Igli Tare, ex direttore sportivo della Lazio, nella sua intervista a Radio Serie A, ha parlato anche di colpi più belli fatti in biancoceleste: "Se penso ad uno dei colpi più belli, penso per forza al primo colpo che ho fatto: aver portato Cristian Brocchi che arrivava dopo un periodo difficile con il Milan, alla Lazio è stato fondamentale soprattutto nel primo anno per raggiungere degli obiettivi. L'altro colpo che ci tengo a ricordare è Hernanes, il primo vero grande colpo. C'era molto scetticismo su questa operazione, erano tutti convinti che non saremmo riusciti a portarlo da noi perché era molto richiesto da squadre molto importanti e blasonate. In otto giorni che sono rimasto lì, il suo agente era una persona spettacolare con il suo modo di fare, io ero incazzato dopo 2-3 giorni perché c'erano tante persone da mettere d'accordo, una follia. Dopo 2-3 giorni volevo fare check-out e tornare a Roma e lui mi calmava sempre e mi diceva "lo facciamo". Joseph Lee, una persona eccezionale, lo ricordo con grande stima. Ricordo volentieri anche Hernanes: io ero in una stanza e nell'altra c'era il Lione, il club faceva due trattative parallele, l'ho capito solo alla fine ed Hernanes è entrato nella stanza del Lione e ha detto che anche se gli offrivano più soldi lui sceglieva la Lazio perché percepiva passione, amore. Le trattative sono possibili solo grazie alla combinazione di più situazioni: servono capacità, tempismo e fortuna.
Le cessioni: "A Lotito non piace cedere, si affeziona ai giocatori. Tutte le cessioni fatte sono passate da richieste espresse dai giocatori, come i casi di Biglia, Candreva, Keita, lo stesso Hernanes, Milinkovic per un discorso di plusvalenza che sarebbe stata importante anche per gli ultimi tre anni della nostra gestione. il Presidente è comunque andato avanti, gestendo la società con l'intento di tenere tutti i migliori giocatori, nonostante le difficoltà".