SSC Napoli, il preparatore Mauri: "Noi eccellenza per tenuta fisica e infortuni. Niente pesi in palestra, abbiamo un nuovo macchinario che calcola le "scelte" dei giocatori"

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SSC Napoli, il preparatore Mauri: Noi eccellenza per tenuta fisica e infortuni. Niente pesi in palestra, abbiamo un nuovo macchinario che calcola le scelte dei giocatori

Lunghissima intervista di Francesco Mauri, preparatore della SSC Napoli, ai microfoni del Napolista. E' l'uomo responsabile della preparazione e tenuta fisica dei calciatori azzurri. Durante l'intervista qualche inserimento del direttore sportivo Cristiano Giuntoli e l'allenatore Carlo Ancelotti

«Il nostro metodo è a maggior ragione essenziale all’interno di una squadra che gioca con le idee di Ancelotti, una squadra che ha sempre più o meno lo stesso tipo di impostazione – che sia il Napoli, il Bayern, il Real Madrid – e cioè nell’80% dei casi corre meno dell’avversario come volume totale. Nel Napoli questo 80% diventa 70 o 65%, quindi si riduce rispetto a Bayern e Real. Però è una squadra che nei dati di alta intensità (ossia quando il calciatore supera la velocità di 14 km/h) e soprattutto di altissima intensità (superiore ai 25 km/h) prevale nell’80% dei casi sull’avversario».

I dati dei km percorsi dopo ogni partita

"Sono dati che vengono fuori sempre quando si perde. Dopo il 3-0 contro la Sampdoria, emerse che il Napoli era la squadra che aveva corso meno in quella giornata. Pochi sanno che le gare in cui il Napoli corre globalmente meno, sono le partite in cui abbiamo più predominio, in cui siamo più precisi o sbagliamo di meno".

Irrompe nell'intervista il direttore sportivo Cristiano Giuntoli:

«La verità è che tutto dipende dai risultati, quando si perde bisogna trovare una motivazione. E si sposta l’attenzione sulla preparazione, c’è un bombardamento mediatico incredibile». 

Sulla gara con l’Udinese:

“Siamo molto soddisfatti – commenta Mauri – il miglior momento della squadra è stato tra il 60esimo e il 75esimo, quindi nella seconda parte, e sono state molto buone le prestazioni di quei calciatori che avevano giocato tre giorni prima a Salisburgo. 

«Parliamo di una squadra che non ha cali nei secondi tempi, che è stata rimontata solo due volte e ha invece più spesso rimontato. Che non ha mai avuto crampi. Tranne Mario Rui col Milan, ma rientrava da un infortunio. La sensazione, suffragata dai numeri, è che chiudiamo le partite ancora freschi. E ne siamo molto soddisfatti. Noi pensiamo che la squadra meno energie spende per vincere, meglio è. “perché spendere 50 euro per un caffè se puoi pagarlo un euro?”

Irrompe Ancelotti: “Chi non ha pensato che dopo il gol di Milik la partita fosse finita?”.

“Stiamo testando un macchinario che calcola se il giocatore quando ha la palla, compie la scelta giusta o quella sbagliata - prosegue Mauri -

Sugli infortuni muscolari: “In otto mesi – spiega Mauri – abbiamo subito sei lesioni muscolari (i quattro citati più Chiriches e Ounas) e lo consideriamo un dato molto buono sia per gli standard europei sia per lo storico delle nostre annate. Un dato inferiore ad anni in cui ho lavorato altrove.

A un preparatore atletico, o comunque al nostro staff, preoccupa molto di più l’infortunio nella fase finale della partita. Lì significa che si è sbagliato qualcosa, che ci si è allenati troppo o troppo poco. È accaduto soltanto con Chiriches che però è reduce da un lungo infortunio. La lesione nei primi momenti di partita sicuramente non è dovuta a un muscolo che va in fatica e quindi si rompe, ma è dovuta a qualcos’altro. 

Un’altra causa che può scatenare una lesione nei primi momenti della partita, è psicologica. Pensiamo a Verdi lo scorso anno a Napoli fischiato da tutto lo stadio, dopo pochi minuti si infortunò. Ovviamente anche in questi casi servono competenze.

Come funziona una seduta di allenamento del CalcioNapoli?

Il calciatore arriva al campo alle 9-9.30, fa colazione e inizia la sua routine. Va dal fisioterapista, oppure se ha bisogno della fasciatura o di qualsiasi altro trattamento. Dopodiché c’è una preparazione all’allenamento, che viene svolta in palestra. Ed è una preparazione su cui abbiamo lavorato tantissimo. In Italia c’è la concezione che io preparatore atletico devo farti lavorare. Invece noi abbiamo cercato – e ci siamo riusciti alla grande – di responsabilizzare i giocatori. Di far capire loro cosa fosse importante per la propria condizione atletica. Ogni calciatore ha una scheda di prevenzione personalizzata, scheda che ovviamente cambia anche in funzione della stagione, degli infortuni eccetera.

Le schede sono esposte in palestra e ogni mattina siamo lì, in due, a guidare il giocatore nei suoi esercizi. E se all’inizio abbiamo dovuto insistere un po’ nel farli abituare, adesso quasi quasi avremmo bisogno di una persona in più per gestire il gruppo perché sono tutti contenti, disponibili, e si presentano tutti i giorni».

Atleta ideale senza divano

"Se stai cinque ore sul divano - prosegue Mauri - vai a casa che sei pulito dal punto di vista della postura e il giorno dopo torni che sei tutto incriccato. Baudelaire diceva che il divano è la tomba degli amanti, ecco lo è anche degli atleti. L’atleta ideale è l’atleta senza divano.

Pesi in palestra?

I pesi li abbiamo tolti. Alcuni macchinari superstiti li faremo portar via quest’estate. Non è vero che Cristiano Ronaldo è un palestrato. Usa pochissimi pesi, fa quasi tutto a carico naturale. Quella dei pesi è una moda nata in Italia negli anni Novanta. Ha creato più danni della grandine, soprattutto nel calcio. Se io faccio i pesi, uso un muscolo che poi utilizzerò in maniera diversa sul campo di calcio. 

Chiude l'intervista Ancelotti:

“Sa cosa succederà in futuro? Che le figure dei preparatori atletici non esisteranno più, o comunque non esisteranno più in un club. Il calcio somiglierà sempre più all’Nba dove l’atleta va al campo e svolge 45 minuti di allenamento ad alta intensità e poi si arrangia. L’atleta avrà il suo preparatore personale, il suo nutrizionista personale, il suo fisioterapista personale. Non ci saranno ritiri. Del resto nel calcio ci sono già tanti giocatori che hanno il preparatore personale che a volte è in contrasto col lavoro che fanno i preparatori della squadra».

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