ESCLUSIVA - Nello Mascia: "De Laurentiis come Tartufo di Molière, vincere lo scudetto non gli conviene. C'è un aspetto raccapricciante intorno al Napoli. Sogno la coppia Cavani-Aguero, dopo Mazzarri vorrei..."

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ESCLUSIVA - Nello Mascia: De Laurentiis come Tartufo di Molière, vincere lo scudetto non gli conviene. C'è un aspetto raccapricciante intorno al Napoli. Sogno la coppia Cavani-Aguero, dopo Mazzarri vorrei...

"I grandi autori vanno rispettati alla lettera quando si portano in scena. La sperimentazione sui testi è ammissibile, ma deve seguire la logica della fedeltà al pensiero originale". Nello Mascia, attore nativo di Sala Consilina, è uno dei maggiori esponenti del teatro napoletano ma in generale dello spettacolo italiano. Cinema o palcoscenico, nessuna differenza: l'intensità e la profondità con cui consegna i suoi personaggi al pubblico, lo rendono gemma rara in un contesto artistico che fatica a trovare i maestri di domani. Inizia la sua carriera con attori del calibro di Ugo D'Alessio e Pupella Maggio, poi si forma con Eduardo De Filippo. Da Shakespeare a Viviani fino a Ionesco, il mirabile risultato espressivo non cambia. Ha lavorato con Strehler, Scola, Loy, Gregoretti, Verdone e Sorrentino (tanto per fare alcuni importantissimi nomi) raccogliendo premi prestigiosi e consensi di pubblico e critica. Nello Mascia è tifoso del Napoli, e la redazione di Calcionapoli24.it lo ha contattato in esclusiva per raccogliere i suoi pensieri sul momento di Napoli squadra e Napoli città.

E’ credibile se diciamo che il Napoli squadra è lo specchio di una città capace di andare oltre se stessa, di sognare, ma anche ferma sui propri limiti?
“Dare una risposta è difficile, è un discorso molto complesso. Partiamo dalla squadra. Il Napoli negli ultimi anni ha offerto una collettivo di assoluto valore nazionale, in grado di poter competere per il primato. Merito del Presidente, certamente, che io non amo molto, ma merito soprattutto di Mazzarri che li ha forgiati uno ad uno, questi ragazzi. Quest'anno c'era la possibilità di sperare in qualcosa di più di un piazzamento, ma c’è stata a gennaio una frenata causata da una campagna acquisti invernale sballata e non appropriata. Ho avvertito una sorta di abbandono di fronte ad un obiettivo possibile. Parlo da tifoso innamorato, bastava un aggiustamento a centrocampo e qualcosa in difesa, invece sono arrivati calciatori non funzionali. Inoltre cìè da notare un altro aspetto raccapricciante, inquietante. I reiterati episodi di terrorismo ai danni di tanti giocatori. Penso a ciò che hanno subito Hamsik, Cavani, Behrami, e non solo. Mi sembrano non casuali, ti fanno credere che ci sia un disegno ordito con la finalità di non far decollare il progetto. Forse non è un luogo comune affermare che a Napoli realizzare qualcosa di buono è mille volte più difficile che altrove. Del resto se Maradona avesse giocato nella Juve avrebbe vinto 10 scudetti".

Volendo fare una disamina complessiva, prescindendo da Napoli, è tutta l’Italia che se la passa male…
“E’ un momento disperato, non so come riusciamo a campare. Quello che avviene in Italia non accade in nessun'altra parte del mondo. Vedere una Carfagna al Governo, per dirne una, è una aberrazione tutta Italiana. E ormai è una cosa digerita come fosse normale. Si è perso il senso della Politica nella sua reale e nobile accezione, ovvero del fare qualcosa per i più deboli, di portare coloro che camminano più lentamente alla stessa velocità di chi viaggia a vele spiegate. E invece viviamo serenamente una situazione devastante. E non esiste più nemmeno l'indignazione, il rigetto. Ho vissuto sette anni a Palermo, una città meravigliosa tra architettura, tradizioni, cultura, totalmente rovinata e ferma al dopoguerra. Nel centro storico Ci sono palazzi bombardati, sventrati, ferite aperte.Sono lì da 70 anni. Una mostruosità atroce. E i palermitani non protestano”.

