Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’editorialista Maurizio Pistocchi. Di seguito le sue parole:
«Italia-Israele? Nella storia dello sport le competizioni sportive sono anche feste di pace. Nel corso delle olimpiadi, le guerre venivano fermate. Israele non dovrebbe giocare nelle competizioni sportive così come è stato per la Russia, dal mio punto di vista non può esistere una cosa del genere. Le dichiarazioni di Rino Gattuso sono state un autogol.
Cosa vuol dire che anche se i bambini muoiono, noi, comunque, dobbiamo fare il nostro lavoro? Tutti facciamo il nostro lavoro, ma dobbiamo essere consapevoli di quello che sta succedendo. Chi è coinvolto in conflitti armati, non deve partecipare alle competizioni sportive. Situazione nazionale? Il 65% dei calciatori che gioca in Serie A sono stranieri quindi non sono eleggibili e non convocabili. Negli ultimi anni il commissario tecnico è un condannato a morte che non conosce il giorno della sua esecuzione, ovvero può solo salvarsi o condannarsi con i suoi risultati. Il risultato è che non siamo competitivi. Nelle prime 7 squadre della Serie A gli attaccanti sono stranieri. Lucca è l’alternativa a Lukaku e il Napoli ha preso Hojlund.
La situazione del nostro campionato è la seguente: ci sono pochissimi calciatori italiani, pochi eleggibili per la nazionale e questo testimonia che il nostro movimento calcistico è in crisi. Non abbiamo capito che il calcio è cambiato, andando dietro ai maestri dal pensiero debole che dicono che il calcio è semplice e che basta avere i calciatori forti, abbiamo rovinato un serbatoio che contava calciatori come Totti e Del Piero. Tutto parte dalla formazione. Noi eravamo un paese che creava molti giocatori in passato, ora c’è poca qualità. Qualsiasi altro discorso è superfluo.
Mercato? Il Napoli parte con un vantaggio enorme, la squadra è tornata ad un livello alto con l’arrivo di De Bruyne, Beukema e Milinkovic-Savic. L’alternativa al Napoli è l’Inter, ma in quel caso è stata affidata una Ferrari ad un allenatore come Chivu, dove se non cambi giocatori, non cambia il modo di giocare».