Ultime calcio Napoli - Il rapporto tra Mino Raiola e Lorenzo Insigne è finito dopo un anno esatto dal matrimonio ufficiale. In realtà avevano iniziato a frequentarsi già nell’estate del 2017, quando l’attaccante napoletano era gestito dall’agenzia Doa di Antonio Ottaiano e Fabio Andreotti, un mese appena dal rinnovo con il Napoli per cinque anni che aveva garantito a Insigne il primo ingaggio da top player (cinque milioni).
Secondo quanto riferisce Il Corriere del Mezzogiorno:
"Ma il corteggiamento del re dei procuratori aveva rappresentato per il capitano azzurro un’occasione importante per l’ulteriore salto di qualità: entrare a pieno titolo nel novero dei calciatori che sono sempre al centro del mercato. Ufficialmente Raiola ha rappresentato Insigne da aprile scorso (data di scadenza della procura con Doa), ma il valore aggiunto che Insigne avrebbe voluto non c’è stato: mai in due sessioni di mercato il suo nome è stato associato a club europei. L’attaccante napoletano avrebbe voluto un appoggio concreto sia per gestire la querelle con gli ex agenti, sia anche per iniziare ad affrontare eventualmente il nuovo discorso rinnovo con il Napoli. Si sarebbe aspettato un sostegno concreto quando fu protagonista di esclusioni eccellenti con Ancelotti, quando si era dovuto confrontare con la storia dell’ammutinamento e delle multe. Raiola ha diversi collaboratori, non è a disposizione con uno schiocco di dita. Interviene nei momenti decisivi di mercato e Insigne non ne ha vissuti. La scelta di separarsi è maturata nelle ultime due settimane. Qualcuno ipotizza che per qualche tempo Insigne potrebbe autogestirsi. Ipotesi che appare inverosimile: per ora il duo Pisacane-Pastorello sembra essere il più accreditato a fare da intermediario nelle relazioni tra Insigne e il Napoli. Il capitano esce dunque dalla galassia di Raiola senza esserne mai entrato a pieno titolo, ed è stato forse l’anonimato a non far mai scattare la scintilla".