Leonardo Colucci: "Gelato portafortuna, la battuta non aziendalista e lo scatto d'orgoglio alle voci d'esonero: tutto sul primo Ancelotti alla Reggiana" [ESCLUSIVA]

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Carlo Ancelotti alla Reggiana 1995-96Carlo Ancelotti alla Reggiana 1995-96

Leonardo Colucci racconta la prima esperienza di Carlo Ancelotti da allenatore

Ultime Calcio Napoli - Leonardo Colucci è stato il primo calciatore che ha catturato l'attenzione di Carlo Ancelotti. L'ex centrocampista e l'attuale allenatore del Napoli, hanno condiviso l'avventura alla Reggiana nel lontano campionato di serie B del 1995-96. Per Carletto era la prima vera esperienza da allenatore dopo i due anni d'apprendistato con Sacchi in nazionale.

Quanto fu difficile abbandonare i metodi zemaniani della Lazio per il credo tattico di Ancelotti?
"Ero giovane e quando lo sei, le capacita cognitive sono elevate. Passare dal 4-3-3 rigido ad un 4-4-2 di matrice sacchiana come quella di Carlo non fu proprio semplice per me, ma in generale per tutta la squadra. Non a caso l'inizio non fu positivo perchè facemmo 4 punti nelle prime 7 giornate"

Come si interfacciava il mister con lo spogliatoio?
"Era alla sua prima da allenatore, ma fin dal primo giorno si è sempre mostrato umile con tutti noi. C'era grande condivisione oltre che un gruppo solido. Ricordo che ogni mese si organizzavano cene di squadra e con noi veniva anche il mister e l'intero staff"

Carlo Ancelotti festeggia la promozione in A della Reggiana

Anche lì il karaoke la faceva da padrone?
"Assolutamente sì (ride ndr), ma si organizzavano anche gare di barzellette.  Ancelotti era il primo a non prendersi sul serio prestandosi alle dinamiche scherzose di gruppo. Si stava tutti come se fossimo in famiglia. Forse è stato questo uno dei segreti che poi ci ha permesso di raggiungere la promozione in serie A"

Prima citavi quel periodo iniziale negativo della Reggiana: Ancelotti in che modo gestiva quei momenti difficili?
"Con grande tranquillità, non avvertivamo minimamente la tensione dall'esterno. Carlo ci trasmetteva quotidianamente la voglia di lavorare perchè solo così migliori e riesci a fare risultato"

Ma è vero che voleva dimettersi?
"La società lo voleva esonerare dopo la forte contestazione per il periodo disastroso iniziale. Gli venne data una sorta di ultimatum di una o due gare. Il mister riuscì a vincere due partite consecutive con grande qualità di gioco, da lì è partita la scalata alla A. Nonostante il clima ostile, Ancelotti non faceva trasparire alcun tipo di reazione pubblica ed è stata questa la sua forza perchè ha saputo gestire alla grande tutti i momenti"

Leonardo Colucci con la maglia della Reggiana 1995-96

C'è un aneddoto personale ricordi piacevolmente di Ancelotti?
"Era il periodo nel quale c'era la sessione autunnale di calciomercato. Il mister mi chiama dicendomi "Vedi che la società ti vuole perchè c'è una buona offerta da un'altra squadra. Vai a parlarci, ma non firmare niente perchè mi servi!". Questo fu un attestato di stima enorme nei miei riguardi così come l'essere stato menzionato in uno dei suoi libri come calciatore-guida di quella Reggiana"

Ma il mister era superstizioso?
"Assolutamente no, però ci fu una sorta di rituale se vogliamo chiamarlo così. Nel rush finale del campionato ogni venerdì, al termine dell'allenamento, andavamo tutti in centro a Reggio Emilia a mangiare un gelato. Si è ripetuta spesso questa cosa e ci ha portato, involontariamente, bene"

Ma è vero quel discorso tuo in stile "Ogni maledetta domenica" alla squadra del Pordenone prima di giocare con l'Inter?
"La verità è che mi hanno fregato (ride ndr)! Non sapevo di essere ripreso. Chi mi conosce sa perfettamente che non amo queste cose perchè sono da spogliatoio. però quel discorso incarna il mio spirito calcistico edevo dire che in quella gara portare l'Inter ai calci di rigore fu come aver vinto una Champions"

Sei stato per tanti anni capitano del Verona. A Napoli, purtroppo, ricordiamo quella discussa vittoria scaligera a Parma che di fatto fece retrocedere gli azzurri in B. Anni dopo si è scoperto che l'Hellas era controllato da Tanzi. Ti ha infastidito che su quel successo ci fossero delle ombre?

"In tutta sincerità noi della squadra non sapevamo niente di questo legame societario tra Tanzi e Pastorello. Ricordo che in quella settimana lavorammo come nostro solito. In quella partita le motivazioni fecero la differenza perchè il Parma era ormai in Champions mentre noi ci giocavamo la stagione. Pensare che qualche giornata prima perdemmo proprio con il Napoli. Alla fine la salvezza ce la siamo sudata fino all'ultimo minuto. Quello che poi si è scoperto dopo non potevamo saperlo"

RIPRODUZIONE RISERVATA

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