Si può individuare un problema originario alla fonte di tutto ciò?
“Uno è poco, almeno due e solo per iniziare a ragionare. L’Italia non è mai stata una nazione che si avverte coesa e coscientemente confluita in uno Stato. Si vive un’inerzia storica su concetti imposti. Al sud soprattutto, il cittadino si è disaffezionato all'idea di Stato finendo per favorire l'affermazione dell'Altro Stato :mafia, camorra ecc. ecc. che si sono sostituite all’organo centrale perché capaci di accogliere le istanze di chi è stato volutamente ridotto alla fame. L’unità d’Italia non è certamente stata un bene visto che gli invasori hanno rubato i soldi dalle banche meridionali e su quelli hanno costruito la loro ricchezza lasciando i depredati in una condizione di abbandono totale. Una spaccatura che difficilmente potrà trovare un punto su cui saldare unioni. E, per tornare al calcio, quei cori che si sentono ogni domenica sono l’indice del decadimento. Una schifezza davvero insopportabile. Che oltre tutto non viene punita dagli organi competenti.”

Se De Laurentiis fosse un personaggio di opere teatrali, chi sarebbe?
“Mi vengono in mente ‘Tartufo’, o Capitan Fracassa. E’ molto moleriano,  molto da commedia dell’arte”.

Continuando sul palcoscenico, con Mazzarri quale colpo di scena si aspetta?
“Sono pessimista. Mazzarri, Cavani e forse anche Hamsik, sono molto vicini all’addio, per non dire che sono già andati via. La fine di un ciclo è nell’aria e mi dispiace tanto, sono un mazzarriano convinto”.

Chi sarebbe l’ideale per sostituire il tecnico livornese?
“Ho avuto il piacere di conoscere Montella, era presente ad un mio spettacolo. Una persona deliziosa. Sì, mi piacerebbe che il Napoli ripartisse da un mister napoletano innovativo e votato al bel calcio”.

Un pensiero sulla questione Stadio …
“Guardiamo all’Europa che conta a livello calcistico. Tutti i più grandi club hanno uno stadio di proprietà con gestione diretta e capacità di introitare enormi capitali per potenziare società e squadra. Perché gravare sulle spalle del Comune? Purtroppo, tornando al ragionamento di prima, è un problema italiano, non solo napoletano. Nel nostro Paese troppe commistioni, giri di parole e poca voglia di passare ai fatti concreti visto che è meglio sguazzare nel torbido per rubare. Evoluzione e progresso sostenibile sembrano proprio non interessarci”.

Ci vorrebbero dei trascinatori, intellettuali nuovi …
“In effetti manca un faro, un punto di riferimento. Mi manca molto  Pasolini, una mente deliziosa che faceva bene al mondo. Si sente il vuoto per l’assenza di gente come Eduardo De Filippo, oppure Raffaele Viviani, uomini che regalavano arte, sperimentazione continua, che esprimevano tutto il dolore, con reazione, al depauperamento delle ricchezze di Napoli al cospetto di chi, proveniente da paesi con culture modeste, è capace di esaltare quel poco che ha, mentre da noi si perde tutto fra invidie, gelosie e frazionamenti interni. Penso a ‘Campanilismo’, poesia proprio di Viviani”:

Possibile che oggi non c’è nessuno capace di smuovere le coscienze?
“Qualcuno c’è, ad esempio Saviano. Un ragazzo che ha avuto e che ha il coraggio di denunciare mettendoci la faccia e rimettendoci il privato. Ci vorrebbero giovani così per ripartire, per iniziare a cancellare le storture seminando il nuovo”.

Crede ancora nello scudetto?
“Ci credevo, era l’anno buono. Ma probabilmente De Laurentiis ha capito che vincere lo scudetto non gli conviene perché poi non sarebbe semplicissimo mantenere un livello altissimo. Meglio stazionare in posizioni medio-alte, di vertice, senza esagerare, regalando la sensazione di esserci e non dei sogni veri e propri potenzialmente tangibili. Accelerare vorrebbe dire costruire un organigramma di spessore, una classe dirigente seria, alzando il tiro. A quel punto occorrerebbero tanti soldi . Più semplice una gestione domestica dove il povero Bigon fa quello che può, ovvero molto poco, e così si lascia scappare calciatori come Lamela, giusto per fare un nome”.

Meglio essere o avere?
“Essere, eternamente essere. L’avere cos’è? Ecco sì, avere l’anima. Sono per la fedeltà a se stessi con il senso dei doveri quotidiani”.

