il responsabile della biglietteria e delegato alla sicurezza Luigi Cassano e il direttore commerciale marketing del Napoli Alessandro Formisano.

Sotto i riflettori anche Formisano

Sotto i riflettori finiscono sponsorizzazioni, gadget e ticket, come nel caso di Formisano: da un lato, scrivono gli inquirenti in sede disciplinare, avrebbe intrattenuto solo con Giuseppe Esposito «rapporti commerciali, contratti di sponsorizzazione e contratti di licenza di uso del brand Calcio Napoli, impegnandosi a fornire la relativa documentazione contrattuale». Un impegno mai onorato, aggiungono dalla Federazione, in riferimento al tentativo di commercializzare orologi con il brand Napoli e di sfruttare i contatti social di campioni del calibro di Callejon (ovviamente estraneo a questa vicenda). Poi c'è la storia dei biglietti, sull'onda d'urto di una telefonata del 17 gennaio del 2014. Uno scenario sul quale il direttore marketing Formisano non rilascia dichiarazioni (è stato ascoltato dai pm a Napoli giorni fa come persona informata dei fatti), anche se i vertici del club azzurro ricordano l'impossibilità di conoscere il destino giudiziario di tutti coloro che entrano in rapporti commerciali con il calcio Napoli.

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