Quali sono questi doveri?
“Una carezza ad un anziano, accudire un vicino in difficoltà, andare a trovare un amico malato e fargli compagnia. Partiamo da queste cose, il resto arriva di conseguenza”.

Sembri in sintonia con Papa Francesco allora …
“Per carità, non frequento certi ambienti, sono un laico. Ben venga un uomo votato al bene comune, poi con questo nome importante, le premesse ci sono tutte. Io non mi aspetto nulla da un Papa, valuto eventualmente l’uomo Bergoglio. E da questo uomo vorrei i fatti, come ad esempio il pagamento delle tasse, la risoluzione dei problemi relativi allo IOR, l’abolizione dell’8 per mille, la vicinanza ai poveri. I doveri dell’uomo insomma, non del Papa”.

Maradona si scandalizzò per i tetti d’oro in Vaticano e andò via, ora ha chiesto di incontrare il Papa. I tempi cambiano?
“Mi piace pensare al Diego col pugno chiuso con Chavez, mi commuove quell’immagine. Ricordo quando arrivò a Napoli, alloggiava al Royal, andava al mare, e io ebbi la possibilità di vederlo perché andavo a trovare un mio amico regista anche lui lì. Maradona ha sempre avuto una predisposizione naturale alla difesa dei deboli, si è sempre schierato contro il potere. Certo, lui come tutti ha scheletri nell'armadio. Negli anni che ha indossato la nostra maglia, ha coltivato probabilmente rapporti ambigui, forse aveva capito che per vincere era necessario conoscere tutte le realtà. Diego ha un’intelligenza superiore a quella che gli attribuiamo”:

Gli autori preferiti di Nello Mascia
“Shakespeare non compete con nessuno, lui e Dante sono il massimo della genialità. Ovviamente amo visceralmente Raffaele Viviani. Ho avuto il piacere di cimentarmi con grandi autori, da Ionesco a Eduardo e, a proposito di De Filippo, ho il grande rammarico di non aver potuto far vedere ai napoletani la mia versione di “Natale in casa Cupiello”. In giro per l’Italia ha avuto uno straordinario riscontro, ma desideravo vedere la reazione nella mia città”.

Oltre al rammarico, c’è anche qualche rimpianto sul versante artistico?
“Avrei voluto fare più cinema, ho perso tante occasioni, ma sono felice così, le soddisfazioni in pellicola ci sono comunque. Sai cos’è, il cinema è traditore, ha tempi dilatati, d’attesa. Mentre i progetti si concretizzavano passavano mesi, e allora io tornavo al teatro. Tornato al teatro, uscivano fuori i soldi per iniziare il film, e a quel punto non potevo lasciare ciò che portavo in scena. In teatro i personaggi vivono di fisicità ed immediatezza visiva, mentre al cinema i sentimenti li devi interiorizzare”.

Un messaggio a Mazzarri e un pensiero su De Magistris …
“Mazzarri ha tanti meriti, spero possa restare. E’ evidente che anche lui ha bisogno di rinnovarsi e di superare certi oltranzismi, ma il Napoli necessita di quella compattezza e stabilità che il tecnico livornese assicura. Ci vuole un pizzico in più, ma quello dipende anche da De Laurentiis e dalla squadra che vorrà mettergli a disposizione. Senza una rosa all’altezza, continuare con Mazzarri equivarrebbe a trascinarsi senza speranze di vittoria. Sul sindaco posso dire poco. Sono tornato a Napoli da qualche mese. Le casse comunali sono vuote, economicamente siamo vicini al fallimento. Lui è testardo, prova a fare i salti mortali cercando di salvare il salvabile. Non è semplice e non so se la sua testardaggine sia positiva o negativa. Ripeto, il problema non è solo di Napoli, bisognerebbe fare piazza pulita di tutti quei politici che non hanno saputo svolgere il loro compito. Ci riesca Grillo o De Magistris, poco importa, è fondamentale dare un nuovo corso, nuove speranze. Se ci sono”.

Per concludere, chi ti piacerebbe vedere in maglia azzurra tra sogni impossibili e colpi realizzabili?
“Inutile dire Messi, mi accontenterei di Aguero accanto a Cavani, magari con Yaya Tourè in mediana. Mi piacciono molto anche Jiranek, Pilar e Veloso. Un saluto a tutti”.

di luca cirillo

RIPRODUZIONE RISERVATA

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